Era partito bene Marc Marquez al venerdì, cosa che aveva ingannato tutto il paddock austriaco della MotoGP. Perché da settimane il 93 ripete che, per poter puntare alla posta grossa, deve mettere la sua Ducati GP23 sull’asfalto al primo turno del venerdì e sperare che non emergano chissà quali problemi. Aveva chiuso le Prequalifiche a ridosso di Bagnaia e Martín, le qualifiche anche: poi il weekend dell’otto volte campione del mondo ha preso tutta un’altra piega, proprio in prossimità dei momenti importanti, quelli in cui si assegnano i punti e la gloria.
Si è svegliato carico per la domenica di gara: mentre le nuvole basse avvolgevano il Red Bull Ring, Marc firmava il miglior tempo del warm up e saliva sul carrozzone della Riders Parade consapevole di avere un margine di sicurezza per montare, senza troppe fatiche, sul terzo gradino del podio. Consapevole che, se Pecco e Jorge si fossero dati fastidio, lui sarebbe stato abbastanza vicino per approfittarne. Invece, in griglia di partenza, un altro imprevisto: i meccanici del Team Gresini si accorgono di una valvola rotta sull’avantreno della Desmosedici e sostituiscono il cerchio, mentre per forza di cose la gomma anteriore si raffredda. Marquez parte per il giro di ricognizione più preoccupato di riscaldare lo pneumatico che di affrontare la procedura di partenza all’orizzonte. Quando si spengono i semafori, l’abbassatore anteriore della Ducati numero 93 non è innescato. “Nel giro di schieramento ero concentrato solo a mettere temperatura sull’anteriore - racconterà nell’incontro con la stampa - poi all’ultimo rettilineo ho frenato e innescato il device, poi però ho frenato di nuovo e si è sganciato. Senza il sistema armato ho cercato di essere il più calmo possibile in partenza: freno presto per non esagerare e vediamo. Poi però ho ricevuto una sportellata sulla sinistra, siamo andati larghi… e dal 13° posto abbiamo cominciato a recuperare, una posizione alla volta”. Il ban agli abbassatori? Lo avremo nel 2027. Hanno già trovato una soluzione, ma da adesso al 2027 - come ha mostrato KTM in questo weekend - vedremo tante cose. Poi questo è stato un mio errore, non è che per un mio errore possiamo bandire il device”.
Nella Sprint, è scivolato a quattro giri dalla bandiera a scacchi. Era secondo e si illudeva di vincere, di poter recuperare uno svantaggio di oltre due secondi da Pecco Bagnaia, che intanto guidava in piena gestione. Un accaduto che sabato Marc ha saputo motivare in maniera impeccabile davanti ai giornalisti, riuscendo così in un duplice intento: convincere gli altri, e forse anche sé stesso, che dietro a quella scivolata ci fosse un senso più profondo (ne abbiamo parlato qui), capace di giustificare e smorzare quello che a tutti gli effetti è stato un errore.
Marc in partenza perde dieci posizioni, esce da curva uno addirittura in tredicesima, complice un contatto con Morbidelli. Poi comincia la rimonta: scavalca il fratello Alex, Pol Espargaró, le Aprilia ufficiali, Miller e si accoda al gruppetto buono per il quarto posto, composto da Bezzecchi e Binder. Al sedicesimo giro Marquez, alla chicane, affonda la staccata su Bezzecchi. Due giri più tardi, sfruttando l’accelerazione della Ducati in uscita dalla quattro, sorprende anche Binder. Negli ultimi dieci giri, in solitaria, IL 93 girerà sugli stessi tempi dei primi due, più veloce di Bastianini. “Sì, ho perso il podio”, ammette in fine lo spagnolo. “Al Montmelò abbiamo chiuso due volte al secondo posto, invece qui è stato uno dei weekend migliori, e ce ne andiamo con uno zero nella Sprint e un quarto posto in gara. A me non importa se non vinco da mille giorni, questo è un anno per costruire. E sto costruendo per trovare confidenza un passo alla volta. È vero che sembra che siamo partiti benissimo, che abbiamo fatto un passo indietro dopo qualche gara e che ora stiamo tornando in alto. In questa seconda parte di stagione dobbiamo continuare così, cercare il podio e la vittoria… se non dovesse arrivare quest’anno arriverà il prossimo”.
La gara del Red Bull Ring è un po’ lo specchio della sua stagione, un 2024 in cui Marc Marquez nei momenti importanti è fin qui la copia sbiadita del pilota che ha vinto otto titoli mondiali.