Cosa altro deve succedere? E’ la domanda che ci siamo posti tutti lunedì sera, dopo che nel giro di una ventina di minuti si è definita a gran sorpresa l’intera line up dei top rider della MotoGP per il 2025: Jorge Martin in Aprilia ufficiale, Enea Bastianini su una KTM ufficiale e, di conseguenza, Marc Marquez sulla Ducati del Team Lenovo (qui la notizia dell'annuncio ufficiale arrivato proprio questa mattina). Tutto fatto? Neanche per sogno, perché nello sport come nella vita, soprattutto quando ci sono di mezzo rapporti umani e interessi economici, a ogni mossa corrisponde una contromossa.
Così, smaltita la sbronza di news di lunedì, è arrivato il tempo dei ragionamenti. Su cosa? Sui nuovi scenari che si andranno a configurare. E insieme alle ipotesi è saltata fuori pure una possibilità che non si fa fatica a definire paradossale: Marc Marquez potrebbe aver fatto un gran regalo a Valentino Rossi e all’intera truppa di Tavullia. Anzi: due regali. Ma una affermazione così va spiegata bene e andando per ordine.
Cominciando da una notizia che nell’ambiente del paddock è data come una certezza già da qualche mese: dal 2027 il Team Pertamina Enduro VR46 sarà la squadra di riferimento di Ducati. Quello che è stata per oltre dieci anni la Pramac di Paolo Campinoti. Dell’intero affaire avevamo già parlato qui, ma adesso c’è di più. Perché Yamaha, sapendo che Pramac nel giro di due anni avrebbe dovuto rompere con Ducati e avendo piena consapevolezza del bisogno fortissimo di un team satellite è passata all’attacco. La proposta messa sul piatto dell’imprenditore italiano sarebbe più che sostanziosa: copertura totale dell’ingaggio dei due piloti, uomini Yamaha nel box, moto identiche alle ufficiali e pure un impegno a far entrare ulteriori sponsorizzazioni. Tutte cose che, tradotte in termini venali, potrebbero garantire a Pramac di avere due Yamaha M1 praticamente a costo zero rispetto ai diversi milioni di Euro che di solito si spendono per il noleggio delle moto. Lo scotto? Almeno un altro anno di sofferenza, visto che il gap tecnico della M1 dalle Ducati, dalle Aprilia e dalle KTM è ancora notevole.
Paolo Campinoti, che prima di essere un imprenditore è un grande appassionato, avrebbe fino a ora ragionato più da pilota che vuole vincere che da uomo d’affari che vuole monetizzare il più possibile. Un approccio, il suo, che se vogliamo può essere anche definito romantico, visto che il patron della squadra toscana, almeno fino a prima del Mugello, sembrava intenzionato a restare con Ducati, pur sapendo che non sarebbe stato per più di altri due anni. Poi, però, nel giovedì del Mugello è arrivata l’uscita di Marc Marquez: “Pramac non è una opzione”. Una frase secca e – bisogna dirlo – tutt’altro che elegante. Una frase che sembra non aver tenuto conto del fatto che Pramac è comunque la squadra campione del mondo e che da anni se la gioca con tutti i team factory, anche battendoli molto spesso. L’uscita in seno alla squadra toscana è piaciuta poco a tutti e ancora meno potrebbe essere stato il fatto che comunque Ducati non ha speso ulteriori parole, andando dritta per la sua strada e scegliendo lo stesso Marquez, proprio nelle stesse ore, per il Team Lenovo.
Tramontata l’ipotesi Marc Marquez e con Martin in Aprilia e Bastianini già in KTM, a Pramac resterebbe, da parte di Ducati, solo un obbligo: accogliere Fermin Aldeguer. Non che il pilotino spagnolo sia un brocco qualsiasi, ma è decisamente poco rispetto alla prospettiva avuta fino a giovedì di mettere le mani su Marc Marquez o comunque su un altro top rider con l’aiuto di Ducati. E anche rispetto a un trattamento riservato a Pramac che forse non si sposa benissimo con una collaborazione che dura da ben oltre dieci anni, senza mai mezza frizione, sin da quando Ducati e vittorie erano due parole che sembravano negarsi a vicenda. Oggi sono sinonimi, ma Pramac c’era anche quando non era così.
E Valentino Rossi che c’entra? C’entra, perché tutto quello raccontato fin qui serve a spiegare ciò che potrebbe accadere adesso: Paolo Campinoti che gira i tacchi e se ne va e la VR46 che ne raccoglie in toto l'eredità. Verso quella Yamaha che gli ha fatto i ponti d’oro e allontanandosi da quella Ducati che, invece, s’è comportata in maniera un po’ freddina nelle ore in cui Marquez ha parlato di Pramac come si parlerebbe di un qualsiasi altro team satellite appena affacciato in MotoGP. Le possibilità che Pramac torni a sedersi con Yamaha, quindi, a questo punto sono tornate altissime e nel paddock sono in tanti a sostenere che Paolo Campinoti, adesso, non sopporterà altro. Soprattutto perché ora c’è pure la consapevolezza che molto difficilmente Ducati permetterà a Jorge Martin di andare in Aprilia con il numero 1 sulla carena.
Ecco, quindi, che quell’uscita di Marc Marquez ha spalancato le porte a una prospettiva che non è nuova, ma che potrebbe concretizzarsi con due anni di anticipo. Ossia che le due moto ufficiali che Ducati noleggia al suo team satellite di riferimento possano finire a Tavullia già dal 2025. Con il team di Valentino Rossi che, a quel punto, farebbe anche un ulteriore step e potrebbe realmente competere per il titolo mondiale così come oggi compete Pramac. Paolo Campinoti, dalla sua, ha tempo fino al 31 luglio per decidere se far valere l’opzione con Ducati o se andarsene altrove. Ma l’impressione, almeno in queste ore post news del Mugello, la rottura tra Pramac e Ducati sarà inevitabile, anche se è evidente – e proprio il Mugello ce lo ha insegnato – che tutte le carte possono rimescolarsi nel giro di pochi minuti. A Tavullia, dalla loro, Valentino Rossi e gli altri stanno alla finestra, aspettando di capire che quelle due Desmosedici 2025 che dalla fine di questa stagione avrebbero dovuto prendere la strada per Siena prenderanno, invece, la strada per Tavullia. Significherebbe, per Uccio e gli altri, poter tenere Marco Bezzecchi (se non andrà in Aprilia) o Fabio Di Giannantonio e mettere le mani, come seconda guida, su una promessa come Fermin Aldeguer. In estrema sintesi: Marc Marquez potrebbe aver “regalato” a Valentino Rossi due Desmosedici identiche a quella tutta rossa che guiderà lui a partire dalla prossima stagione.