E’ successo tutto decisamente in fretta. Poche ore e questa volta non è stata una narrazione. Noi di MOW eravamo in sala stampa al Mugello e è stato un continuo di notizie che a volte finivano smentite nel giro di poche da una nuova notizia ancora più clamorosa. Poi, quando erano da poco passate le 17,30 di un lunedì di test che avrebbe dovuto mettere fine a tutto è arrivato l’annuncio: alle 18 Aprilia ufficializzerà una importante news. Computer riaperti, telefoni che tornano a prendere fuoco e tutti lì, pronti a aspettare. Il resto è storia raccontata ormai più e più volte, anche se tutto questo è successo solo ieri sera. E, oggi, è già il tempo delle riflessioni. E magari pure delle opinioni non richieste. Perché ok che in 24 ore al Mugello s’è definitiva la line up di tutti i top rider della MotoGP 2025, ma tutto ha un suo risvolto. E ogni cosa può anche essere letta dal lato meno considerato. Ecco perché, senza entrare nel merito del giusto e dello sbagliato (non sempre c’è il tempo di farsi una idea secca), viene da dire che Ducati per avere Marc Marquez potrebbe perdere tutto. O comunque parecchio davvero. Però, per onesta, prima di elencare tutto quello che Ducati potrebbe perdere, bisogna pure aggiungere che ci guadagna pure tanto dentro un uomo solo: il pilota più forte, il pilota più vincente e il pilota che più fa rima con marketing (sembra che le sorprese non siano finite e che il 93 porterà in dote almeno un grosso contratto di sponsorizzazione).
Perdere nel messaggio che rischia di passare…
In quel tutto c’è sicuramente anche una questione di comunicazione. Perché l’annuncio dato velocemente da Aprilia dell’accordo con Jorge Martin rende l’immagine di un Martin che ha girato i tacchi per accasarsi altrove. E la stessa cosa è successa per Enea Bastianini, che guiderà una KTM. Sia inteso: non è così che è andata, ma è così che è arrivata agli appassionati. La verità è che già nei giorni scorsi Ducati aveva comunicato a Bastianini di ritenersi libero per il 2025, mentre la comunicazione per Martin è arrivata nel fine settimana del Mugello, dopo il rifiuto di Marquez a Pramac. Nel segreto delle conversazioni riservate, soprattutto nelle ultime ore, tutti i protagonisti sapevano tutto, ma quello che è passato all’esterno è che gli altri hanno annunciato, mentre Ducati no. Sia inteso: dire che Ducati è rimasta con un cerino in mano che si chiama Marc Marquez fa ridere solo a scriverlo, ma il cerino in mano, semmai, è sul piano della comunicazione. Con Aprilia che ha magistralmente rubato una scena che doveva essere tutta rossa e Bastianini che si è accodato attraverso il suo manager. Rendendo, di fatto, già neutralizzato il futuro annuncio di Ducati, che ormai si troverà a ufficializzare in pompa magna qualcosa che a quel punto sarà evidente a tutti già da giorni. .
Perdere due piloti veloci (e giovani) che rafforzeranno gli avversari diretti
E’ banale da dire, ma in ciò che Ducati perde ci sono prima di tutto due piloti velocissimi e molto più giovani di Marc Marquez. Jorge Martin e Enea Bastianini avranno inevitabilmente anche un po’ di dente avvelenato e, come ha detto Massimo Rivola, magari pure quel decimo di velocità che si guadagna quand si è arrabbiati e, quindi, più motivati. Aprilia è già considerata da molti la vera rivale di Ducati da un punto di vista tecnico e è, tra l’altro, una moto che ha come sua caratteristica principale un anteriore granitico. Praticamente ciò che più serve a un frenatore come Jorge Martin, con il matrimonio che si è consumato nella notte del Mugello che adesso rischia di aver davvero messo insieme la coppia perfetta. Più complesso è il discorso per Enea Bastianini, visto che non è ancora molto chiaro se guiderà la RC-16 ufficiale o quella che (almeno fino alla fine di questo anno) è brandizzata GasGas. In ogni caso KTM, che già può contare su Pedro Acosta, guadagna un campione del mondo che ha già dimostrato di saper andare forte davvero e che potrebbe portare quell’esperienza da profilo vincente che probabilmente fino a ora è mancato in seno alla casa austriaca.
Perdere Pramac, il team satellite di riferimento da un decennio
L’uscita di Marc Marquez, “Pramac non è una opzione”, detta così e senza troppe spiegazioni non è stata il massimo dell’eleganza. Ok, Marc Marquez e il patron di Pramac, Paolo Campinoti si sono poi anche chiariti e salutati con un buffetto, ma quell’uscita ha suonato da affronto pubblico. E Pramac deve decidere, entro il 31 luglio, se restare con Ducati (che probabilmente dal 2027 vorrà come team di riferimento quello di Valentino Rossi sulla base di un presunto accordo con Pertamina Enduro) o accettare i ponti d’oro proposti da Yamaha. C’è, poi, il rischio di un inasprimento dei rapporti nell’anno in corso, visto che ora difficilmente Jorge Martin avrà tutto l’aiuto possibile di Ducati nella lotta al mondiale, e una motivazione strettamente legata al mero ritorno. In sintesi: Paolo Campinoti è un imprenditore e andare in Yamaha significherebbe non solo scegliere un marchio che dimostra di volerti davvero, ma anche garantirsi introiti differenti, visto che si dice che Yamaha abbia offerto una collaborazione totale su tutti i fronti, compresa la copertura dell’ingaggio dei due piloti che Campinoti andrebbe a scegliere. Insomma: restare con Ducati poteva avere senso se fosse arrivato Marc Marquez e si fosse rimasti nelle reali possibilità di vincere il mondiale quest’anno con Martin, altrimenti tanto vale accettare il corteggiamento di Yamaha. E magari diventare il perno –anche grazie ai tanti segreti Ducati ormai più che noti in casa Pramac – della rinascita sportiva di un colosso industriale.
Perdere la serenità di Pecco Bagnaia
La lasciamo per ultima. Perché è mera supposizione e perché Pecco Bagnaia non sembra proprio uno che finisce fiaccato dalle questioni emotive. Però è un rischio che c’è e quindi lo mettiamo in elenco: perdere la serenità di Pecco Bagnaia. E’ chiaro, infatti, che Marc Marquez non è il compagno di squadra ideale e la storia di ogni campione racconta da sempre che vicino è più gradito un secondo pilota rispetto a un rivale vero e proprio. Però la storia dei grandi marchi vincenti racconta anche che chiaramente si vuole il meglio sempre e, male che va, non sarebbe la prima volta che si costruiscono muri nel box. Pecco Bagnaia, proprio nel giovedì del Mugello, l’ha anche detto con estrema chiarezza: “Ducati mi chiede un mio parere, ma a me non importa chi sarà il mio compagno di squadra e io voglio solo che non si rovini l’armonia”. Una affermazione da politico navigato, ma pure da pilota che sente di non dover aver paura di nessuno, se non di veder cambiare il clima in cui ha vissuto fino a ora e che gli ha permesso di vincere così tanto. Basterà aver messo le mani avanti e le cose in chiaro? Oppure l’arrivo di Marc Marquez, per effetto stesso del peso del nome che porta, sarà comunque destabilizzante?