In testa tutta la gara, dalla prima all’ultima curva. Il tentativo di attacco di Jack Miller, immediatamente rintuzzato, è stato un breve intermezzo pubblicitario. Poi Pecco non ne ha più voluto sapere; con prudenza, senza forzare, è riuscito a costruirsi un margine di sicurezza sugli avversari, quel secondo di vantaggio che gli ha consentito di gestire gomme, freni, energie. Nei 27 giri a Zeltweg di Bagnaia farete fatica a trovare una sbavatura, e non perché Pecco sia stato trascurato dalle telecamere. Il pilota di Chivasso era lì, davanti agli altri che si menavano, ma un po' più staccato. Una distanza di intelligenza, un’accortezza che – associata alla guida ineccepibile messa in mostra tra le valli austriache - dovrebbe bastare a Pecco per riavere indietro quella benedetta patente, ritiratagli ad Ibiza lo scorso luglio.
“Ho commesso diversi errori in questa stagione, c’è ancora tanto da fare prima di esaltarsi” – ha dichiarato Bagnaia a caldo, mentre il box Ducati era già in festa. La sensazione è che Pecco si punisca esageratamente dopo una qualsiasi leggerezza, forse è il metodo che poi gli consente di avvicinarsi così fedelmente alla perfezione. Il piemontese, oggi, si è preso la Ducati; ha consolidato il suo ruolo di capitano e guida di Borgo Panigale nel giorno in cui i pretendenti al trono partivano tutti al suo fianco. Si parla con sempre più accanimento del duello tra Martin e Bastianini, ma è Pecco il vero attore protagonista dalle parti di Borgo Panigale. Soprattutto per la capacità di reazione: dalla dimostrazione di forza di Jerez dopo l’inizio di stagione sbilenco, passando per il trionfo al Mugello in seguito alla scivolata di Le Mans, fino le tre vittorie consecutive (Assen, Silverstone e – con oggi – Zeltweg) in risposta alla dolorosa caduta del Sachsenring, quando i giochi sembravano chiusi.
E invece ora è, nuovamente, tutto possibile. Pecco si è portato a 44 lunghezze da Quartararo, ma con questa spinta il divario appare più risicato di quello che ragione e matematica suggerirebbero. Perché Bagnaia azzera e poi riparte, meglio di prima. Con maggiore convinzione e consapevolezza, mantenendo la sua proverbiale, garbata tensione al perfezionismo. La tripletta di vittorie siglata tra luglio e agosto, che oltre al gradino più alto del podio hanno in comune una spiccata lucidità nella gestione dei momenti della gara, vale come dimostrazione. “Oggi non abbiamo voluto rischiare con la scelta della gomma anteriore, non potevamo permetterci altri errori. Forse la gomma dura mi avrebbe dato più stabilità, ma in griglia abbiamo scelto l’anteriore morbido perché già una volta, con queste temperature basse, avevamo optato per una mescola hard sul davanti, e non era andata bene”. Quella volta era Misano 2021, Pecco si trovava in testa ma scivolò a pochi giri dalla fine, spalancando le porte al primo titolo mondiale di Fabio Quartararo. Tra due settimane la MotoGP tornerà in Riviera, sul circuito intitolato a Marco Simoncelli. Pecco Bagnaia è maturato, al pubblico di casa vorrà regalare la quarta gemma consecutiva.