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Franco Colapinto e l’aggressività di chi vuol dimostrarsi all’altezza

  • di Luca Vaccaro Luca Vaccaro

25 settembre 2024

Franco Colapinto e l’aggressività di chi vuol dimostrarsi all’altezza
È entrato in Formula 1 in punta di piedi, dichiarando di sentirsi pronto a lavorare per dimostrare a pieno il proprio valore e, dopo le prime tre gare, Franco Colapinto continua a stupire. Una competitività non scontata, perché fare bene al debutto è una cosa, sapersi riconfermarsi è tutt’altro

di Luca Vaccaro Luca Vaccaro

È solo alla sua terza gara in Formula 1, eppure Franco Colapinto sembra voler continuare a stupire. Dopo le ottime prestazioni di Monza e Baku, quella di Singapore, tra il caldo asfissiante e un tracciato mai visto prima, rappresentava una prova più ardua rispetto alle precedenti, eppure il giovane argentino ha saputo far parlare di sé una volta ancora. Prima ancora che in gara però, Franco aveva stupito tutti già in qualifica, non tanto per la posizione di partenza conquistata, la dodicesima, quanto per il distacco che lo separava dal compagno di squadra Albon: cinque millesimi, meno di un battito di ciglia. Impressionante, soprattutto se si considera la velocità che Alex ha espresso sin dal suo arrivo nel team inglese, tanto che per lunghi tratti nel corso della fase calda del mercato piloti, quest’ultimo era stato accostato più volte ad un top team.

Arrivati in gara poi, sono bastati meno di venti secondi per attrarre su di sé le luci dei riflettori: scattato bene, tira una staccata furibonda in curva uno e complice un primo giro scaltro e aggressivo guadagna subito due posizioni. Poi, nel corso del sedicesimo giro, a tesserne le lodi è anche Sergio Perez, che ha trovato non poche difficoltà nel sopravanzarlo, seppur un’esperienza e un mezzo tecnico ben differenti: “he’s very good, difficult to pass Colapinto”. Qualcuno potrebbe storcere il naso, ma resta il fatto che raramente un pilota loda un rivale, ancor di più in mondovisione nel corso di una gara.

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Ciò che stupisce poi, è anche la freddezza di Franco: reattivo, lucido, e sino ad ora capace di rispondere nella miglior maniera possibile alla pressione di essere in Formula Uno, anche quando le cose non partono con il piede giusto, come a Baku, quando nel corso della prima sessione metteva a muro la sua Williams. In molti si sarebbero aspettati una reazione differente, invece lui rientra in pista e riprende a sfiorare, senza alcun timore di sbagliare, i muri curva dopo curva. Quegli stessi muri che ha poi sfiorato per sessantadue lunghi giri a Singapore, un tracciato che sfianca i piloti e che non ha risparmiato nemmeno lo stesso Colapinto: è il team principal James Vowles a rivelarlo, quando, interpellato sulla gara del suo pilota, ha affermato come la sua prestazione sia stata maiuscola nonostante un lieve malore accusato dal giovane, il quale ha praticamente terminato la gara senza forze e in stato di disidratazione.

Insomma, un inizio che convince, a tal punto da inserirlo persino nella lista dei papabili per l’ultimo sedile rimasto vacante in vista della prossima stagione, quello della Sauber. C’è chi predica calma e chi invece si dice stupito, ma ciò che non può essere negato è la capacità di questo ragazzo di far sembrare tutto abbastanza facile. Magari l’anno prossimo lo vedremo ancora a bordo pista, ma certo è che se le ottime prestazioni continueranno a ripetersi, Williams avrà di che preoccuparsi, perché saranno in tanti a bussare alla porta del team di Grove. D’altronde, i giovani che riescono a rispondere subito e bene, difficilmente vengono dimenticati.

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