Non la manda a dire, Franco Colapinto. Le mani tremano leggermente, il sorriso è incerto, ma dentro di sé arde la voglia di mettersi in gioco, com'è sempre stato. Ha fatto il suo esordio nel Circus questo fine settimana con Williams, entrando nel paddock, salutando le telecamere, consapevole delle proprie capacità, ma anche di dover sudare per guadagnarsi tutto. E questo posto provvisorio nella scuderia britannica, se l’è guadagnato con fatica e sacrificio, consapevole che nulla gli è stato regalato. La Williams, una squadra che negli ultimi anni ha lottato con tutte le forze per ritrovare la gloria perduta, gli ha dato questa opportunità. Pressione? Difficoltà? Nulla ha spaventato Franco, che ha risposto a quella telefonata di Vowles con il fiato sospeso. Ma dentro di sé, sapeva che la sua occasione sarebbe arrivata.
Certamente, non si aspettava di correre a Monza in una macchina diversa da quella di Formula 2, ma è determinato. Perché lui, dietro le quinte, al simulatore, ha studiato, si è preparato, e ha letto consigli che non si sarebbe mai aspettato gli tornassero utili così presto. La squadra di Grove ha obiettivi chiari e lui sa di dover fare il miglior lavoro possibile. E lo ha fatto, perché in questo weekend da rookie improvvisato, ha svolto i suoi compiti in maniera impeccabile, dimostrando di avere quella scintilla speciale che non si può ignorare. Certo, non si possono ignorare nemmeno gli errori nelle prime prove libere, ma le sbavature sono inevitabili, soprattutto in un circuito come il Tempio della Velocità, che ha messo alla prova anche i più esperti. I risultati, quindi, lasciano ben sperare. Eppure, non tutti hanno apprezzato il suo debutto.
Il web è un mondo strano, che talvolta ignora la verità dei fatti. Da una parte c'è chi riconosce che il tempo di Logan Sargeant in Formula 1 sia ormai finito, dall’altra c’è chi rimpiange la sua presenza nel paddock più di quanto i risultati possano giustificare. L’americano ha avuto la sua occasione e purtroppo non è riuscito a fare di più. Ma stiamo guardando tutti lo stesso sport, giusto? In qualifica Colapinto ha girato quasi sugli stessi tempi di Albon e ciò è un segnale chiaro di un talento che non va sottovalutato. Per questo motivo, James Vowles non ha perso tempo a schierarsi apertamente a favore del suo nuovo pilota: “Ha fatto un ottimo lavoro questo weekend, in gara soprattutto, e ha portato un’energia nuova all’interno del team”. La stessa che ha fatto tirare un sospiro di sollievo sapendo non solo di essere finiti a punti con uno dei due piloti, ma di aver rischiato di esserci con entrambi. Il cambiamento era necessario e forse Vowles ha sentito l’esigenza di difenderlo perché alle persone serve una scossa per capire che la scelta non è stata dettata solo dalla voglia di farsi sostenere dal sudamerica, ma anche dal fatto che non c’è spazio per la nostalgia in questo sport. Ora, ogni secondo, ogni millesimo conta, e con un Colapinto che scala sei posizioni per chiudere al dodicesimo posto la sua prima gara, è chiaro che la Williams ha fatto la scelta giusta.
A Grove stanno lavorando bene e con DUE piloti, la situazione potrebbe davvero migliorare. Colapinto sa di essere su un palcoscenico storico, ha chiaro che la sua presenza non è casuale e non sta solo scaldando il sedile, ma sta contribuendo a scrivere un nuovo capitolo di una scuderia che ha dato casa a leggende come Nigel Mansell e Ayrton Senna. La sua è una missione: continuare una tradizione che per lui rappresenta solo l’inizio. Perché oggi il presente sorride a Franco, ma il suo futuro è ancora incerto. A 21 anni, non ha ancora un sedile garantito per il 2025 e probabilmente non lo avrà, ma ha un'arma potente dalla sua parte: il sostegno di una nazione intera. L’Argentina è in fermento, i tifosi hanno già comprato i biglietti per il Gran Premio del Brasile, pronti a riempire gli spalti con bandiere bianco-celesti, come hanno fatto a Monza, accorrendo davanti ai box a fine gara per sostenere un pilota così giovane che oggi è il simbolo di una nazione che fonda la propria cultura sullo sport. E con gli sponsor dalla sua parte, cosa che non solo non sfugge alla Williams, ma anche a Liberty Media e agli altri team, l’argentino potrebbe davvero far sì che dimostrando di essere all’altezza, una porta possa aprirsi anche per lui.
E se un sedile si materializzasse nel 2026, magari in Sauber? Perciò, oggi Franco è una pedina talentuosa, che risponde alle critiche e al sostegno con una sola cosa: prestazioni che lasciano intendere che il meglio deve ancora venire. Il team inglese sta iniziando a crederci e con Carlos Sainz dietro l'angolo, pronto a portare quell’extra che Vowles attende con ansia, la Williams potrebbe presto tornare a far parlare di sé non solo per i suoi gloriosi trascorsi, ma anche per il suo presente. E se “si viene ripagati sempre”, come afferma Colapinto, allora quello che è successo a Monza potrebbe spianargli la strada verso un futuro radioso, un futuro in cui non sarà ricordato solo come quel ragazzo argentino che ha debuttato a Monza, salvando una squadra storica come la Williams.