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L'erede di Lin Jarvis è Paolo Pavesio. Il grande capo di Yamaha Motorsport fissa l'obiettivo: "Un futuro di successi in MotoGP"

  • di Emanuele Pieroni Emanuele Pieroni

3 settembre 2024

L'erede di Lin Jarvis è Paolo Pavesio. Il grande capo di Yamaha Motorsport fissa l'obiettivo: "Un futuro di successi in MotoGP"
Takahiro Sumi, che dirige la divisione motorsport di Yamaha, è stato chiaro: "vogliamo tornare protagonisti in MotoGP". Lo ha detto nel comunicato in cui annuncia - senza sorpresa - il nome dell'italiano Paolo Pavesio per il ruolo che fino a dicembre sarà ancora di Lin Jarvis

di Emanuele Pieroni Emanuele Pieroni

Più di un quarto di secolo con i colori di Yamaha Racing addosso e otto titoli mondiali vinti: Lin Jarvis lascerà Yamaha a fine stagione e questo lo sapevamo già da un pezzo. Già da un pezzo, però, sapevamo pure chi avrebbe preso il suo posto e l’avevamo anche scritto raccogliendo le anticipazioni di Sky. Adesso, però, è ufficiale: Paolo Pavesio prenderà il timone di Yamaha Racing, raccogliendo l’eredita pesantissima di Lin Jarvis. E’ italiano, è con Yamaha da più di 10 anni e ha esperienza da vendere nonostante sia ancora giovane: toccherà a lui guidare la rinascita dopo gli anni difficili del team Monster Energy e le nuove basi già gettate dal suo predecessore.

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“Sia personalmente che a nome di Yamaha, vorrei ringraziare Lin per la sua dedizione e i risultati raggiunti negli ultimi 26 anni – ha scritto Takahiro Sumi, grande capo della divisione motorsport del colosso giapponese - Il suo impegno, la sua diligenza e la sua leadership sono stati determinanti per il successo di Yamaha in MotoGP e sono felice che avremo ancora accesso alla sua conoscenza ed esperienza anche in futuro. A Lin succederà come amministratore delegato Paolo Pavesio, che porta in questo ruolo una vasta esperienza maturata in Yamaha Motor Europe dove, in qualità di Direttore Marketing e Motorsport, ha guidato i team Yamaha ai titoli del Campionato del mondo WorldSBK, EWC e MXGP. Non vedo l’ora di dare il benvenuto a Paolo in Yamaha Motor Racing a gennaio e, sotto la sua guida, sono fiducioso che Yamaha possa garantirsì un futuro di successo in MotoGP a cui tutti aspiriamo”.

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Di lavoro da fare per Pavesio ce ne sarà tanto davvero. Perché da un lato è evidente che Yamaha si sta dando un gran da fare per tornare a lottare con le Ducati e gli altri costruttori europei, ma dall’alto lato è purtroppo evidente anche che i risultati continuano a non arrivare. Anche a Aragon, dopo l’ottimo piazzamento nella Sprint, Fabio Quartararo ha predicato prudenza: “Siamo ancora molto lontani, troppo lontani per pensare di rinascere a breve”. Parole che non lasciano troppo spazio a interpretazioni e che ricalcano quelle già dette nei giorni precedenti da Maio Meregalli: “Quando a fare la differenza sono piccolissimi dettagli, non è facile colmare un gap importante in poco tempo. Quello che è certo, però, è che stiamo lavorando sodo e che i miglioramenti ci sono ogni volta”.

In questa ottica anche l’annuncio di Pavesio è un tassello in più che va a completare il quadro che Yamaha sta realizzando e probabilmente non è un caso che l’ufficializzazione del manager italiano sia arrivata a ridosso del doppio appuntamento al Marco Simoncelli World Circuit. Sul tracciato romagnolo, infatti, il test team ha provato nuovi materiali (alcuni già portati in gara a Aragon) e è da qui che, anche da un punto di vista tecnico, Yamaha ha deciso di ripartire, soprattutto accogliendo il nuovo metodo di lavoro voluto da Max Bartolini (ex Ducati) e superando quegli schemi che sono costati cari ai costruttori giapponesi negli ultimi anni. "Il nostro modo di lavorare - ha raccontato Fabio Quartararo - adesso è davvero cambiato. Si osa di più e questo è davvero molto importnat enella MotoGP di oggi".

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