In sala stampa funziona così: sull’argomento del giorno si chiedono due parole a tutti, anche se non c’entrano niente. E figuriamoci se non andava così anche ieri, dopo l’incidente tra Alex Marquez e Pecco Bagnaia, con i piloti della MotoGP che, manco a dirlo, si sono divisi nella più classica delle contrapposizioni sportive: Italia vs Spagna. Oppure, a volerla raccontare con un po’ di malizia in più, è sempre 46 contro 93.
Marco Bezzecchi, ad esempio, non c’ha pensato su due volte a prendere una posizione netta: “Quando vai largo sai benissimo che, rientrando, potresti trovare qualcuno che arrivando da dietro ne ha approfittato. Io non penso che Alex Marquez non abbia visto, solo un cieco, lì, non l’avrebbe visto. Poi, per carità, sono sempre situazioni difficili e solo starci dentro ti fa avere una visione certa, ma secondo me chi sta dietro ha sempre più modo di controllare e in quel caso era Alex Marquez a stare dietro”. Parole, quelle di Marco Bezzecchi che, magari in maniera più diplomatica e meno schietta, sono state ripetute anche da altri piloti italiani che hanno posto l’accento sul fatto che la Ducati di Bagnaia fosse già con tutto l’anteriore abbondantemente avanti a quella di Alex Marquez.
E gli spagnoli? A parte Jorge Martin, che ha proprio evitato di entrare nel merito liquidando la domanda, il re dei diplomatici è stato Pedro Acosta: “Non so bene cosa sia successo, ma la colpa è delle condizioni dell’asfalto. Su un asfalto normale, andando così lungo, finisce per perdere più tempo rispetto a quello che ha perso Alex Marquez”. Quasi tutti gli altri spagnoli, invece, hanno ribadito che si è trattato di un normale contatto di gara, con Bagnaia che ha comunque non poche responsabilità. “Dal mio punto di vista – ha ad esempio detto Aleix Espargarò - quando arrivi come ha fatto Pecco devi lasciare più spazio per la moto all'interno. Alex non può sparire, può smettere di accelerare, ma perché deve farlo? Questa è una gara. Quindi, se vuoi evitare di cadere, devi lasciare un po’ più di spazio”. Ancora più esplicito del pilota dell’Aprilia è stato il fratello Pol, che non era in pista, ma che ha visto tutto da vicino in qualità di commentatore per DAZN Spagna. “Non vedo nulla di punibile – ha detto il collaudatore della KTM - Un pilota, quando vede che un altro pilota è molto vicino, fa il gesto di alzare la moto e quel gesto non lo ha fatto Pecco come non la ha fatto Marquez: non si sono visti. La buona notizia è che nessuno dei due si è fatto male, perché la caduta con le due moto agganciate è stata piuttosto critica. Ma non vedo nulla di punibile: è stato un episodio di gara molto spiacevole”.
“Non lo ha visto” è anche l’attenuante riconosciuta in diretta TV anche da Marc Marquez a suo fratello, nella chiacchierata davanti al replay nel retropodio con Jorge Martin e Pedro Acosta. Chi, però, è per nulla d’accordo con quanti sostengono che si sia trattato di un normale incidente di gara è Miguel Oliveira. Che ne fa anche una questione personale, prendendosela (eh te pareva!) con Freddie Spencer.
“È colpa di Alex Marquez – ha detto il pilota di Aprilia Trackhouse Miguel Oliveira, che è portoghese e che quindi non ne fa di certo una questione tra italiani e spagnoli - È stato lui a provocare l'impatto. E' stata una situazione strana perché lui è andato lungo e sapeva che Pecco era lì. Quando è entrato in curva era indietro di mezza moto. Meritava una penalità? Io sono stato penalizzato per molto meno, ma non sono io a decidere”.