È buffo: la vittoria di Marc Marquez dopo i 1043 giorni di astinenza (Misano 2021, mentre Fabio Quartararo vinceva il mondiale) è stata completamente eclissata da un incidente, proprio il contrario di quello che è successo a più riprese in questi tre anni, quando Marc non vinceva ma si finiva comunque a parlare di lui.
Grandi protagonisti del weekend, loro malgrado, Pecco Bagnaia e Alex Marquez. Il primo in recupero, più veloce, determinato a raddrizzare un fine settimana mai troppo brillante con un terzo posto la domenica. Il secondo in difficoltà con la gomma posteriore, ma attaccato alla speranza di tornare a festeggiare col fratello, esattamente com’era successo al Sachsenring quando i Marquez hanno chiuso col secondo e terzo posto.
Succede però che Alex finisce largo, cerca di tornare sulla linea ideale e nel frattempo Pecco si butta dentro all’esterno. A quel punto si innesca una dinamica che abbiamo già visto in diverse occasioni, un tipo di incidente così abituale che forse sarebbe il caso di trovargli un nome. Succede che un pilota dice “Non l’ho visto” e l’altro risponde con “Dovevo sparire?”, uno scambio di battute che purtroppo si fa seduti su di un cumulo di ghiaia.
Nel caso specifico, Pecco Bagnaia sembra avere ragione perché quando Alex l'ha colpito era davanti e chi tampona ha sempre torto, eppure è stato troppo ingenuo per essere un tre volte campione del mondo. Il tuo avversario è in difficoltà e gli prendi mezzo secondo al giro, manca poco meno di metà gara, come rimonta non puoi fare di meglio: che senso ha provare un sorpasso così, all’esterno? La risposta, così facile: Pecco Bagnaia fa il pilota e il pilota ci prova sempre, soprattutto quando vede un’opportunità. Quindi avrebbe potuto aspettare, passare sul dritto sfruttando scia e trazione e mettersi comodamente in terza piazza. L’istinto da competizione però è un’altra cosa ed è meglio averne troppo che troppo poco, anche se ogni tanto la si paga.
Da parte sua Alex avrebbe potuto immaginare che lì ci sarebbe stato Bagnaia e la tesi che non si fosse accorto di Pecco, anche solo per il motore, scricchiola forte. Eppure anche Alex Marquez è un pilota, uno che se lo sorpassi prova a tenere, a renderti la vita impossibile. È perfettamente che abbia cercato di resistere, lo fanno in tanti e lo fa anche Bagnaia. Probabilmente lo spagnolo ha più responsabilità, però questi sono i piloti - istintivi e rognosi - e queste sono le gare, quindi la decisione di non penalizzare il più giovane dei fratelli Marquez sembra piuttosto corretta.
Ad essere assolutamente lontana da una traccia di senso è la spiegazione data dallo Steward Panel, che ha diramato una nota con le seguenti parole: “L’incidente tra Bagnaia #1 e Marquez #73 al giro 18 in curva 13 è stato posto sotto investigazione ed è stato revisionato dopo la gara. I FIM MotoGP Stewards hanno parlato con entrambi i piloti e ascoltato la spiegazione dell’incidente da entrambe le prospettive, oltre ad aver visto diverse immagini, sia televisive che non, e aver analizzato la telemetria”.
Della telemetria di Alex Marquez ha parlato molto Bagnaia, raccontando di aver visto dai dati che lo spagnolo non ha mai davvero chiuso il gas in quella curva. Ad ogni modo, la spiegazione continua: “Mentre sono stati ascoltati entrambi i piloti hanno spiegato che i livello di aderenza fuori dalla linea ideale erano bassi, che gli Stewards hanno ritenuto un fattore in grado di pregiudicare la capacità dei piloti di avere scelte ed evitare il contatto. In conclusione, i FIM MotoGP Stewards, dopo aver considerato tutti i punti senza trovare un fattore probatorio definitivo, hanno stabilito che nessuno dei due piloti è stato prevalentemente responsabile per l’incidente”.
Più che la decisione di non prendere provvedimenti, qui ad essere straniante è l’unica motivazione espressa dalla Direzione Gara: fuori traiettoria non c’era grip. Ma i piloti lo sanno, con l’asfalto di Aragon ci hanno litigato per tutto il weekend e non può essere una scusa, o comunque la principale motivazione per assolvere Alex Marquez. Quando piove, allora? Si può procedere a sportellate perché la pista ha poca aderenza? No, è il pilota a doversi sempre adattarsi alle condizioni del tracciato. Invece così si crea l’ennesimo precedente disastroso, che se non altro e per fortuna avrà vita breve: dal prossimo anno sarà l’ex pilota e commentatore tecnico MotoGP.com, Simon Crafar, a prendere il posto di Freddie Spencer in qualità di Presidente del FIM MotoGP Stewards Panel a partire dal 2025.