La certezza è una: Lin Jarvis dirà basta a fine stagione. Le teorie sul perché, però, sono due: c’è chi sostiene che è una testa che cade e chi, molto più semplicemente, la butta sui sopraggiunti limiti di età. E’, in qualche modo, l’ultimo inglese della MotoGP dopo che l’ultimo dei piloti britannici, Cal Crutchlow, ha appeso il casco al chiodo e l’Inghilterra è rimasta senza rappresentanti in pista. Un piccolo valore aggiunto, questo, a margine di una notizia che invece è grossa davvero, perché Yamaha Racing, di fatto, resta senza il suo timoniere.
Un sostituto, a quanto pare, c’è già e il nome l’ha ipotizzato in diretta Sky, ieri, anche Guido Meda: Paolo Pavesio, già direttore marketing di Yamaha per l’Europa. E’ un uomo che arriva da una formazione diversa da quella del motorsport, ma a detta di tutti è anche l’uomo giusto per mettersi al timone di una nave che ha deciso non solo di non affondare, ma di mostrare i muscoli a tutti quanti. Cambio radicale, quindi, ma comunque nel segno della continuità, dopo che Jarvis è riuscito, appena pochi giorni fa, a strappare la firma di Fabio Quartararo sul contratto per il 2025 e il 2026 e a garantire investimenti importanti da parte della stessa Yamaha per rilanciare definitivamente il marchio in MotoGP.
Per capire, però, cosa succederà nel prossimo futuro c’è tempo. Oggi, invece, è il giorno in cui un uomo che ha scritto in qualche modo la storia del motomondiale moderno ha deciso di annunciare il suo addio. Voluto o forzato che sia stato, è un addio che peserà e che, di fatto, sottolinea come la MotoGP stia ufficialmente entrando in una nuova era, soprattutto adesso che Liberty Media ha acquisito Dorna per rilanciare il motomondiale sulla scia di quanto già fatto con la Formula1. Lin Jarvis non farà parte di questo nuovo corso e ieri l’inglese dal viso che non tradisce emozioni è sembrato quasi commosso nel ricordare la sua storia nelle corse. Fissando su tutti un momento: “Quella vittoria di Valentino Rossi, nel 2004, che ha segnato l’inizio di una storia incredibile”
Poche altre parole per spiegare le ragioni di una scelta e un motivo, quello ufficiale, che tutto sommato è anche umanamente comprensibile. “Comincio a avere un’età – ha detto – in cui essere continuamente viaggi, lo stare sempre in giro per il mondo, inizia a essere pesante. Non so cosa farò e come impegnerò il mio tempo in futuro, non è il momento di pensarci”. E’ sereno, Lin Jarvis, consapevole che la sua vita cambierà radicalmente, ma pure che c’è ancora una missione da compiere: mettere le basi per il definitivo rilancio di Yamaha. Cominciando da una necessità: tornare a avere una squadra satellite. "È chiaro che la nostra intenzione è quella di avere quattro moto il prima possibile per avere più dati per lo sviluppo - ha spiegato l’inglese, senza confermare e nemmeno smentire la porta chiusa da Valentino Rossi - Avere solo due moto è uno svantaggio. Ci stiamo lavorando, ci sonotrattative. Posso dire che siamo ottimisti sull'avere una squadra satellite il prima possibile. Non c’è una scadenza, ma penso che qualcosa diremo al Mugello”.