Cosa c’è di meglio della Ferrari che vince il Gran Premio d’Italia? Dopo l’impresa vincente di Charles Leclerc per il mondo del motorsport sembrava non esserci nient’altro di più bello da festeggiare, ma si sbagliava. Infatti, dall’altra parte dell’oceano, mentre il gran premio di Formula 1 finiva, iniziava la Lone Star Le Mans, la gara americana di sei ore del WEC. E a vincere sul Circuit of the Americas è stata un’altra Ferrari, quella di Robert Kubica, Yifei Ye e Robert Shwartzman, che si sono presi la vittoria con le unghie e con i denti, passando sotto la bandiera a scacchi con appena più di un secondo di vantaggio. Perché la Lone Star Le Mans, la 6h del COTA, è stata una gara ricca di colpi di scena, che hanno fatto anche tanto soffrire il box della rossa dopo il ritiro della vettura di Antonio Giovinazzi, Alessandro Pier Guidi e James Calado - partita in pole position e in testa alla classifica finché un problema al cambio dopo un contatto nel doppiaggio di una LMGT3 non l’ha costretta a ritirarsi.
Il primo settembre diventa così una giornata storica per la Ferrari, l’anniversario di qualcosa che mai era successo prima e che consacra due squadre diverse che lavorano allo stesso ritmo. Che sanno approfittarsi delle situazioni giuste e che, soprattutto, hanno dimostrato di saper rischiare: le dinamiche delle due vittorie hanno anche qualche punto in comune e, alla fine dei conti, fa sorridere pensare che per uno stint allungato sia Charles Leclerc che la compagine di AF Corse siano riusciti a vincere una gara. Se in Formula 1 la strategia della squadra di Fred Vasseur è stata la chiave per la vittoria, con una scelta rischiosa di non effettuare la seconda sosta e, al contrario del resto della griglia, allungare il secondo stint fino alla fine, nel WEC le cose sono andate un po’ diversamente, ma il team radio di Robert Kubica che propone al suo ingegnere un doppio stint hanno fatto il giro dei social, raccontando di un pilota che nonostante tutto è sempre pronto a rischiare tutto.
Già in qualifica la 499 P gialla di AF Corse si era messa in evidenza, classificandosi seconda di fianco alla vettura sorella di Antonio Giovinazzi, mentre quella di Antonio Fuoco si trovava un po’ più indietro in terza fila. Alla partenza però, il trio della Ferrari ha messo subito le mani sul bottino importante: per tutta la durata della prima ora le prime tre posizioni sono state occupate dalle tre hypercar del Cavallino, grazie a una partenza incredibile di Miguel Molina, al volante della n. 50, che è riuscito a raggiungere subito i suoi compagni davanti a tutti. Kubica ha poi lasciato il volante al giovane cinese Yifei Ye, pilota ufficiale di Ferrari Competizioni GT, che si è ritrovato in prima posizione dopo il ritiro di Giovinazzi, ma sotto minaccia poco dopo dalla Toyota Gazoo Racing di Kamui Kobayashi, Mike Conway e Nyck De Vries. Sembrava quindi sfumata ogni chance di vittoria per la compagine di AF Corse, il team piacentino che da anni collabora con Ferrari nelle più importanti serie a ruote coperte, finché alla Toyota n. 7 non è stato commisurato un drive through, una penalità per non aver rispettato il regime di bandiera gialla, che ha permesso a Robert Shwartzman di riprendersi la prima posizione per regalare alla Ferrari un’incredibile vittoria.
Il fatto che sia successo solo qualche ora dopo la storica impresa di Charles Leclerc a Monza rende il tutto ancora più spettacolare per gli uomini e le donne di Maranello, che ancora una volta hanno dimostrato di essere pronti a salire sul tetto del mondo. Sul podio della Lone Star Le Mans poi è salita anche la squadra nella 499 P n. 50, con Miguel Molina, Nicklas Nielsen e Antonio Fuoco che sono riusciti a finire in terza posizione, compiendo a loro volta una piccola impresa per lasciare aperta la lotta al titolo contro la Porsche - decisamente in difficoltà sul circuito texano. Soddisfazione, orgoglio e pura felicità sono le tre parole che caratterizzano la domenica appena trascorsa in rosso: due squadre diverse, una dalla parte opposta del mondo rispetto all’altra, ma con uno stesso obiettivo, che per la prima volta è stato raggiunto in sincronia.