È la terza domenica di agosto e la MotoGP ha appena archiviato il decimo weekend di gara del 2023. Un sole ostinato catalizza tutta la sua prepotenza sulle vallate alpine della Stiria, Austria, che fervono come catini infernali. Nei boschi, in lontananza, si sente ancora l’eco dei motori della top class, quattro cilindri a V o in linea che, da qualche minuto, hanno concesso una tregua all’asfalto di Zeltweg. Tra le vie del paddock si parla e si cammina senza sosta. Siamo a metà stagione e l’intensità delle notizie sul mercato piloti della MotoGP accarezza i picchi massimi. Addetti stampa e social media manager di tutte le squadre, di tutte le classi, sono in fermento: Pramac ha appena ufficializzato, a malincuore, la separazione a fine stagione da Johann Zarco; in giornata arriverà quasi certamente l’annuncio del passaggio del francese alla Honda, nel team di Lucio Cecchinello. In settimana, con buone probabilità, usciranno altri comunicati, riguardanti piloti e team di Moto2, Moto3 e, perché no, anche di MotoGP. A Zeltweg non si parla d’altro. Mercato, clausole, contratti, selle disponibili, selle traballanti, selle occupate, selle che forse si libereranno ma non prima del 2025. Indiscrezioni, congetture, voci su voci, che si rincorrono febbrilmente. Un concentrato di chiacchiere che frigge l’aria, resa ancor più irrespirabile dai gas di scarico e da un anticiclone africano che scioglie le Alpi.
I piloti, ormai, da circa un mese rispondono più o meno alle stesse domande di mercato, domande che ogni volta mutano nella propria struttura sintattica ma non nella sostanza. C’è chi resta concentrato e si attiene alla linea diplomatica e guardinga imposta dal manager di turno. C’è chi non ne può più, e magari si sbilancia, o si lascia tradire da un sorriso ammiccante, che per i giornalisti vale più di mille dichiarazioni dal significato circolare. Dopo la Gara di Zeltweg, Franco Morbidelli è uno dei primi piloti che si inoltra nella pancia del Red Bull Ring, prima di fare il suo ingresso in sala stampa per il canonico media debrief della domenica. Franco porta sul viso un sorriso tenue ma fisso, sintomo di una vitalità copiosa, ancora in circolo tra mille vasi sanguigni e chissà quante sinapsi. Scattava dalla quattordicesima casella e, dopo una partenza complicata, con una Yamaha che chiedeva pietà tra i rettilinei austriaci, ha rimontato sino all’undicesima posizione, ricucendo un gap di oltre tre secondi dal il compagno di squadra Fabio Quartararo e concedendosi il lusso di sopravanzare una Ducati e due KTM.
Se la prima domanda, di rito, dovrebbe essere sulla gara di Franco, questa volta – guarda caso – è sul mercato piloti. “Allora, possiamo dire che Lin Jarvis ti abbia fatto un favore a lasciarti andare dalla Yamaha?”. Franco Morbidelli attende cinque interminabili secondi prima di rispondere. È un silenzio che rende l’atmosfera improvvisamente glaciale, che non ha nulla a che vedere con l’aria condizionata della sala stampa: “Cazzo non so che dire…non so che dire…mi metti con le spalle al muro. Mi metti con le spalle al muro e allo stesso tempo mi fai riflettere però. Mi fai riflettere perché mi viene da pensare che comunque delle volte quello che succede fuori dalla pista è più allettante di quello che succede in pista. È triste, è triste che così tanta gente mi chieda del futuro, mi chieda cosa farò, e ancora cosa farò. È più importante di quello che succede in pista. Vuol dire che quello che succede in pista non è valorizzato, non gli si mette il giusto occhio, perché comunque nella mia gara sono successe un botto di cose, nel mio weekend sono successe un botto di cose, ma comunque tra tutte le cose che sono successe nel mio weekend la cosa più importante è cosa farò il prossimo anno e la moto che prenderò il prossimo anno. Questo sport deve crescere sotto tanti punti di vista e un punto di vista secondo me è questo, cioè ad esempio una cosa bella della Formula 1 è che riesce ad esaltare le battaglie dei top ma anche le battaglie che avvengono a metà classifica. Oggi là dietro ti assicuro che ci sono state delle gran belle battaglie".
Forse, invece che continuare a correre al pari di tori che arano la fascia di un campo spelacchiato di provincia, bisognerebbe fermarsi un attimo e riflettere, ascoltare. Come ha fatto Franco, come forse solo Morbidelli – insieme a pochi altri – sa fare. Nel mondo del pallone gli allenatori, a volte anche a sproposito, ripetono ossessivamente: “Parliamo di calcio, parliamo di tattica, di tecnica, della partita”. Franco, con uno slancio ben più propositivo rispetto a chi vuole solo evitare una domanda scomoda sul mercato, ha chiesto a tutti di avvicinarsi alla pista. Ha chiesto a tutti di non perdere di vista l’obiettivo, il focus, ciò che conta veramente. Ha chiesto a tutti di sganciarsi dalle logiche delle selle libere e occupate, delle penalità che arrivano, non arrivano o vengono comunicate in ritardo. Franco vorrebbe che venisse dato più risalto a manovre, sorpassi, tempi sul giro, salvataggi, cadute, rimonte. A ciò che avviene tra ghiaia e asfalto, nelle prime come nelle ultime posizioni. Guardiamo la MotoGP perché sono queste immagini, e non certo le voci sul mercato piloti, a scuoterci. Ed è solo valorizzando tali immagini che la MotoGP può pensare di crescere, di avvicinarsi ai giovani o a qualsiasi altro tipo di pubblico. Morbidelli ha ragione quando dice che la MotoGP ha ancora tanto da imparare dalla Formula 1, dove il video di un bel sorpasso per la quattordicesima posizione viene pubblicato sui canali social ufficiali la sera stessa della gara. La MotoGP, su YouTube, fa uscire “Other Battles”, una rubrica che racchiude i sorpassi più importanti avvenuti a centro gruppo, o nelle retrovie. Filmati che a volte vengono lanciati quattro, cinque giorni dopo la gara. Filmati che in certe occasioni restano addirittura nel cassetto, non vengono pubblicati. C’è un problema di reattività, in MotoGP, nell’avvicinare il pubblico alle gare. In Formula 1 la Drivers Parade – con i piloti che prima della gara, a bordo di un carro, salutano i tifosi sparsi in ogni angolo di circuito - è stata introdotta nel 2015. In MotoGP la Riders Parade è stata una delle “novità” del 2023.
"Ho tanta adrenalina dalla gara, perché è stata comunque una bella gara, è stata una gara dove volevo recuperare e ho recuperato tanto, volevo raggiungere il gruppetto che andava da Aleix a Miller e ci sono arrivato, forse un po' troppo tardi e con le gomme già finite. Ho fatto un bel sorpasso, disperato, alla sette, su Pol Espargaró, e poi ci sono stati dei bei momenti con Miller e con Zarco” – racconta Franco con gli occhi vivi quando finalmente gli si chiede della gara. In Austria Morbidelli ha corso alla grande, spremendo il massimo da una M1 in crisi. “Sono contento anche per Franco che ha fatto paura, è venuto su bene e ha fatto dei bei tempi”, ha detto Valentino Rossi. Dopodiché, se si vuole ancora parlare di mercato, state certi che l’anno prossimo Franco Morbidelli avrà una sella. La merita. Lo dice la pista.