“Sincerely…”. Pecco Bagnaia comincia quasi sempre così le sue risposte alla stampa internazionale, un po’ come quando Valentino Rossi dice “allora”. È la conferenza con i tre piloti saliti sul podio al GP d’Austria, a fianco a lui ci sono Brad Binder e Marco Bezzecchi. “Sincerely, anzi honestly”, si corregge stavolta. “Mi hanno detto che è meglio, quindi sincerely… ah no, honestly!”. Risate. “Scusate, sono un po’ stanco”. Altre risate. Ad un certo punto esce anche un “hopefully”, tutta la situazione ci fa sentire più vicini a lui, che parla completamente rilassato dopo un weekend a gestire la tensione.
Vedi Francesco Bagnaia davanti a tutti, ancora una volta, e pensi che vincere con cinque secondi di vantaggio è roba da altri tempi. Da campioni veri che fino ad un paio d’anni fa sembravano scomparsi. Vedi questo dominio rosso e pensi Redrum, come in Shining: Pecco ha ucciso il campionato, oltre sessanta lunghezze al primo dei suoi rivali e un altro weekend in cui si è preso tutto, dal primo posto in qualifica ai 37 punti a disposizione. Poi vedi lui e ti chiedi come faccia ad essere così serafico, tranquillo: sembra Tony Servillo quando passa in mezzo alla gente ne La Grande Bellezza, concentrato sull’obiettivo mentre il resto del mondo urla agitato. “Non mi sento il Verstappen della MotoGP. Sono me, devo continuare il mio lavoro”, ha risposto con grande tranquillità quando gli è stato chiesto come vede il paragone con l’altro cannibale del motorsport, anche lui diretto verso il terzo titolo mondiale. E poi ancora, sulla possibilità di cambiare approccio per la seconda metà del campionato: “Io cercherò sempre di fare il mio lavoro, è la cosa che più mi dà gusto. Quando pensi a gestire inizi adì avere paura di fare errori, sciocchezze… è meglio divertirsi e continuare come stiamo facendo, lavoriamo benissimo e ogni volta riusciamo a trovare la soluzione a piccoli problemi e questo ci regala la fiducia per continuare a lavorare in questa direzione. Questo weekend penso sia stato tra i migliori da questo punto di vista, abbiamo fatto la differenza in uno dei circuiti migliori per noi”. Ironia della sorte a uno che si fa chiamare Pecco non dovresti dire che è impeccabile, non se vuoi fare il giornalista almeno.
Questa per Pecco Bagnaia non è solo una vittoria, la quinta quest’anno nella gara della domenica, è la risposta - definitiva e senza diritto di replica - a chi l’anno scorso ha pensato che non fosse degno del titolo, che senza le altre Desmosedici sarebbe andata diversamente. La verità è che Ducati lavora meglio degli altri ma lui in questo momento è ad un altro livello. Eppure, quando gli fanno notare che senza di lui avrebbe vinto una KTM e che senza Binder la prima KTM sarebbe arrivata a 25 secondi, Bagnaia alza le spalle e dice che sì, il pilota fa ancora la differenza e la farà sempre. La MotoGP quest'anno finisce tardi, il 26 novembre. A lui però potrebbe bastare correre fino a ottobre, con tre gare di scarto.