Fabio Quartararo, ormai, lo dice da settimane: i problemi della Yamaha sono più di uno e tutti insieme generano una situazione frustrante. Qualcosa di molto simile, ma con un piglio differente, lo ripete spesso anche il suo compagno di squadra, Franco Morbidelli, che però sembra più consapevole che ci vorrà tempo. Che non significa essere arresi o averla messa persa, ma semplicemente che il lavoro da fare è così tanto da non stare lì a chiedersi se e quando arriverà la possibilità di lottare per il podio.
Lo ha spiegato anche oggi, in conferenza stampa, motivando la scelta di quella che lui chiama “la moto lunga”. Della M1, infatti, ci sono due versioni, una più corta e più gestibile in termini di agilità, l’altra più performante in termini di poteva e velocità. “Ho scelto la lunga – ha detto Morbidelli – ma è cambiato poco. Purtroppo ho fallito l’ingresso in Q2 e come sapete tutti quando parti dietro poi diventa tutto più difficile. Tra l’altro a un certo punto ci si è messa la pioggia e non ho voluto rischiare oltre il dovuto”.
Meglio mettere km sotto le ruote, per provare a capire da dove cominciare a sbrogliare i nodi di una situazione che rischia di diventare ingestibile. Oltre che generatrice di nervosismi vari. Il problema principale, per l’italobrasiliano, è la mancanza di grip. Anche se per dirlo c’ha dovuto pensare un po’, visto che la sua prima risposta alla domanda su che regalo vorrebbe per domani se questa fosse la notte di un unico desiderio da realizzare aveva risposto “più feeling con il davanti”. Poi, mentre spiegava il perché di quella risposta, c’ha pensato un po’ e ha affermato: “No, non vorrei più feeling con il davanti. Vorrei più grip! Sì sì, se potessi risolvere un solo problema entro domani vorrei più grip”.
Segno che le noie di questa M1, come ha sempre detto anche Fabio Quartararo, sono più di una e che l’unica cosa da fare è cominciare da una parte e vedere, di volta in volta, se ci sono e come sono gli eventuali miglioramenti. Le tre gare di fila potrebbero aiutare. Ma probabilmente, come un certo Valentino Rossi predicava già anni fa, è l’intero progetto di una moto che ormai ha dato tutto quello che aveva da dare che andrebbe rivisto. Magari con il V4 tanto sognato proprio dal pilota francese.