Il paddock del Mugello è sempre stato un gran bel casino. Sarà che in questo motomondiale gli sponsor sono tanti, e se ogni sponsor porta almeno una decina di ospiti a riempire si fa subito. Tanto che ultimamente s'è rischiato pure che ci fosse più gente dentro che fuori. Però alla confusione e alla folla che di solito stava fuori ha sempre corrisposto una situazione molto più tranquilla, anche se numerosa, all'interno del paddock. Come se respirare la stessa aria di quelli che mettono sul piatto la pelle rendesse tutto molto più serio.
In questo il Mugello non è cambiato. E' ancora così. O, meglio, è stato così fino alla tarda serata di ieri, quando a una certa ha cominciato a spargersi la voce che Valentino Rossi - reduce dalla sua prima vittoria da pilota di auto da corsa a Le Mans - era appena arrivato e stava mangiando qualcosa nell'hospitality del team che porta il suo nome. Non c'era rimasta tanta gente in giro, ma quella che c'era ancora ha fatto la stessa cosa che fanno le api sul miele: tutta lì. Quello di Valentino Rossi, c'è poco da fare, è ancora il nome che mette d'accordo tutti. Pure quelli che non l'hanno tifato mai e che, però, su un selfie o un autografo non ci sputano mica.
Ieri sera, però, il 46 non s'è visto molto in giro. S'è visto, invece, questa mattina, nei panni ufficialissimi dell'ultimo re della MotoGP, prima ancora che in quelli di patron del Team Mooney VR46 o di babbo della VR46 Riders Academy. E, manco a dirlo, ha reso inutili le transenne che circondavano l'area box e le hospitality di tutti gli altri. Con il "contegno" che è tipico di quelli che vanno in giro per il paddock che è andato a farsi benedire nel giro di niente, giusto il tempo di agganciare Vale mentre scorrazzava su e giù con lo scooter elettrico, o mentre provava a raggiungere il box. Roba che a fare 50 metri, quando ti chiami Valentino Rossi, puoi metterci anche un'ora e un quarto se a una certa non dici "no, basta".
"Tutto questo affetto è quello che resta anche dopo che si è detto basta con le corse in moto e, probabilmente, è la vittoria che vale più di tutte" - ha recentmente detto Vale in una intervista. E' la verità dell'ultimo re, in attesa che arrivi davvero qualcuno di nuovamente capace di rendere inutili le transenne che proteggono tutti gli altri, magari senza cercare scie, senza imitare. Provando, semplicemente, a "essere senza stare troppo a chiedersi" così come ha iniziato a fare ormai tantissimi anni fa quel ragazzino biondino che veniva da Tavullia.