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Futuro Ducati:
come a "Indovina chi?",
ma al tempo della MotoGP

  • di Emanuele Pieroni Emanuele Pieroni

16 agosto 2020

Futuro Ducati: come a "Indovina chi?", ma al tempo della MotoGP
La più suggestiva, la più improbabile, la linea verde, la più rischiosa: tutte le strade che portano in Ducati i piloti sul mercato

di Emanuele Pieroni Emanuele Pieroni

Jack Miller sulla Ducati del Team Factory, Francesco Bagnaia e Jorge Martin sulle Ducati del Team Pramac e Joahnn Zarco e Tito Rabat sulle Ducati del Team Avintia. E’ questa, dopo l’addio annunciato da Andrea Dovizioso, l’attuale situazione a Borgo Panigale per quanto riguarda il 2021. La sella libera è una, quella della rossa ufficiale, ma gli scenari sono diversi e potrebbero, di fatto, innescare movimenti a catena anche per quanto riguarda le squadre satellite. Abbiamo provato ad immaginarne alcuni, basandoci sulle informazioni che abbiamo, ma pure su quello che ci dicono la pancia e il cuore.

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IL RITORNO: JORGE LORENZO

Sarebbe la metafora italiana dei pensionati che, accettando di tornare a lavorare a basso costo, tolgono opportunità ai giovani. Detto questo, Jorge Lorenzo in pensione ci sta da un solo anno e non si può certo pensare che in un anno un campione assoluto diventi un brocco. E’ chiaro che per Ducati costituirebbe una garanzia più di qualsiasi altra scommessa e che anche da un punto di vista mediatico il ritorno del 99 sul cupolino della rossa potrebbe avere un  peso notevole. Resta da capire, però, se il budget che Ducati intende sborsare sarà lo stesso di cui si parla per gli altri piloti (e che sarebbe stato offerto anche a Dovizioso). Si mormora di 750.000 Euro all’anno per due anni: una cifra decisamente bassa per un cinque volte campione del mondo, anche se pensionato. Però, come ieri faceva notare qualcuno, Jorge Lorenzo in passato ha avuto da Ducati ben 25 milioni di Euro per due stagioni, se anche dovesse accettare di farne ora altre due ad un totale di 1 milione e mezzo di Euro, avrebbe comunque percepito, di media, circa 6 milioni e mezzo a mondiale. Che non è poco. Magari si accontenta. Altro dubbio riguarda la sella che eventualmente Jorge Lorenzo andrebbe ad occupare: quella della Ducati ufficiale o quella di Pramac (con moto ufficiale)?

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LA SCOMMESSA: FRANCESCO BAGNAIA (o JOAHNN ZARCO)

Non si fosse fatto male a Brno avremmo puntato tutto su Pecco Bagnaia. Perché è giovane, perché non ha grosse pretese economiche, perché ha meccanismi già rodati con Jack Miller e perché è italiano. Però Francesco Bagnaia si trova nella scomoda situazione di chi per due gare (oltre a quella già saltata) sarà fuori dai giochi, senza l’opportunità di dimostrare ulteriormente di meritare la Ducati del team ufficiale. Opportunità che, invece, ha Joahnn Zarco. Uno è già salito sul podio e l’altro quasi (maledetto guasto a Jerez), uno potrà salirci ancora e l’altro no (maledetta frattura rimediata a Brno). Ragionando coi numeri, quindi, per Pecco Bagnaia il momento non è dei migliori, ma le parole pronunciate in una intervista da Valentino Rossi ci hanno fatto pensare che forse la scelta era già ricaduta su Pecco. “Con l’addio di Dovizioso – ha detto Rossi – si apriranno scenari nuovi sia per la sella della Ducati ufficiale, sia per la sella della Ducati Pramac”. Non sarà che Valentino, essendo Bagnaia un pilota dell’Accademy, è al corrente di qualcosa che è già ben più di una trattativa? Altrimenti perché citare anche il team Pramac che, per quanto è dato sapere, è già a posto con Bagnaia e Martin per il 2021?

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LA LINEA VERDE: LUCA MARINI o ENEA BASTIANINI

Ci mettiamo anche Luca Marini e Enea Bastianini, collegando però il loro nome alla supposizione del paragrafo precedente. Nel senso che l’ipotesi che uno dei due possa salire sulla rossa del team factory è del tutto esclusa, ma non si può dire altrettanto per la Ducati del Team Pramac o per quella del Team Avintia. Se la scelta degli ufficiali dovesse infatti ricadere su Pecco Bagnaia o su Joahnn Zarco, a Borgo Panigale avrebbero una moto senza pilota per il 2021 o in Pramac o in Avintia. E avrebbero anche il tempo di studiare l’evolversi del mondiale di Moto2 per capire chi tra Bastianini e Marini (attualmente i più accreditati per il titolo) potrebbe meritare il salto in MotoGP anche in base ai risultati. Sono giovani, sono italiani e ai rookie si vuole bene sempre, con una operazione che potrebbe far dimenticare ai tifosi il bruttissimo epilogo del matrimonio con Andrea Dovizioso.

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LA SUGGESTIONE: ANDREA IANNONE

Tra i vari scenari è quello più suggestivo e, al momento, anche quello di maggiore fantasia. Ma non è così assurdo. Andrea Iannone e Ducati durante l’inverno e pure durante il lockdown si sono scambiati ben più di un ammiccamento. Il pilota di Vasto ha ammesso che il più grande rimpianto della sua carriera è quello di aver lasciato la moto di Borgo Panigale anni fa. Ciabatti, di Ducati, recentemente sì è lasciato andare, proprio a proposito di un ritorno di Iannone, ad un “mai dire mai” che la dice lunga. E il team manager di Pramac, Francesco Guidotti, si è esposto ancora di più: “Iannone? Certi amori non finiscono. Per Paolo Campinoti, Andrea è quasi un figlio”. E Pramac potrebbe essere proprio la porta per il ritorno del figliol prodigo, magari sulla sella lasciata libera da Bagnaia in caso di promozione di Pecco sulla rossa del team factory. Perché non direttamente di Iannone sulla ufficiale? Perché non ce ne è il tempo e sarebbe una scommessa troppo grossa. Nel senso che l’attuale pilota Aprilia (Dovizioso salirà sull’italiana di Noale?) potrebbe non ottenere lo sconto di pena richiesto sulla squalifica per il presunto caso di doping. E, ammesso che lo otterrà, non sarà prima di ottobre. Troppo in là, soprattutto per quanto riguarda sponsor e programmazione aziendale, per non aver già deciso chi guiderà la moto ufficiale. Per Pramac, invece, questo tempo d’attesa sarebbe più accettabile.

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LA RAGIONE: ANDREA DOVIZIOSO

L’ipotesi più ragionevole è incredibilmente anche la più assurda. Quando si arriva a certi strappi i margini di recupero diventano minimi, ma le vittorie guariscono ogni cosa. E, se dovessero arrivare, mai dire mai. Lo sappiamo: non succederà neanche se Dovi dovesse vincerle tutte da qui alla fine. Ma ci piace pensarlo. Ci piace immaginare che i due (Dovi e Ducati), dopo otto anni di crescita in simbiosi, si  guardino in faccia dicendosi: “Abbiamo sfavato! Pietra sopra e andiamo avanti”. Sarebbe la cosa migliore per entrambi.

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