Le magie con la moto devono farle i piloti e non gli ingegneri! Giacomo Agostini sembra pensarla così e non perde occasione per dirlo. Già in passato il quindici volte campione del mondo aveva criticato la troppa elettronica che c’è sulle moto da corsa di oggi e adesso ci si è messa di mezzo pure l’aerodinamica. Ali ovunque, appendici che spuntano su ogni lato delle motociclette e prototipi che sono sì velocissimi sul dritto e in curva ma che diventano inguidabili quando ci si trova a bagarrare nel mucchio, a causa dei vortici creati dai piloti che precedono.
“Una moto – ha detto la leggenda bergamasca - deve essere una moto, non può essere trasformata in un aereo. La stessa cosa accade con l'elettronica, quando se ne usa troppa finisce per passare in secondo piano l’abilità del pilota”. La solita vecchia storia dell’uomo che dovrebbe contare più della macchina, ma anche la solita vecchia storia del futuro che, come diceva Marinetti, “arriva lo stesso e vince sempre”. Di sicuro, però, in MotoGP sarà necessario mettersi a tavolino e capire se e come arginare lo sviluppo aerodinamico, visto che le stesse case costruttrici hanno ammesso che andando avanti di questo passo si avranno moto sempre più veloci e circuiti sempre meno adatti e funzionali, soprattutto dal punto di vista della sicurezza.
Fino ad oggi, in vista del 2027, s’era parlato di limitare la cilindrata, ma l’impressione è che ora ci si dovrà necessariamente confrontare con un orizzonte più ampio. Se la volontà principale degli organizzatori del motomondiale è quella di garantire il massimo dello spettacolo, infatti, non si potrà prescindere dal vedere i piloti in bagarre, livellando il più possibile le prestazioni dei prototipi e lasciando che a fare la differenza siano, appunto, piccoli dettagli tecnici e il manico di chi è in sella.
Un obiettivo, questo, perseguito anche con l’introduzione delle Sprint Race che caratterizzeranno da questo 2023 la giornata del sabato e che metteranno in palio la metà dei punti del normale gran premio della domenica. Qualcosa, il dover correre due gare in un solo week end, che Giacomo Agostini conosce bene. “Ho corso in due categorie contemporaneamente ai miei tempi e serviva una buona preparazione - ha riconosciuto il 15 volte campione del mondo - Non so come gli appassionati recepiranno le Sprint Race, visto che ci sono molte persone che lavorano il sabato e che tanti, quindi, non avranno l’opportunità di seguirle. Inoltre non so se questa gara in più finirà per togliere importanza a quella normale della domenica".