Non è uno che concede molte interviste e anche quando lo fa tende a usare il minore numero possibile di parole. Un po’ per una particolare timidezza, un po’ perché ha sempre quell’aria lì di chi, in fondo, ha altro da pensare piuttosto che stare a rispondere alle solite domande. I colleghi della rivista e del sito motorcyclenews, però, sono riusciti a beccare l’ingegnerissimo italiano, partendo dal perché ha scelto di restare in Ducati nonostante le avances di Honda. “Con HRC ho avuto alcune conversazioni – ha ammesso senza nascondersi in giri di parole - Mi trovo bene in Ducati. Ho lavorato molto duramente per arrivare ad una posizione in cui sono considerato un riferimento per tutti gli altri, quindi andarmene in questo momento non sarebbe stato logico. È vero che ho fatto quello che dovevo fare qui in Ducati e poteva essere una sfida vinta e archiviata. Sicuramente Honda è una sfida altrettanto interessante e importante, ma penso che sia logico continuare qui dopo tutto il duro lavoro che ho fatto in questi anni”.
Un lavoro che, sia inteso, non diventerà certo meno duro in futuro, vista la velocità con cui cambiano gli scenari in MotoGP, ma che sarà certamente più dolce, con la Ducati che, al limite, si trova a fare i conti con “problematiche” più interne che dettate dalla competitività degli avversari. “Le sfide non mancano mai – ha proseguito – Dobbiamo essere bravi a gestire piloti con personalità molto forti e adesso arriverà anche Marc Marquez. Potrebbe essere una preoccupazione in più, ma il valore di Marc non si discute. Non è ancora deciso nulla sulla moto che guiderà, se si tratterà di una Desmosedici con queste o quelle specifiche e aggiornamenti. E’ ancora in fase di analisi. Non forniamo ai team satellite moto che potrebbero avere problemi. A breve definiremo quale moto utilizzerà. Anche Bezecchi, con una moto dell'anno precedente, comunque, è in lotta per il titolo di quest'anno, quindi spero che possa riuscirci anche Marc. Dipenderà da lui”.
Per l’ingegnere italiano, il colpaccio fatto dalla Gresini Racing rappresenta comunque un valore aggiunto, anche se ci saranno equilibri da gestire per evitare che il peso, anche mediatico, di un otto volte campione del mondo, finisca per trasformarsi in qualcosa di difficilmente gestibile. “Ci tengo – ha aggiunto Dall’Igna – a precisare che portare Marc Marquez su una Ducati non è stata una mia idea: il merito è della Gresini Racing. E' una squadra che ha deciso di fare un accordo con un pilota. Una volta chiarito questo, ovviamente, sono molto felice di vedere piloti molto veloci sulle mie moto. L’anno prossimo vedremo belle lotte, non sarà un Mondiale noioso. “Márquez è un pilota che ha vinto tantissimo. E' uno dei piloti più importanti della storia e non credo che nessuno possa dire nulla al riguardo. Ho dei piloti forti in Ducati che stanno facendo cose meravigliose, stabilendo record in ogni gara. Sono contento dei piloti che ho”.
Il “problema Marc Marquez”, insomma, è un finto problema e Dall’Igna sembra esserne perfettamente consapevole, pur sapendo che ci saranno degli equilibri da non andare a intaccare. Così come è consapevole che anche nel 2024 tutti proveranno a copiare Ducati. Compresa la Honda, che potrà anche contare sulle informazioni che Johann Zarco, dpo tanti anni sulla Desmosedici, saprà portare in dote a HRC. “Sta nelle cose – ha spiegato Dall’Igna – E’ chiaro che quando un pilota cambia squadra porta informazioni nella nuova squadra. Quando Zarco venne in Ducati da KTM ha chiaramente portato informazioni sulla KTM. Fa parte del gioco e è così con tutti i piloti, molto peggio è nel caso degli ingegneri Ducati che sono andati alla KTM”.