“Per limitare la potenza e riportare la MotoGP su margini di sicurezza più accettabili si potrebbe ridurre la cilindrata a 850 cc. Questa è la proposta che ha fatto Ducati al tavolo dell’MSMA (l’associazione dei costruttori) e tre marchi e mezzo su cinque sono d’accordo” – Sono le parole di una intervista dell’estate scorsa a Gigi Dall’Igna, con l’ingegnere della Ducati che, senza girarci troppo intorno, aveva ammesso che per il futuro si stava parlando di MotoGP meno potenti in nome della sicurezza.
Superare i 400 km/h è suggestivo, ma non servirebbe ai fini dello spettacolo e, soprattutto, renderebbe inadeguata gran parte dei circuiti del mondiale. Da qui l’invito da parte di Carmelo Ezpeleta e della stessa Dorna, insieme alla FIM, a sedersi intorno a un tavolo per discutere se e come cambiare in vista della grande rivoluzione del 2027. Tra le varie proposte, quella che era sembrata sin da subito la più percorribile era stata, appunto, quella portata da Ducati, che suggeriva, sostanzialmente, di ridurre la cilindrata da 1000 a 850 cc. Oltre a quelli di Borgo Panigale, anche Honda e Yamaha si erano dette favorevoli, mentre Aprilia s’era detta contraria e KTM aveva chiesto tempo.
Era il periodo in cui il marchio austriaco stava tentando di ottenere da Dorna altre due moto e quel chiedere tempo era suonato già allora come un tentativo di mettersi un po’ di traverso per provare a alzare la posta e ottenere le due moto in più facendo leva su altri temi fondamentali della MotoGP. Per Aprilia, invece, il discorso era stato del tutto diverso, con massimo Rivola che, in nome del contenimento dei costi, aveva piuttosto suggerito di aumentare l’alesaggio dei motori, così da abbassare la potenza senza toccare le cilindrate e senza dover, di fatto, mettere mano a progetti totalmente rinnovati. Alla fine, però, a spuntarla è stata proprio la proposta di Ducati, anche perché KTM ha definitivamente sciolto le riserve proprio in queste ore.
“In linea di principio Aprilia vorrebbe restare sul motore 1000 cc – ha spiegato Pit Beirer di KTM ai colleghi di SpeedWeek - Questa era originariamente anche la nostra idea. Ma dopo molte discussioni, siamo passati alla direzione degli 850cc, che ha sicuramente aspetti positivi. Naturalmente inizialmente per noi era un fattore di costo non cambiare il motore in modo così radicale perché sarebbe stato più economico continuare a lavorare sulla base di un motore esistente. E il lato costi riguarda non solo Aprilia, ma tutti noi. Però con il tempo abbiamo capito che il passaggio a motori da 850 cc potrebbe risultare comunque vantaggioso anche per sviluppare un nuovo regolamento che guardi sempre di più allo spettacolo e che rimescoli un po’ le carte in tavola”.