“Un buon rapporto in MSMA è impossibile” – Lo ha detto Gigi Dall’Igna che, intervistato da Speedweek, ha parlato a lungo del futuro della MotoGP. Contrariamente da quanto fatto dai responsabili degli altri costruttori, l’ingegnere italiano ha scelto di non usare il filtro del finto buonismo, spiegando che nell’associazione che raccoglie i quattro marchi dell’attuale MotoGP non si troverà mai una linea totalmente condivisa.
“In MSM, però, stiamo parlando di futuro. E’ già qualcosa – ha detto - Per certi aspetti siamo d'accordo. Ma sicuramente sarà impossibile raggiungere l'unanimità su tutti gli aspetti del nuovo regolamento tecnico”. Il riferimento, è chiaro, è a quello che succederà nel motomondiale dopo il 2027, ma anche al fatto che ognuno, come è ovvio che sia, prova a tirare acqua verso il suo mulino. La vera forza dei rappresentanti in MSMA dovrà essere, quindi, quella di individuare una linea che accontenti un po’ tutti. In particolare su quanto riguarda il tema caldissimo della sicurezza in relazione alle caratteristiche dei circuiti e, soprattutto, alle caratteristiche dei nuovi prototipi.
“Tre marchi e mezzo su cinque sono favorevoli a ridurre la cilindrata delle moto, uno e mezzo sono contrari – prosegue Dall’Igna, senza specificare i nomi - La Ducati ha spinto per 850cc. È una cilindrata strana, ma in MotoGP si costruiscono prototipi. Questa è la realtà. E la velocità massima ci causerà problemi in futuro se non facciamo qualcosa. La velocità è già troppo alta. Dobbiamo tenere presente che il nuovo regolamento sarà valido fino alla fine del 2031, tra otto anni. Se fino ad allora resteremo con i 1000cc e aumenteremo la velocità ogni anno, avremo dei problemi“. Il muro dei 400 km/h è già vicinissimo e in prospettiva si rischia di esporre i piloti a velocità non umane, con tutto quello che potrebbe conseguirne. Dall’Igna, invece, sembra contrario circa la proposta di limitare fortemente l’aerodinamica: “Allora bisognerebbe togliere tutte le ali anche alle monoposto di Formula 1, perché ce le hanno tutte. È un argomento che non capisco. Gli spoiler aumentano la sicurezza in MotoGP. Secondo me dobbiamo ridurre un po’ la velocità delle moto per ragioni di sicurezza, ma non dobbiamo spingere troppo sui tempi sul giro, altrimenti le superbike a quattro cilindri da 1000 cc saranno più veloci. Al momento le MotoGP sono in media dai tre ai quattro secondi più veloci. Quindi abbiamo spazio per ridurre la potenza, ma è limitato. Possiamo aumentare i tempi della MotoGP di un secondo, ma non di più”.
L’ingegnere italiano si è detto contrario anche alla proposta, timidamente avanzata da qualcuno, di limitare le prestazioni delle moto attraverso gli pneumatici. Con, insomma, gomme meno performanti. “Sono contrario – ha spiegato - perché alla fine le gomme sono una parte importante della sicurezza. Se fossi un pilota mi spaventerei parecchio se dovessi utilizzare una gomma di secondo ordine. Alla fine di tutto, comunque, deciderà Carmelo Ezpeleta. Come costruttori possiamo mettere delle proposte sul tavolo fino alla fine della stagione. Su alcune questioni relative alle motociclette troveremo una decisione a maggioranza, ma alla fine la decisione finale sarà presa dalla FIM e da Carmelo".