Il motociclismo l’ha vissuto fino all’ultimo perché per Fabrizio Pirovano le due ruote erano come l’ossigeno. Non semplicemente uno sport o un lavoro, bensì una passione, qualcosa per cui valeva la pena svegliarsi con il sorriso al mattino. E anziché comportarsi da egoista e tenersi per sé questo amore, ha cercato di trasmetterlo agli altri. Di rendere tutti partecipi, a partire dalle sue figlie Francesca e Michela che su Instagram hanno dato vita ad una diretta in cui hanno festeggiato il compleanno del loro papà che, se ancora in vita, l’1 febbraio avrebbe spento 62 candeline. Orgogliose di mostrare caschi, carene e addirittura un pezzo di finestrino dell’auto da rally con cui Rossi aveva corso a Monza nel 2016 e che ha voluto autografare in omaggio al collega scomparso, ci hanno permesso di conoscere degli aneddoti sconosciuti grazie ai racconti di Dj Ringo e Giovanni di Pillo che lo hanno conosciuto e frequentato.
Se il conduttore di Revolver su Virgin Radio ha ricordato l’energia e la continua voglia di scherzare di Piro, è toccato all’inviato toscano riportare alcuni episodi piuttosto divertenti, come quando in un ristorante di Monaco Fabrizio gli mise in tasca un’aragosta viva, o come quando in aereo diede fuoco, inconsapevolmente, ad un giornale, piuttosto che quando in Yamaha presentò Maio Meregalli come suo cugino, cosa non vera, per farlo assumere, o quando dopo un incidente con Falappa in SBK, lo rincorse per malmenarlo.
Nel mondo delle moto celebrato come il “Re di Monza” per il cuore che ci metteva quando scendeva in pista e per l’abilità alla guida, tanto da diventare vice campione del mondo Superbike con una moto costruita nel suo garage di casa, sono in tanti a chiedere che all’indimenticato brianzolo venga dedicata una curva nel Tempio della Velocità. E chissà che quest’anno, in occasione del centenario del circuito, il desiderio non si trasformi in realtà.