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Gli Autogol non fanno più ridere,
ma ce li dobbiamo sorbire ovunque
(ora su Dazn)

  • di Riccardo Belardinelli Riccardo Belardinelli

9 febbraio 2022

Gli Autogol non fanno più ridere, ma ce li dobbiamo sorbire ovunque (ora su Dazn)
Il trio di creator pavesi è arrivato anche su Dazn raggiungendo, forse, il picco della propria carriera, sull’onda di quanto fatto tempo fa dalla Gialappa’s band. Che almeno sapeva improvvisare e fare humor da bar buono per tutte le generazioni. Loro, invece, non sanno andare oltre quelle due-tre imitazioni

di Riccardo Belardinelli Riccardo Belardinelli

Agli inizi degli anni Novanta, prima alla radio e poi in televisione, girava un trio, la Gialappa’s band, che con ironia e burle ha fatto ridere italiani di ogni categoria sociale e che, quasi trent’anni dopo, continua con la stessa allure a fare ironia su tutto: il calcio, lo sport, il varietà. La loro weltanschauung artistica ha fatto scuola, dal teatro alla tv, generando decine di comici e youtuber che da soli, o in gruppo, hanno provato a raccontare il calcio con quel tocco da bar, asciutto di ogni forma di volgarità. Fra questi adepti c’erano anche gli Autogol, trio composto da Michele Negroni, Alessandro Iraci e Alessandro Trolli.

Salterò la parte biografica dei classici nati-dove-e-quando. Le informazioni rilevanti sono altre. Cioè 2,05 milioni di iscritti sul canale Youtube, 3,5 milioni di follower su Instagram, 314mila seguaci su TikTok, 124,3mila iscritti sul canale Twitch. Questi i loro numeri. Nati nel 2006 come trio parodico di situazioni calcistiche su una radio del Pavese con gag e imitazioni, questi tre nerd del pallone tutto Gazzetta e fantacalcio hanno raggiunto l’apice con le parodie – su Youtube - delle partite di Euro 2016. Un successo consolidato con altre imitazioni poi diventate virali su Allegri, Conte, Buffon e via dicendo, fino ad entrare nel gotha dei content creator italiani. Un suggello arrivato grazie a un contratto con Dazn che dal 16 gennaio chiama gli Autogol e la Bobo Tv (senza Adani) a commentare due partite di Serie A al mese, i Coca-cola supermatch. Battute, commenti fantacalcistici, imitazioni. In questi anni di popolarità, ovviamente, anche ospitate in discoteca, primati nella classifiche di influencer e un libro - sì, anche loro -, Il calcio (non) è una cosa seria.

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Gli Autogol su Dazn

Definiti influencer, content creator, youtubers dalla stampa, fondamentalmente sono riusciti a diventare famosi sparando cazzate. Dopo anni di internet, una volta compreso il potenziale delle loro creazioni native, lo hanno stirato alla massima potenza. Ora, più di un decennio dai primi esordi di gavetta alla radio (Radio Ticino Pavia), come molti creators, continuano con dei vuoti, ripetitivi, contenuti cringe.

Infatti, a differenza della Gialappa’s, con cui condividono il percorso - prima la radio e poi il grande salto nella tv generalista - sono diventati ipertrash. La Gialappa’s ha fatto scuola, gli Autogol le hit parade da discoteca. L’ironia e la satira sportiva old school, come il Mai dire gol, il Gnok calcio show, il Quelli che il calcio, sono programmi per un pubblico che di certo ne fa a meno dei trend e degli smartphone, ma generazionalmente, a parità di idiozia, il divertimento proposto dagli Autogol ha raggiunto picchi cringe. Provate a guardare un video senza pensare “ma che stanno dicendo?”. Allora va nel loro sito. E scopri che oltre ad altri video che più inutili non si può c’è la possibilità di comprare una maglia con scritto “Puttana maiala” e la faccia di Allegri, più classifiche o video con nomi balordi tipo Fantasfigati, La Serie A va al mare, eccetera – ma pare non aggiornato da un po’.

Tutti abbiamo riso alle imitazioni di Allegri e a quei due-tre video di qualche anno fa, ma poi abbiamo squarciato il velo di Maya e abbiamo capito che erano baggianate, cose che finché hai 18-19 anni (come era nel mio caso) potevi anche permetterti di fare. Ma adesso non più. E il problema è che il loro business si basa da anni sulle stesse cose. Propongono sempre queste imitazioni con le solite caricature che nel 2022 non dovrebbero far più ridere. I commenti ironici durante le partite o un video in cui il vero Beppe Marotta dice “Ho fatto l’asta da Fantacalcio ubriaco”. Perché una persona che ha finito le scuole superiori dovrebbe ancora guardarli?

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La maglia in vendita sul sito degli Autogol

In un’intervista a Vanity Fair hanno detto: “Dissacrare il calcio è stata la nostra fortuna”. Quindi fare imitazioni ridondanti sarebbe alleggerire il calcio, ok. Allora proviamo: uno va a guardare i loro video per convincersi che dovrebbe essere la vera satira sportiva, quella del 2022, moderna e politically accettata è la loro, e si ritrova davanti a quello che guardava cinque anni fa. Ancelotti col sopracciglione, Buffon e le scommesse, il video con la canzoncina del momento. L’unica cosa che cambiano sono i trend delle battute e delle canzoni su TikTok. Ma il resto pare tanta, inutile, già vista fuffa.

Che poi loro non c’entrano nulla. Gli Autogol sono dei ragazzi che hanno creduto nel sogno di far ridere le persone sparando delle cazzate sul calcio. Poi il pubblico e i tempi hanno fatto sentire il proprio peso. I vari Gene Gnocchi e Gialappa’s, che dovrebbero essere dei competitor, sono fuori categoria. Sono tutti sui social e ancora sono attivi nelle televisioni, ma è chiaro che le nuove generazioni vogliono altro - le cazzate cringe degli Autogol o i contenuti post analfabetici dei vari Calciatori Brutti e compagnia. Se è vero che un bambino di nove anni e un ragazzo di 20 vogliono guardare un video con il cartoon di Maldini che fa la voce strana per farsi una risata, vuol dire che l’umorismo delle nuove generazioni sarà un problema – questo coinvolge in generale i content creator di TikTok, non solo la satira sportiva. Ma meglio non pensarci, meglio riguardare i video della Gialappa’s su Youtube.

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