Voto 0. A Valentino Rossi. Non eravamo pronti e fa un male boia... quel male anche un po' romantico che fa il futuro quando non si palesa in maniera definita, pur offrendoti la certezza che arriverà lo stesso. Ci hai fatto piangere in un torrido giorno d'agosto, Vale! Il votaccio, dopo il GP di Stiria, può essere condiviso con Michelin, neanche a quelle gomme è mai pronto nessuno (Bagnaia e Marquez docet): roba brutta
Voto 1. A Valentino Rossi. Non eravamo pronti e ci ha spiazzati, perchè all'idea di un saluto lungo un anno, in sella ad una Ducati del team che porterà il suo nome e con il fratello come compagno di squadra avevamo cominciato a farci l'abitudine. Va bene così, ci mancherebbe, ma sarebbe stato fantastico su circuiti finalmente aperti al pubblico pronti a trasformarsi in palcoscenici su cui esibirsi per l'ultima volta, dentro un'emozione mondiale che sarebbe stata immensa. Ripensaci, Vale, perchè spesso il viaggio e i viaggiatori contano più della vittoria! L'uno in pagella, al RedBull Ring, se l'è meritato anche Aleix Espargarò: non si piange per una sportellata. Anche perchè in futuro, senza Valentino Rossi, senza gomme in grado di garantire uguale performance e pure senza sportellate, la MotoGP rischia di diventare davvero noiosa. Le sportellate si danno e si prendono: restituire alla prossima e pochi piagnistei.
Voto 2. A Valentino Rossi. Non eravamo pronti e è mancata la solennità. L'addio alle corse di Valentino Rossi uno se lo immaginava come un momento da organizzare, almeno con i fazzolettini a portata di mano per contenere l'inevitabile lacrimuccia. E invece taaaaac: annuncio della conferenza, conferenza e tutti a casa. Così, la notizia delle notizie consumata in una manciata di ore e senza neanche far comparire la scritta "siete su Scherzi a Parte". Schwantz era stato più bravo: quello sì che è stato un addio! Chi altro ha meritato un due senza appello al GP di Stiria? Quelli che si occupano di sicurezza, perchè i piloti non sanno più come dirlo: Il RedBull Ring è pericoloso.
Voto 3. A Valentino Rossi. Non eravamo pronti e non ha tenuto conto degli haters. Caro Vale, adesso quelli che da vent'anni e oltre vivono alimentandosi di acrimonia nei tuoi confronti come faranno? Quelli che hanno aperto pagine social, che si dissetano di veleno spremuto da tutto quello che fai come potranno andare avanti? Smettere senza prenotare un ciclo di seduto dallo psicologo per ognuno di loro è stata l'ennesima prova, come da anni loro stessi vanno blaterando, che non hai alcuna umana sensibilità: siamo preoccupati, questi potrebbero cedere all'autolesionismo. Il tre questa settimana non lo toglie nessuno neanche a KTM, per la brutta pagina scritta con l'annuncio dell'ingaggio di Raul Fernandez e del conseguente addio a Danilo Petrucci, anche perchè, a quanto pare, Fernandez non è affatto contento di lasciare la Moto2. Inoltre, Petrucci stava rischiando la pelle in pista nell'esatto momento della comunicazione ufficiale: il tatto, il rispetto e l'umanità stanno bene anche con l'arancione acceso, qualcuno lo dica agli austriaci
Voto 4. A Valentino Rossi. Non eravamo pronti e qualche "vaffa" ci sarebbe stato da Dio. Troppo garbato quell'annuncio, qualche sassolino andava tolto dalle scarpe. Così, giusto per accendere la miccia e farci assistere a qualche deflagrazione che ci facesse dimenticare, per un attimo, che siamo diventati vecchi pure noi che con te ci siamo cresciuti e che c'eravamo, adolescenti appena "motorinati" come te, in quel 1996 in cui è iniziato tutto. Possibile che dopo 26 anni non gli sia venuto in mente qualcuno da mandare caldamente a fare in cu*o? Non è bollito, il ragazzino guascone s'è solo omologato. Quattro anche a Marc Marquez. Non per la sportellata, non per l'aggressività e nemmeno per il risultato al GP di Stiria (che comunque è stato tutt'altro che da buttare visti i problemi riscontrati dopo la ripartenza), ma perchè troppo diplomatico nelle dichiarazioni post gara. Caro Marc, l'eredità pesante spetta a te e se non ti impunti tu per questo scempio delle gomme chi altro può farlo? Coraggio Marc, che adesso quello he ci mette la faccia per tutti dovrai essere tu.
Voto 5. A Valentino Rossi. Non eravamo pronti e l'unico cielo in cui farlo doveva essere quello di Misano Adriatico. Sul circuito che porta il nome di Marco Simoncelli, davanti alla sua gente, in quel pezzo di terra tra le Marche e la Romagna che lo ha visto crescere, diventare immenso e che, adesso, è residenza fissa di piloti, grazie alla sua Academy e alla VR46. Valentino Rossi ha annunciato il ritiro al GP di Stiria; oppure, Valentino Rossi ha annunciato il ritiro al Marco Simoncelli World Circuit di Misano, vuoi mettere? Non ci sarebbe stata storia: più rispetto per chi fa i titoli, Vale! Cinque senza infamia e senza lode da assegnare anche a Johann Zarco. Il francese è secondo nel mondiale e non può accontentarsi sempre. Ok i problemi, ok la volontà di finire le gare, ma Fabio Quartararo sta scappando e forse è arrivato il momento di rischiare il tutto per tutto. Ci mancano le Zarcomaniere
Voto 6. A Valentino Rossi. Non eravamo pronti, ma la verità è che non lo saremmo stati mai. Il 14 novembre è pure vicinissimo e per andarlo a salutare a Valencia, nel GP che chi ama il motociclismo mai e poi mai vorrebbe perdersi, ci sarà da mettere in piedi una macchina organizzativa che la Nasa scansati. Per non parlare dei costi, anche se l'immancabile "Io c'ero" varrà, e varrà tanto, per sempre. Urge organizzatore viaggi (telefonare ore pasti). Sufficienza appena meritata anche per Alex Rins. E' vero: ha finito la gara e già è qualcosa, ma le novità tecniche portate da Suzuki al RedBull Ring hanno catapultato Joan Mir sul podio; adesso c'è il mezzo e non c'è più giustificazione che tenga, anche perchè a fine anno scade il contratto. Dare gas è l'unica via.
Voto 7. A Valentino Rossi. Non eravamo pronti, ma è giusto così. Si gioca, si scherza e va bene tutto, però la sua carriera è durata più di quella di qualunque altro sportivo moderno e se si è rotto le palle è sacrosanto che non sia stato ad ascoltare tutti quelli, familiari e amici di sempre compresi, che gli hanno chiesto di esserci un anno ancora. Anche perchè un pilota corre per vincere, o almeno per provarci, non per salutare la gente in un bagno di affetto e gratitudine, pur ammettendo che ci sarebbe piaciuto tantissimo e che sarebbe stato l'epilogo perfetto del capolavoro che è stata la sua carriera. Il sette è per la scelta del finale. Il sette, dopo il GP di Stiria al RedBull Ring, è anche per Pecco Bagnaia. A sentire Marc Marquez, che gli è stato dietro per un bel po', la sua moto scivolava da fare spavento. Ha contenuto i danni, restand calmo in una situazione in cui avrebbe perso la pazienza pure un santo a causa di una gomma che non ne voleva sapere di comportarsi come quella prima. Da Pecco Bagnaia a Picco Bagnaia, o Picchio Michelin, poteva essere un attimo
Voto 8. A Valentino Rossi. Non eravamo pronti, ma non è colpa sua. Col sorriso, gli occhi sereni e la sua spiazzante semplicità ha ricordato che il tempo passa per tutti, non solo per lui, e che è la cosa più normale del mondo. Normale come una conferenza stampa normale e senza colpi di teatro. Da un lato è stato triste, dall'altro è stato un bell'insegnamento. Sempre coerente, ma mai ordinario. Otto in pagella anche a Fabio Quartararo. Questo qua il mondiale lo vuole veramente e sulla pista peggiore per lui e la sua moto è andato a prendersi un podio che vale oro e che, probabilmente, vale pure una mezza ipoteca sul titolo. Il francesino ci sta mettendo due palle gigantesche: chapeau!
Voto 9. A Valentino Rossi. Non eravamo pronti perchè ce ne è mancato uno. Nove come nove titoli, che però sono dieci, anche se ovunque c'è scritto un altro nome. Ok, ci stiamo esponendo ad un mare di insulti, ma per noi sono dieci punto e basta perchè, come ha detto lui stesso scherzando, mezzo ne ha buttato via nel 2006 e l'altro mezzo glielo hanno negato, in maniera anche bruttina, nel 2015. La doppia cifra non è questione di freddi numeri. E' questione di numeri, invece, quello che è riuscito a fare Joan Mir, che merita l'altro nove di giornata. Aveva chiesto a Suzuki l'abbassatore e appena glielo hanno datto s'è giocato la vittoria contro un Jorge Martin in giornata di grazia assoluta. Campione del mondo di mantenimento promesse.
Voto 10. A Valentino Rossi. Non eravamo pronti, ma impareremo ad esserlo. Franco Morbidelli, Pecco Bagnaia, Marco Bezzecchi sono il futuro e il Dottore lascerà a loro, senza dimenticare Luca Marini, una eredità pesante da frazionare. Il rischio che gli appassionati spengano la tv, con queste premesse, non dovrebbe esserci e, se succederà, vorrà dire che chi spegne la tv non è mai stato un vero appassionato di uno sport che, invece, è ancora il più bello del mondo, perchè fatto di grandi storie, enormi imprese, immense umanità. Il futuro è una cosa seria. Dieci, e non potrebbe essere altrimenti, anche a tutto il team Pramac, perchè si vede da lontano che razza di affiatamento - da toscanacci divertiti - riescono ad affiancare alle indiscusse competenze e, chiaramente, a Jorge Martin: manico vero e gran ragazzo. Ha vinto di forza, alla prima occasione utile dopo un infortunio serio che gli ha fatto passare diverse ore in sala operatoria e diverse settimane in fisioterapia. Poi, messi i piedi sul gradino più alto del podio, ha speso parole per chi, per primo, ha creduto in lui: Fausto Gresini. Uno così sarà protagonista, perchè ha il polso collegato al cuore.
10 e lode. A Valentino Rossi. Non eravamo pronti e forse neanche lui. Solo grazie, Vale!