Gli occhi di Pecco Bagnaia a fine gara sembravano quelli di chi cercava disperatamente che da qualche parte uscisse fuori il telo con la scritta “Sei su scherzi a parte!”. Ma niente: è stato tutto vero, purtroppo per il ducatista e per fortuna per Jorge Martin, dopo un GP di Stiria al RedBull Ring che è andato in scena in due atti. Una prima partenza e poi due giri e una seconda partenza seguita da altri ventisette giri. Nel mezzo il brutto incidente che ha coinvolto (per fortuna senza conseguenze di tragiche) Dani Pedrosa (che è pure ripartito facendo una gran gara) e Lorenzo Savadori (che invece ha dovuto arrendersi alla frattura del malleolo e sarà operato e salterà il GP d’Austria) e il solito rientro ai box con il tradizionale cambio gomme per le ripartenze. Eccolo qua il tema: il cambio gomme. Che ormai è come una lotteria a cui nessun pilota può sottrarsi, al di là di improponibili e passatistiche teorie del complotto e visioni di disegni superiori e che oggi ha, senza nessuna possibilità di smentita, quello che tanti e in primis Valentino Rossi dicono da tempo: gli pneumatici Michelin non sono tutti uguali.
L’assegnazione delle coperture viene fatta attraverso un sorteggio ed è chiaro che, come si dice a Roma, “a chi tocca non s’ingrugna” e non c’è alcun complotto o disegno superiore, ma è accettabile che la MotoGP moderna abbia scelto di contare su pneumatici talmente evoluti da non poter essere riprodotti in serie così da garantire uguale perfomance tra una gomma e l’altra? In estrema sintesi: scegli una gomma perché la reputi migliore, magari ci imposti tutto il fine settimana adattando la moto e i vari setting, poi arriva il giorno della gara, monti quella gomma e non si comporta come quella prima, nonostante dovrebbe essere identica. In passato i piloti avevano puntato il dito contro i pneumatici preriscaldati, ma Piero Taramasso e Michelin hanno categoricamente escluso che ci sia un calo di prestazione tra le coperture nuove e quelle che, invece, sono già state in termocoperta. Significa, quindi, che il problema è proprio a monte: non sono uguali. Che non significa che una ogni tanto è difettosa, ma che non hanno mai lo stesso comportamento una dall’altra anche se sono fatte alla stessa maniera, con gli stessi materiali e, magari pure negli stessi tempi. Forse sarebbe il caso di valutare l’opportunità di fare un passo indietro, andando a individuare mescole magari meno futuristiche, ma che garantiscano equità e che non costringano i piloti ad affidarsi ai Santi per pregare che non gli capiti quello che prima o poi nell’arco di una stagione capita più volte a tutti.
Oggi al RedBull Ring è stato evidente. Ne sa qualcosa Fabio Quartararo, che nelle interviste ha raccontato di essersi trovato male e di aver dovuto faticare tanto nella prima gara e di aver avuto, invece, un miglior feeling nella seconda, tanto da arrivare sul podio. E ne sa qualcosa pure Marc Marquez, a cui invece è successo l’esatto contrario: “Dopo la prima partenza mi sentivo bene, la moto aveva un buon grip e tutto sembrava promettere che sarei riuscito a fare un’ottima gara, con la mescola scelta che sembrava adattarsi perfettamente alle mie esigenze e caratteristiche di guida. Poi c’è stato l’incidente e la seconda partenza e lì è cambiato tutto. Ho replicato la stesa scelta di gomme, ma sembrava un’altra moto rispetto a quella di pochi minuti prima: non avevo un buon grip e ho dovuto faticare tanto e i fedback che avevo mi dicevano chiaramente che se avessi osato di più sarei finito nella ghiaia. Ho fatto qualche giro dietro a Francesco Bagnaia e per lui la situazione sembrava pure peggio: non so come ha fatto a stare in piedi”. E probabilmente non lo sa neanche lo stesso Bagnaia, che al termine del GP di Stiria sembrava non avere neanche la forza di arrabbiarsi: “Mi dispiace tantissimo. Nella prima gara andava tutto benissimo, nella seconda ho scelto una mescola diversa per l’anteriore, ma i problemi li ho avuti sul posteriore, nonostante avessi montato la stessa gomma. Purtroppo non sono uguali e capita troppo spesso che questo finisca per mortificare le prestazioni. Sono perfettamente consapevole che gli pneumatici vengono assegnati per sorteggio e quindi non punto il dito verso nessuno se non verso la sorte, ma così è brutto e brucia”.