Da quando Michelin è subentrata a Bridgestone in MotoGP nel 2016, il modo di guidare è cambiato e di conseguenza sono cambiate anche le prestazioni dei piloti. Mescole e carcasse più morbide ed un “edge” della gomma più performante hanno permesso di incrementare sensibilmente la percorrenza di curva, con grandi miglioramenti in termini di tempo sul giro ed altrettante lamentele da parte di alcuni piloti. Prima fra tutte la poca fiducia con l’anteriore, che nei primi tempi generava cadute apparentemente inspiegabili da piloti e telemetristi. Poi, col tempo, il costruttore francese ha tarato meglio le diverse specifiche ed i piloti hanno imparato a conoscere la gomma, al punto che ad oggi sembra essersi risolto anche il problema delle “gare endurance”, quando controllare l’usura degli pneumatici era più importante di spingere. A distanza di cinque anni però, sono ancora molti a puntare il dito contro Michelin. Gli pneumatici vengono costruiti artigianalmente e i piloti parlano di gomme difettose, ma non solo: c’è anche chi (come Marco Melandri) pensa che i sorteggi con cui si distribuiscono le gomme andrebbero resi pubblici. In una lunga intervista rilasciata ai colleghi francesi di Paddock GP, il responsabile Michelin per la MotoGP Piero Taramasso ha provato a rispondere a domande e critiche, a cominciare dal difficile inizio di stagione per arrivare ale ormai famigerate gomme preriscaldate. Ecco i passaggi più interessanti.
“L’inizio di stagione è stato un po' difficile a causa della situazione sanitaria - ha esordito Taramasso - i test invernali sono stati ridotti rispetto alle stagioni precedenti. Abbiamo iniziato in Qatar ma non abbiamo potuto provare a Sepang o su altri circuiti. Quindi direi che l'intero sistema, le moto così come i piloti, non funzionava, e anche se abbiamo battuto tutti i record in Qatar e Portimão, abbiamo ricevuto critiche. All'inizio ci hanno criticato per la gomma anteriore asimmetrica e poi per la gomma posteriore, ma credo che non fossero critiche troppo fondate poiché erano gomme che avevamo già in allocazione dall'anno scorso. Vorrei ricordarvi che ci siamo impegnati a non modificare le specifiche degli pneumatici tra il 2020 e il 2021: Poiché lo sviluppo delle moto era congelato, abbiamo deciso di mantenere esattamente gli stessi pneumatici dell'anno scorso. E quest'anno, dalle prime gare, abbiamo sentito “la nuova gomma anteriore non funziona! La nuova gomma posteriore, uguale!”. Non c'erano pneumatici nuovi! Abbiamo a malapena introdotto nuove gomme asimmetriche davanti, ma sono le stesse che abbiamo sempre usato a Valencia, Sachsenring, Phillip Island e in tutti i circuiti asimmetrici. Ne abbiamo offerte altri, ad esempio in Qatar, Barcellona e altri circuiti, dove abbiamo pensato che fosse tecnicamente una buona soluzione. E alla fine ha funzionato, anche se ci hanno criticato già prima di guidare. Ma ok…”.
KTM ad ogni modo ha chiesto di ritirare uno pneumatico spiegando che, se fosse stato utilizzato, non avrebbero potuto raggiungere il livello del 2020: ”È vero, abbiamo ritirato quel tipo di gomma - risponde Taramasso - Era una gomma a mescola media che usavamo nelle stagioni precedenti. Ma l'anno scorso, 21 piloti su 22 hanno chiesto chiaramente a Michelin e Dorna, durante il comitato per la sicurezza in Austria, di ritirarla. Quindi quando hai 21 piloti su 22 che ti chiedono di rimuovere una gomma perché non dà loro alcun vantaggio, non hai scelta! È un campionato monomarca, quindi tutti devono essere contenti e nessuno ha un vantaggio o uno svantaggio. Per noi la situazione era chiara e non c'era motivo di sentire queste critiche all'inizio dell'anno. Era solo una questione di lavoro, come ogni nuova stagione con nuovi piloti. Solo qualche aggiustamento per trovare il giusto equilibrio”.
Grande polemica invece è stata sollevata sugli pneumatici preriscaldati. Da un lato è sempre stato così, dall’altro capita che i piloti lamentino un calo importante delle prestazioni con treni di gomme apparentemente uguali ad altri: ”Ci sono state lamentele per le gomme asimmetriche ma anche per le gomme preriscaldate. Questo sistema esiste da molto tempo e non so se fosse una questione di disinformazione o voglia di suscitare polemiche. C'erano la stavano scoprendo. Oggi tutti hanno capito visto che ne abbiamo parlato a lungo, ma sono sicuro che in 2, 3 o 4 Gran Premi uscirà di nuovo questo discorso. In realtà il sistema è molto semplice: si tratta di gomme nuove che diamo ai team e che i team scaldano senza usarle prima di restituircele. Vorrebbero che le buttassimo via, ma non possiamo permetterci di buttare le gomme nuove: toccava a loro infatti gestirle bene e non scaldarle. Quindi queste gomme le rimettiamo nelle assegnazioni segnalando alle squadre che sono già state preriscaldate. Sconsigliamo logicamente di usarli in qualifica e in gara, ma piuttosto di usarli nelle FP1 quando la pista è sporca. Facciamo davvero tutto il necessario per garantire che le persone siano informate: è segnato nero su bianco, ma a volte se ne dimenticano (ride). Per me questa è una falsa polemica perché lo facciamo da molto tempo, come hanno fatto anche altri produttori, visto che, come dicevamo prima, non siamo più nell’era degli sprechi”.
Taramasso, tuttavia, spiega che la gomma preriscaldata ha comunque una resa inferiore rispetto a quella standard: “Abbiamo fatto molti test per molto tempo su questa cosa. I nostri sono pneumatici che funzionano tra i 110 e i 120 gradi sulle moto. Vengono riscaldati tra gli 80 e i 90 gradi, quindi ben al di sotto della loro temperatura di esercizio, il che significa che possono essere riscaldati per almeno 25 ore senza avere nella maggior parte dei casi alcuna perdita di prestazioni. A volte abbiamo avuto casi in cui la gomma poteva perdere uno o due decimi al giro, e questo nei primi due o tre giri, ecco perché sconsigliamo di usarla in qualifica, ma è davvero una perdita molto leggera: stiamo parlando di decimi, non secondi! E la maggior parte delle volte, c'è solo una gomma preriscaldata tra tutte quelle consegnate ad una squadra, quindi è ancora gestibile”.