L’abbiamo trovata in rete, girovagando sui social e finendo per imbatterci tra le stories Instagram di Matteo Flamigni, il telemetrista di Valentino Rossi. E’ una lettera che lo storico collaboratore del Dottore ha scritto di getto poco dopo l’annuncio del ritiro a fine stagione che segnerà anche la fine di un’era, oltre che del motorsport, anche umana e personale. Volevamo commentarla, riportarne qualche passaggio, magari approfondire alcuni punti, ma poi ci siamo resi conto, leggendo e rileggendo, che quando un cuore carico di sensazioni e stracolmo di ricordi incontra una tastiera non bisogna arrogarsi il diritto di metterci la penna. Spezzare queste righe, sintetizzarle o, peggio ancora, commentarle, avrebbe avuto il sapore di una intromissione inaccettabile. Ecco perché alla fine ci siamo limitati a copiarla e ve la riportiamo così, esattamente come Matteo Flamigni, lo storico telemetrista di Valentino Rossi, l’ha scritta nelle ore immediatamente successive all’annuncio del ritiro a fine stagione da parte del Dottore.
"È da ieri pomeriggio che continuo a pensare alla conferenza stampa dove hai comunicato al mondo la tua decisione di ritirarti dalle corse motociclistiche. Non posso fare a meno di pensarci perché questo significa che dal prossimo anno comincerà per entrambi un nuovo capitolo della nostra vita . Tu non correrai più in moto e io non sarò più il “telemetrista” di Valentino. Sono seduto sul sedile posteriore della macchina che mi sta riportando in hotel dopo un venerdì di prove libere in Austria e guardo il paesaggio scorrere velocemente davanti ai miei occhi. Veloce come i 18 anni che abbiamo trascorso insieme nei circuiti di tutto il mondo. La mente vaga.
Improvvisamente il verde delle montagne è sostituito dai ricordi di tutte le vittorie ottenute insieme a partire da quel lontano 2004 a Welkom. E ancor prima, al momento in cui seppi che avrei lavorato con te. Era un pomeriggio di ottobre del 2003 a Phillip Island , in Australia. Faceva davvero molto freddo . Era già buio quando mi confermarono che le voci che si sentivano in giro erano vere e che l'anno successivo avresti corso per la Yamaha. E quando mi dissero che io sarei stato il tuo "telemetrista" l'emozione fu talmente grande che la sensazione del freddo pungente fu sostituita da una incontenibile emozione. Mi venne la pelle d'oca e non certo per la bassa temperatura...
Telefonai subito a casa per dirlo a mia moglie svegliandola nel bel mezzo della notte perché avevo dimenticato le 9 ore di fuso orario. lo quella notte non chiusi occhio pensando a come sarebbe stato lavorare con te, il Campione in carica. Non ti nascondo che ero un po' impaurito. Eri sempre stato un avversario nel passato, in tutte le categorie, dalla 125 alla 250, in 500 e MotoGp.
Ma ero comunque già attratto da te, colpito dal tuo modo di correre, di interpretare le gare e per quel tuo "nuovo" modo , oramai imitatissimo, di festeggiare dopo ogni vittoria . Nonostante avessi già lavorato con parecchi piloti e avessi già diversi anni di esperienza sulle spalle, cominciai a chiedermi se sarei stato all'altezza di un compito così importante e delicato. La Yamaha si era messa in gioco offrendo una moto al pilota più vincente della storia del Motociclismo. La contentezza per la bella notizia venne sostituita da una certa preoccupazione , dalla paura di deludere le aspettative.
Quando ci incontrammo e parlammo per la prima volta riuscisti a far cadere tutte le mie insicurezze e a darmi una ulteriore sferzata di entusiasmo. Eravamo nel parcheggio del circuito di Sepang . Ci scambiammo un paio di battute poi mi salutasti con un gran sorriso dicendomi: "Matte ci vediamo presto e vedrai che ci divertiremo". Avevi ragione, come ne hai avuta in tante altre difficili scelte che hanno contraddistinto la tua vittoriosa carriera . La nostra avventura è cominciata così . Da quel momento sono diventato il “tuo” telemetrista e il nostro affiatamento è cresciuto di anno in anno.
lo ho sempre cercato di dare il meglio per aiutarti a vincere. Tu ti sei fidato dime, del mio lavoro , dei miei consigli e mi hai ripagato vincendo più di qualunque altro pilota , regalandomi gara dopo gara una infinità di emozioni. Emozioni sempre diverse , mai uguali, perché scaturite in momenti diversi della tua carriera , in contesti sempre differenti, gareggiando contro piloti di tre diverse generazioni che puntualmente si sono dovuti arrendere di fronte alle tue infinite qualità .
La vittoria nella gara di esordio a Welkom nel 2004 è stata un sogno ma la vittoria del primo mondiale , a Phillip Island , è stata davvero uno " spettacolo". Ogni tanto a casa mi ricapita tra le mani la foto di quel giorno in cui io e te ci abbracciamo felici come non mai. Poi di mondiali ne sono arrivati altri tre: quello del 2005 dove abbiamo vinto ben 11 gare , quello del 2008, caratterizzato dal passaggio alle gomme Bridgestone , e quello del 2009 .
L'arma vincente non è stato solo il tuo enorme talento ma è stata soprattutto la tua continua voglia di imparare , quella capacità di metterti sempre in gioco cercando di migliorare te stesso e il "pacchetto" a disposizione . E' proprio questa la tua arma segreta: una passione sconfinata per le due ruote che ti porta a fare qualunque sacrificio pur di ottenere i risultati voluti.
Sai essere un vero leader capace di valorizzare le persone che lavorano con te, che non perde mai occasione di ringraziare il team pubblicamente , dentro e fuori dalle piste. Conservo con grandissima cura i caschi che mi hai regalato in cui compare la mia "faccia" o la mia "mano". Ne vado orgoglioso!!!! Mi sento parte di qualcosa di unico e irripetibile , tale è l'atmosfera che si è creata attorno al nostro gruppo.
La tua unicità si percepisce anche nel modo in cui segui a aiuti i giovani talenti dell'Academy. Mi piace l'idea di te che trasmetti ai giovani tutto ciò che sai per aiutarli ad emergere in questo difficilissimo sport.
Non mi sono mai sentito così orgoglioso come oggi. È stato un onore ed un privilegio essere al tuo fianco nella tua lunga e meravigliosa carriera !
Grazie Vale!!!!!"