Con la stagione regolare ormai conclusa, dopo circa quattro mesi e mezzo di lotte in cui ogni team ha dato il suo meglio per aggiudicarsi un posto d’onore nella post season, l’11 gennaio si apriranno ufficialmente i playoff della NFL, il luogo in cui tutto può essere stravolto. Il campo diventa un’arena che non concede seconde occasioni: non esistono statistiche, pronostici o equilibri che tengano, durante i playoff tutto può cambiare e, con l’eliminazione diretta, il grande sogno può sfumare da un momento all’altro.
I playoff sono divisi in tre macro round che condurranno al tanto agognato SuperBowl: il Wildcard round, il Divisional round ed il Championship round.
Il format è all’apparenza semplice: possono accedervi quattordici squadre su trentadue, sette per ciascuna Conference di cui, le prime classificate al termine della stagione regolare, saltano il primo turno (turno di bye), giocando direttamente nel secondo. Le combinazioni però, non sono così lineari come può sembrare. Innanzitutto va ricordato che le squadre della lega sono divise in due gruppi - le Conference per l’appunto - denominate AFC e NFC, distribuite a loro volta in quattro divisioni: nord, sud, est, ovest. L’accesso al turno di bye è concesso alla miglior squadra di ciascuna Conference ovvero quella che si è distinta, tra tutte le divisioni, per record e vittorie.
Il salto del primo turno è un indubbio vantaggio per i due vincitori poiché concede loro riposo e tempo per riorganizzare gli schemi. Statisticamente questi team hanno più probabilità di arrivare fino in fondo. Quest’anno il turno di bye è stato guadagnato dai campioni in carica Chiefs per l’AFC e, per la NFC, con uno scontro protrattosi fino all’ultimo giorno, dai “sovrani del nord” Detroit Lions.
Le restanti sei squadre di ciascuna Conference si batteranno nei tre match delle Wildcard, il primo grande scoglio dei playoff, disputati a casa del team con il punteggio migliore. Ogni errore è fatale e può interrompere bruscamente la corsa al Superbowl.
Le vincitrici, tre per ciascuna Conference, accedono al secondo cruciale step, il Divisional Round che rappresenta il cuore pulsante dei playoff dove, ancora una volta, tutto è in bilico. Ad esse si aggiungono le due squadre che hanno ottenuto il turno di riposo, che si apprestano a scendere in campo per la prima volta nella post season. Spesso queste ultime affrontano la squadra “più debole” ancora in corsa, avvantaggiandosi nuovamente del proprio -temporaneo- primato nella Conference. Ma nei playoff niente va lasciato al caso e, tra partite all’ultimo touchdown, guardate col fiato sospeso, non di rado succede che il team underdog sorprenda tutti e ribalti le sorti del torneo.
L’ultimo decisivo step nella scalata verso la vetta della lega è il Championship Round, un vero e proprio appuntamento con il destino. Le squadre che vi accedono sono quattro, due per ogni Conference e si giocano il titolo assoluto del proprio gruppo.
Ogni passaggio conta, ogni azione può essere quella decisiva. È il momento più teso della stagione, quello nel quale i team si giocano il tutto per tutto. Non c’è margine d’errore o distrazione che tenga, perché nel Championship si ha tutto da perdere.
Il turno si conclude decretando le due migliori squadre per ciascuna Conference con l’alzata di un primo premio che, pur non essendo all’altezza del trofeo Lombardi, porta con sé prestigio e tradizione, sancendo la supremazia nel proprio schieramento.
Dopodiché non resta che attendere; ai vincitori sono concessi poco più di dieci giorni di pausa prima del grande e attesissimo evento finale: il Superbowl, che quest’anno si terrà a New Orleans nella notte tra il 9 ed il 10 febbraio.
Ma per ora, occhi puntati sui playoff in cui il destino delle squadre sarà deciso fino all’ultimo, cruciale touchdown. E che vincano i migliori.