Il 2021 è stato un anno atipico per la MotoGP sotto diversi aspetti. Fabio Quartararo ha vinto il titolo più che meritatamente e Pecco Bagnaia ha fatto l’impossibile per impedirlo, ma se di loro si è parlato molto, di Marc Marquez lo si è fatto ancora di più. Lo spagnolo, purtroppo, ha finito la stagione come l’aveva iniziata: a casa, infortunato, con la speranza di tornare ad essere il pilota che ha vinto otto titoli mondiali e poche certezze a riguardo. Tutto questo nell’anno del ritiro di Valentino Rossi dopo 26 stagioni nel motomondiale. Guido Meda, intervistato da Serena Zunino per Motosprint, racconta il suo 2021 tra sorprese, novità e delusioni. Ecco i passaggi più interessanti.
Meda comincia parlando del momento (sportivo) più emozionante della stagione, scegliendo la battaglia tra Pecco Bagnaia e Marc Marquez ad Aragon. Il ducatista arrivava da una gara difficile per via degli pneumatici (a Silverstone) e ha concluso il weekend con una vittoria straordinaria, la prima della sua carriera in MotoGP. Da lì, Pecco ha trovato quello che gli mancava per diventare un riferimento in termini di velocità pura, strategia e solidità: “Probabilmente vedere vincere Bagnaia nella gara di Aragon è stata l’emozione più bella del 2021, gli ultimi giri contro Marc Marquez sono stati straordinari - le parole di Meda - Abbiamo visto a confronto la generazione di mezzo, quella di Marquez, e quella nuovissima di Pecco. Per quanto Marc non fosse ancora a pieno servizio si sono confrontati in maniera completa. Se non altro quello, secondo me, è stato il momento più divertente della stagione”.
Parlando di Marc Marquez, atteso ad un controllo medico tra poche settimane per decidere come intervenire sull’occhio infortunato, il giornalista ha riflettuto sul fatto che difficilmente lo spagnolo tornerà ad essere il mattatore delle scorse stagioni: “Non so come commentare il suo infortunio, ho solo l’auspicio che torni, anche se mi sembra che per lui tornare al 100% sia sempre più difficile. Se è vero che ha la spalla bloccata, che l’omero di fatto non è mai perfettamente guarito e ci si mette anche un problema di visione… Mi chiedo: metti che caschi di nuovo, o che si faccia ancora male all’occhio, cosa rischierebbe? Ho un enorme punto di domanda e un enorme rincrescimento per il fatto che sia mancato, perché comunque penso che sia lui a dettare il livello, un livello che di norma stabilisce lui che è il più forte”.
Inevitabile, poi, un passaggio su chi ha maggiormente deluso durante la stagione. Meda indica Valentino Rossi e Franco Morbidelli, anche se il suo ragionamento porta in causa soprattutto il team in cui hanno corso: “Probabilmente la delusione… È Valentino. Poveraccio, tranne l’ultima gara non ha di fatto beccato una palla in questa stagione. E forse anche Morbidelli, per un altro verso e in un altro modo. Quindi mi verrebbe da dire la Petronas in generale, per altro con un team dilaniato da vicissitudini interne che l’hanno portato addirittura a cambiare i connotati per l’anno prossimo… La delusione e il dispiacere aggiungerei, perché avrei voluto vedere sia Vale che Morbido molto meglio. Quindi quel team lì. Come ho vissuto il ritiro di Rossi? Con la giusta emozione e il giusto equilibrio. Non in maniera patetica o struggente. Dal punto di vista personale per me ha rappresentato una buona parte della mia carriera nel mondo della moto, che dura da 21 anni (la mia, la sua è più lunga!) e devo dire che questo mi ha portato ad accogliere con serenità la notizia del suo ritiro, a mettermela in tasca senza soffrire troppo. Resto consapevole del fatto che tra costruttori e piloti abbiamo un motociclismo italiano che mi fa guardare all’anno prossimo con grande gioia e voglia di ricominciare, anche se oggettivamente purtroppo non ci sarà più Vale”.
Non manca, comunque, un commento sulle novità di mercato, in questo caso il passaggio di Francesco Guidotti dalla Ducati Pramac alla KTM, casa per la quale il toscano aveva già lavorato negli anni passati: “Non me l’aspettavo - il commento di Meda - immaginavo che fosse corteggiato da Suzuki. Non mi sarei meravigliato a vederlo lì, invece mi ha colto di sorpresa. Ho letto un po’ di commenti in giro, in tanti parlano del dio denaro, qualcuno gli ha dato del traditore. Ma il mondo del lavoro vale anche per chi fa quel lavoro lì, magari gli hanno fatto un’offerta migliore, o gli hanno proposto un progetto più interessante. Capisco che l’idea di gestire un team ufficiale sia più stimolante e magari anche più remunerata. Di sicuro lo capisce anche Paolo Campinoti che di certo è dispiaciuto perché si sposta, ma un grande in bocca al lupo a Checco Guidotti!”
Guido, infine, chiude con un pensiero al prossimo anno, il primo senza Valentino Rossi in pista dopo un quarto di secolo: “Chi vedo bene nel 2022? Questa è facile: come ha chiuso Pecco Bagnaia la stagione? Perfetto, probabilmente un po’ eclissato dal rumore che hanno fatto il mondiale di Fabio Quartararo ed il ritiro di Vale, che hanno tolto un po’ di attenzione a questo finale di mondiale pazzesco. Forse Pecco è il miglior ducatista degli ultimi vent’anni, poi a conti fatti Stoner ha vinto il mondiale e Dovi ha fatto grandi cose, però è a quel livello lì. Poi nel 2022 ci metto Morbidelli, perché lo voglio rivedere guarito e non mi dimentico che nel 2020 ha chiuso il mondiale secondo. Ci metto anche Fabio Quartararo, però dovrebbe avere dei cavalli in più che la Yamaha sta lavorando per dargli. E poi ch’è Marquez… beh, su di lui c’è un grande punto di domanda”.