32000 Km, ben tenuta, prezzo trattabile. Recitava più o meno così l’annuncio visto da Guy Martin di una Suzuki Hayabusa in vendita. E il bello e dannato delle road race si è ritrovato con la lampadina accesa in testa, come nei cartoni animati, decidendo che quella moto avrebbe fatto coppia con lui per una grande sfida: superare le 300 miglia orarie in sella a una due ruote alimentata da un motore termico. Martin non è nuovo a questo tipo di imprese e i suoi assalti a vari record di velocità in sella o a bordo di ogni mezzo possibile sono diventati, in passato, anche una serie televisiva di successo. Ma nel 2021, ha raccontato il pilota, avrà occhi solo per la Hayabusa. Perché lui e quella moto pagata 5600 Euro nel 2018, hanno toccato le 282 miglia orarie (454 Km/h) nel 2020 e, adesso, è arrivato il momento di provarci sul serio.
“Sono giunto alla conclusione che quando fai qualcosa del genere – ha raccontato Martin come se parlasse di un gioco, piuttosto che di rischiare la vita - se non sei disposto a morire è perchè non vuoi davvero. Quando ho iniziato a correre mi piaceva così tanto che sarei morto per questo. Dopo quattro o cinque anni lo facevo perché ero competitivo, ma non valeva più. Anche se il TT è molto estremo, era sempre lo stesso circuito e la stessa routine ogni anno". E’ uno che si annoia facile e che ha bisogno di spostare il limite sempre un po’ più in là. Drogato di adrenalina, direbbe qualcuno. Semplicemente Guy Martin, replicherebbe chi, invece, conosce un po’ del suo personaggio e delle sue imprese.
Adesso in testa ha quell’Hayabusa usata e, costi quel che costi, vuole superare i 482 km/h con lei. Ci ha lavorato per anni, facendosi aiutare da professionisti sia per quanto riguarda le modifiche al mezzo, sia per la sua preparazione atletica. E adesso anche da un produttore di pneumatici, che ha messo a punto una gomma capace di fargli guadagnare qualche km/h in velocità di punta, sfruttando al meglio gli 830 cv ormai raggiunti dalla Suzuki Hayabusa. Sì, 830 cavalli! “Quando ho fatto 280 mph, -ha raccontato ancora Martin – ho subito pensato che volevo andare più veloce. Voglio rivivere quelle sensazioni, ma di più. Anche se ero distrutto, volevo riprovarci e non vedo l'ora. Sono solo 16 secondi. È come nient'altro che abbia mai provato. È pazzesco, è una partita di wrestling in tutti i settori: fisicamente, mentalmente, tutto. Quando guido a quelle velocità poi non dormo per due giorni di fila”.