Mancano poche ore dalla sentenza che determinerà le eventuali colpe sulla morte del calciatore Davide Astori. L’indimenticato capitano della Fiorentina, scomparso nella notte del 4 marzo 2018 per una cardiomiopatia aritmogena è sempre stato visto come un esempio da seguire, il classico bravo ragazzo sempre col sorriso sulle labbra. Ne abbiamo parlato con il giornalista Mario Sconcerti che lo ha ricordato così: “Davide era una persona splendida, discreta, concreta e mai banale. La sua morte è stata una totale sorpresa”. Sul banco degli imputati con l’accusa di omicidio colposo ci sarà il professor Giorgio Galanti, in qualità di direttore sanitario della medicina dello sport dell’Azienda ospedaliero-universitaria di Careggi. Verranno discussi i risultati e le conclusioni della perizia del tribunale di Firenze disposta dal gup Angelo Antonio Pezzuti che confermerebbero sì le cause del decesso dello storico numero 13 dovute alla grave malattia mai diagnosticata, ma che, allo stesso tempo, nemmeno con l’esame dell’holter cardiaco non sarebbe scampato alla tragica fine. “Se c’è stata una colpa è giusto pagare, ma credo sia difficile trovare dei colpevoli – ha continuato l’ex dirigente viola – La mia impressione è che non fosse evitabile, se ci fossero colpe sarebbero largamente indirette, turberebbero soltanto ulteriormente la memoria di Astori”.
Lo stesso Mario Sconcerti si è poi morso la lingua nel parlare della ex moglie del calciatore Francesca Fioretti, pizzicata in questi giorni in compagnia del terzino dell’Inter Aleksander Kolarov: “Mi dispiace, capisco la moglie però…spero solo che gli rimanga sempre nel cuore e lascerà tranquilla la sua anima”. Ovviamente poi c’è stato spazio per argomenti più tecnici sull’andamento della Fiorentina in questa stagione di campionato. Nonostante la squadra di Cesare Prandelli sia settima per monte ingaggi (55 milioni) dietro soltanto a Juventus, Inter, Roma, Napoli, Milan e Lazio, sta incontrando moltissime difficoltà stazionando nella parte destra della classifica. “Non mi piace perché vedo poco capo e poca coda – ha detto – Non c’entra lo spogliatoio, magari ci fosse gente di personalità che scuote l’ambiente. È proprio costruita male, e la colpa è di chi l’ha costruita”. Ecco quindi che i principali nomi ricadrebbero sul direttore sportivo Daniele Pradè e l’ex allenatore Giuseppe Iachini. Parole dolci poi per Gabriel Omar Batistuta, che il primo febbraio ha festeggiato cinquantadue anni: “Non c’è niente da dire, Batistuta è Batistuta. Non servono paragoni”.