Max Biaggi ha viaggiato a 408 chilometri orari su di una moto elettrica. Quattrocentootto, lo scriviamo tutto attaccato. Lo ha fatto con Voxan, un prototipo del Gruppo Venturi costruito per celebrare il 20° anniversario del brand. E, cosa ancora più importante, lo ha fatto a 49 anni dopo 6 titoli mondiali, quattro nella 250 e due in Superbike. Max aveva giurato di non correre più rischi dopo il brutto incidente con il Supermotard, quando si ruppe dodici costole sul circuito del Sagittario e finì in rianimazione per una gara di beneficenza. ”Non salirò mai più su una moto, neanche per gioco” furono le famose parole a tre mesi dall'incidente.
Max Biaggi non è il pilota istrionico di cui ci si innamora in un attimo. Negli anni della rivalità con Valentino Rossi erano in pochi a tifare per lui, che vinceva meno e si arrabbiava di più. Valentino era leggero e scanzonato, Max scorbutico e introverso. Ma il Corsaro è sempre stato autentico, un self made man, uno che ha cominciato a correre da maggiorenne, per metabolizzare il trauma della separazione dei genitori, e non perché in famiglia c’erano un papà o uno zio con la fissa per le moto. C'era solo il suo enorme talento per la velocità. Per questo Max è forse l’ultimo dei piloti alla vecchia maniera, uno dei pochi che ha deciso da solo quale strada intraprendere. Chi ama questo sport lo sa e lo rispetta, ma quello che ha fatto in Francia con la Voxan non può che farcelo amare.
Da quell’incidente nel giugno 2017, da quel “neanche per gioco”, il Corsaro è ripartito con calma, in punta di piedi. Aprilia l'ha tenuto con sé, gli ha dato le sue moto, gli ha fatto sentire l'odore della benzina da gara. Così, un po’ alla volta, Max ha ripreso a girare. Con più consapevolezza dei rischi forse, ma anche con la certezza che questa è la sua natura: correre, superarsi, vincere. Con qualsiasi cosa, contro chiunque. Tornando in pista a Barcellona con la sua Aprilia X ha scritto che “è un tormento essere ancora maledettamente veloci.” Come si a non volergli bene? Uno che a quasi cinquant’anni fatica a dormire sereno se non ha dato tutto in sella ad una moto è da ammirare e basta.
Sulla moto elettrica Biaggi ha raccontato che “Le sensazioni che ho vissuto sono state un po’ diverse da quelle che mi hanno accompagnato per gran parte della mia vita. L'assenza dei classici rumori, la presenza di un motore elettrico, dall'erogazione completamente diversa rispetto ad un motore termico e la mancanza della competizione con gli altri piloti, hanno rappresentato le differenze più facilmente percepibili. Ma la vera novità è stata l’elevata velocità a cui mi sono avvicinato. - ha scritto in un post su Facebook - Io non ho mai toccato i 400 km/h e credetemi intorno a queste velocità cambia completamente la prospettiva dello spazio che ci circonda. Diventano determinanti gli effetti aerodinamici, l'aria è un muro praticamente impenetrabile e cominci a combattere con delle forze fino a quel momento poco note. Rimanere aggrappato alla moto, mentre cerchi di raggiungere velocità per me inimmaginabili, è stata una sfida nuova per me”.
Ma soprattutto è stata la fame di nuove sfide e sensazioni a fargli scommettere ancora una volta su sé stesso: “la voglia di superare un determinato obiettivo, ha alimentato ancora una volta la mia profonda passione per le moto - ha aggiunto Max - Alla fine, quando raggiungi l'obiettivo hai una soddisfazione enorme, ma non smetti mai di pensare a cosa potrà esserci dopo! Ragazzi sono curioso di sapere come vivete la velocità e tutte le sensazioni ad essa legate. Per alcuni diventa un qualcosa da cui si dipende, altri la temono, ma credo che tutti possiamo essere d'accordo sul fatto che la scarica di adrenalina che ne deriva, è qualcosa che ognuno di noi, almeno una volta nella vita, dovrebbe in piena sicurezza poter provare”.
La passione, la solita benedetta e maledetta passione, alla fine, è ciò che ci tiene uniti. Tutti. Ciò che ci fa passare ore a scrivere, leggere, discutere, guidare. La passione. Una parola che viene spesso abusata nel marketing, nella vita, nella banalità. Ma a chi ha davvero passione si perdona tutto, anche andare a 408 Km/h su di una moto elettrica.
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