Lui rifugge la domanda, sia se a fargliela sono i giornalisti delle testate specializzare, sia se a chiederglielo sono i fan sulle sue pagine social. Ma che Max Biaggi potrebbe tornare alle corse in Superbike non è un’ipotesi assurda e lo dimostrerebbero i suoi sempre più frequenti allenamenti in sella. Certo, difficilmente si tratterà di un campionato intero, ma la prospettiva di un rientro in SBK di Aprilia potrebbe aprire scenari importanti per il Corsaro. La veste potrebbe essere quella di collaudatore (cosa che s’era vociferata anche per quanto riguarda la MotoGP), ma anche di pilota con la partecipazione a qualche gran premio come wild card. “E’ un tormento – ha detto Max Biaggi – essere ancora così maledettamente veloci”. Una frase che la dice lunga sul suo stato d’animo e sulla “guerra interiore” che sta vivendo tra il godersi la meritatissima la pensione e il provarci ancora, rendendosi protagonista di un’altra impresa sportiva da consegnare alla storia
Ipotesi, al momento senza alcuna conferma, ma di certo Max Biaggi va ancora veramente forte. Segno che il manico non invecchia mai, come dimostra la sua ultima apparizione sul circuito di Barcellona. Una giornata di giri su giri, insieme ad Aleix Espargarò che stava effettuando test per la MotoGP, con il Corsaro che ha invece utilizzato la sua Aprilia X (la numero 00 delle 10 totali prodotte da Aprilia). Un missile terra terra con cui ha ottenuto, stando ai ben informati, tempi sul giro più bassi ad ogni tornata, fino ad avvicinarsi, e di molto, a quelli dei protagonisti della SBK. 1,44,5, uno quarantaquattro e cinque: significa solo un paio di secondi più lento della media fatta registrare dai piloti della Superbike attuale, con la differenza che l’Aprilia X di Biaggi, pur essendo una moto stratosferica, non è certo paragonabile a quelle preparate del mondiale SBK.
“Sono tornato da poco da un test sul circuito di Barcellona, con la mia Aprilia X, e ho ancora l’adrenalina addosso – ha scritto Max Biaggi sulla sua pagina Facebook - Erano 15 lunghi anni che non entravo in pista su quel tracciato e il primo impatto è stato surreale. Infatti, dopo tanti anni che non entri in un circuito, ti sembra stretto e veloce, anche se in realtà quello di Barcellona è un circuito largo e lungo. E’ questo che si prova quando si perde l’abitudine a girare in un certo tracciato. E’ l’effetto prima volta. Però devo dire che sono bastati pochi giri per trovare gli automatismi di sempre e subito dopo è iniziata la goduria. Sentire la gomma posteriore che strilla sull’asfalto è musica per le mie orecchie. Poi il cronometro che mi sorride rappresenta la ciliegina sulla torta!Grazie ad Aprilia Racing e al suo Ceo Massimo Rivola che hanno reso possibile tutto questo. Spero di ritornare presto a Barcellona”. Solo a Barcellona o davvero c’è qualcosa che bolle in pentola dopo sei mondiali vinti e 49 candeline spente?