E’ uno di quelli duri e puri che rischiano la pelle nelle road race e ha fatto della velocità una sorta di ossessione, spingendosi oltre i limiti con moto modificate, biciclette, furgoni e adesso anche aerei da combattimento. Guy Martin non è solo uno degli eroi del Tourist Trophy, ma è pure l’uomo dei record, come racconta anche una serie televisiva di cui è stato protagonista fino a qualche anno fa. Ecco perché le sue ultime dichiarazioni sulla MotoGP stanno facendo il giro del mondo.
Cosa pensa di quelli che corrono in pista l’ha già detto anni fa proprio al nostro direttore, Moreno Pisto, in Motorcycle Rockstar, spiegando che trova dannatamente noioso vedere una ventina di ragazzi che fanno sempre la stessa cosa e sulla stessa strada per quasi un’ora di fila. Adesso, però, s’è spinto ancora più oltre, arrivando a dire qualcosa che mai e poi mai avremmo pensato di sentire dalla bocca di Guy Martin. Sì, perché ora che la MotoGP sembra intenzionata a fare un passo indietro, riducendo la tecnologia per far emergere ancora di più il talento dei piloti, Martin ha spiazzato tutti: “Non ci si oppone al progresso e, anzi, bisognerebbe spingersi sempre più oltre”.
"So che i regolamenti cambieranno nel 2027 e penso che avrebbero dovuto andare oltre – ha detto senza mezzi termini in una intervista con gli inglesi di Motorcyclenews - Vogliano rimuovere tutta quella tecnologia, ma io non lo voglio: voglio più tecnologia sulle moto, Dovrebbero fare motori da 250cc e mettere semplicemente turbo, iniezione diretta, sistemi KERS, recupero della batteria. Io sogno moto in cui si possa vedere tutta la tecnologia possibile perché credo che le moto non siano progredite molto in tutto questo tempo, almeno da quando ci vado io e cioè da quando sono nato. Sono sempre stato circondato da motori convenzionali, aspirati. Penso che non vediamo una grande evoluzione da molto tempo: l'unica vera innovazione è stato l'Holeshot introdotto dalla Ducati. Adoro quel genere di cose e ne voglio vedere di più, mi piace che i confini vengano superati, anche se dicono che non va bene per l'intrattenimento”.
Il pilota britannico, quindi, vorrebbe che la MotoGP fosse prima di tutto una grande battaglia tra futuristi impenitenti, anche a scapito dei piloti, che chiaramente passerebbero in secondo piano rispetto alla tecnologia, e dello spettacolo stesso. “Ora in MotoGP è come quando vinceva sempre Doohan – ha proseguito - le Ducati dominano nettamente anche se si vedono anche un po’ di KTM e di Aprilia. E poi c’è il disastro dei giapponesi. Penso che siamo arrivati alla stessa conclusione della Formula1. Quando è iniziata l'era ibrida, la Mercedes era anni luce avanti rispetto alle altre, metteva un secondo e mezzo su tutta la griglia e sì, era un po' noiosa. Invece adesso ci si diverte di più a guardare le gare”.