Quando le cose, dopo anni di successi e vittorie, iniziano ad andare male, anche gli animi di quella che per molto tempo è stata considerata "la squadra perfetta" cominciano a farsi un po' meno tranquilli.
Il sette volte campione del mondo Lewis Hamilton, che ha sempre parlato di lavoro di squadra con il motto "we win and lose together" dopo la delusione di Jeddah sembra aver un po' dimenticato le proprie parole, mostrandosi un po' perplesso nei confronti del lavoro della propria squadra: "Io a Jeddah penso di aver massimizzato la mia prestazione, non so se come team l'abbiamo fatto - ha detto il campione subito dopo la fine del weekend di gara in Arabia Saudita - Ma ormai è andata così, quindi andiamo avanti. Alonso rallentava per via delle doppie bandiere gialle. Ricciardo era bloccato in pit-lane e non sapevo se potevo entrare o meno. Da questa gara possiamo trarre che siamo ancora molto lontani da chi detta il passo e sappiamo quanto lavoro abbiamo da fare".
Ad aggiungere peso alle parole di Hamilton ci ha pensato il nuovo arrivato in casa Mercedes, George Russell, che seppur reduce da un weekend migliore rispetto a quello di Hamilton a Jeddah, ha ammesso di essere ancora molto lontano da tutti gli altri rivali dei top team: "Ho fatto una gara piuttosto solitaria in Arabia Saudita - ha spiegato il britannico - Dal punto di vista fisico è stata la gara più dura della mia vita: girare per cinquanta giri su una pista del genere, praticamente da solo, ma con i muri a un centimetro ad ogni tornata, è stato ovviamente molto faticoso. Mentalmente e fisicamente non è un momento semplicissimo per noi".