Lewis Hamilton, sette mondiali conquistati e 103 Gran Premi vinti, sta per iniziare la sua diciassettesima stagione nella massima serie automobilistica. Il suo esordio risale all’ormai lontano 2007 e questa che inizia potrebbe essere la stagione del suo ritiro, infatti il pluricampione britannico ha un contratto che lo lega alla casa di Brackley fino alla fine del 2023. Nonostante ciò, la volontà delle due parti sembra essere abbastanza chiara: la Mercedes vuole continuare ancora per qualche stagione con il suo campione e anche Hamilton non sembrerebbe intenzionato ad appendere il casco al chiodo. Più volte, nel corso dell’ultima stagione di Formula 1, Toto Wolff, team principale Mercedes, ha sostenuto che la trattativa per il rinnovo del contratto tra il sette volte campione del mondo e la Mercedes rappresenta una semplice formalità.
A sostegno di ciò negli ultimi giorni sono filtrate delle indiscrezioni arrivate dalla Francia che farebbero presagire un rinnovo per campione nativo di Stevenage. Nonostante la Mercedes abbia respinto a muso duro i numeri di cui si è parlato con insistenza negli ultimi giorni, facendo sapere che sul piatto del rinnovo per Hamilton non ci sono i famosi "400 milioni in 10 anni", con due anni alla guida e un decennale da ambassador del team, la voglia di continuare tra le due parti resta sempre più concreta.
La decisione di Hamilton arriverebbe nonostante una stagione non all’altezza delle aspettative per il team di Brackley che non è riuscito a sviluppare una monoposto all’altezza delle precedenti stagioni. Un anno costellato da enormi difficoltà per il britannico che non ha instaurato un buon rapporto con la sua W13 e si è ritrovato a fine stagione senza mai salire sul gradino più alto del podio, per la prima volta in carriera. Lewis ha anche dovuto fare i conti con un nuovo compagno di scuderia giovane, talentuoso e affamato di successi che non si è fatto intimorire dall’ingombrante presenza del sette volte campione del mondo.
Neanche il ritiro del suo amico ed eterno rivale Sebastian Vettel ha fatto pensare a Lewis Hamilton che fosse arrivata l’ora del suo ritiro: “Il ritiro di Vettel mi ricorda che sono in quella parte della mia carriera in cui le persone con cui sono cresciuto e con cui ho corso per tanto tempo inizieranno a smettere. Prima di rendersene conto, Fernando non sarà più qui. E poi, chi c’è dopo? Io sarò il più vecchio,credo! Ma per ora non penso al ritiro, sono ancora motivato.”
Ma è davvero così? Si hanno ancora le motivazioni dopo tutti questi anni e dopo tutte le vittorie, si hanno ancora le capacità fisiche e mentali di offrire prestazioni di alto livello? O si ha semplicemente paura di quello che verrà dopo?
Pensiamoci, gli atleti professionisti si allenano duramente per anni, facendo sacrifici per inseguire i loro sogni di gloria e quando si ritirano finiscono i giorni di allenamento rigoroso, i viaggi verso le destinazioni di gara e sparisce l’adrenalina della sfida. Il ritiro dalle competizioni è sinonimo di “vita comune”, quella che lo sport ad alti livelli quasi sempre preclude, per tutte queste ragioni gli sportivi professionisti potrebbero fare fatica ad adattarsi ai ritmi di una vita “normale”, una vita dove non si è più costantemente sotto i riflettori e senza un’incessante pressione agonistica.
Chissà se nella mente di Lewis Hamilton esistono questi pensieri, probabilmente non lo sapremo mai, come non sapremo mai cosa spinge uno che ha vinto tutto a voler continuare. Magari quell’ultimo record da battere, la voglia di lasciare il suo sport da numero uno in assoluto e praticamente inarrivabile, oppure uno sfida personale con se stesso. La verità è che non esiste una data di scadenza uguale per tutti e non c’è un momento oggettivamente giusto per mollare, ognuno ha il suo e probabilmente non è ancora arrivato quello di Hamilton.
Non possiamo che prenderne e atto e continuare a godere delle sue prestazioni che ormai da diciassette anni ci regala.