C’è un vecchietto che corre in moto e che si sta avvicinando a grandi passi al decimo titolo mondiale. Fermi tutti: non parliamo di Valentino Rossi, ma di Tony Cairoli. Perché ieri in Italia non ci hanno fatto tappa solo il mondiale di Formula 1 e quello di MotoGP, ma anche quello di Motocross. E il siciliano sul circuito di Faenza ha dato la paga a tutti, riportandosi in vetta alla classifica iridata (come non succedeva da un po’) nonostante condizioni fisiche che lui stesso ha definito non entusiasmanti (qui la videointervista pubblicata da Moto.it).
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Adesso per lui le vittorie in carriera sono 91, tutte legate ad un unico comune denominatore: il silenzio. Perché di motocross non parla mai nessuno e la storia del leggendario Tony, partito da Patti in Sicilia alla conquista del mondo, la conoscono solo gli appassionati. Eppure è un personaggio che meriterebbe, non solo per le imprese sportive di cui ha saputo rendersi protagonista, ma anche per il profilo umano. Un ragazzo che ha cominciato giocando nel fango e che del fango è diventato il re assoluto, tra salti e polvere in sella alla sua KTM. Paradossalmente ieri, tutti presi dalle più blasonate monoposto del Mugello e dalle altrettanto blasonate MotoGP di Misano, la sua impresa è passata quasi in secondo piano. Nonostante la storia dei piloti avanti con gli anni che inseguono il sogno del decimo mondiale sia un clichè che di solito funziona. E comunque, per chi non lo sapesse, Cairoli ha saputo andare forte anche in sella a una MotoGP.
“Ci credo – ha detto ieri dopo il successo che gli ha consentito di riconquistare la vetta della classifica – So di avere quasi 35 anni e di dovermela giocare con ragazzi più giovani, ma sono consapevole di potercela fare. Ma il fisico non mi sta assistendo: ho ancora problemi al ginocchio e una caduta potrebbe rivelarsi fatale, ecco perché sarà necessario saper impostare il resto della stagione senza prendersi rischi inutili. Posso farcela e lotterò fino all’ultimo”.
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