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Ho giocato col Pisa e vi racconto, con Lamberto Piovanelli, l’emozione fortissima del ritorno in Serie A dopo 34 anni: “In città è una religione, Inzaghi grande persona”

  • di Andrea Spadoni Andrea Spadoni

6 maggio 2025

Ho giocato col Pisa e vi racconto, con Lamberto Piovanelli, l’emozione fortissima del ritorno in Serie A dopo 34 anni: “In città è una religione, Inzaghi grande persona”
Nell’estate 1991 il Pisa di Romeo Anconetani retrocedeva in serie B, da quella stagione iniziò il declino fino ai dilettanti anche a causa di due fallimenti. L’ex bomber nerazzurro Lamberto Piovanelli, ci racconta: “Ho rivissuto le emozioni del gol che avevo segnato contro la Cremonese. Con questa società possiamo guardare al futuro con fiducia”

di Andrea Spadoni Andrea Spadoni

L’ultima stagione in serie A del Pisa era stata quella del 1990/91, trentaquattro anni fa. Campionato che si concluse malissimo, solo 22 punti e la retrocessione che fu l’inizio del declino di una società poi sprofondata in un lunghissimo oblìo, con in mezzo due fallimenti e rinascite dai campi sportivi dei dilettanti. Pensate come era caduto in basso il Pisa. Era la stagione 1994-95, militavo nella Larcianese in Eccellenza. Facevo il portiere. Al ritorno, a Pisa, giocammo all’Arena Garibaldi. Ero giovane, avevo 17 anni. Ero una cosiddetta quota, ma in quella stagione non c’era l’obbligo di avere giovani in campo 90 minuti. Bastava fossero titolari sulla nota. Iniziai la partita titolare e lo stadio, nonostante fosse un campionato minore, era mezzo pieno. Fischio d’inizio, una mezza azione, palla fuori. L’allenatore della nostra panchina chiamò il cambio. Sostituzione. Uscii dal campo senza aver toccato palla. Regola della quota raggirata e in porta si piazzò il titolare. Dalla curva si alzò il coro “Pagliaccio”, ovviamente riferito a me. Avevano ragione. Domenica 4 maggio 2025 tutto è cambiato. Nonostante la sconfitta sul campo del San Nicola di Bari, la storia, come spesso accade, ha deciso di rimettere a posto le cose e restituire alla città di Pisa e ai suoi tifosi, una delle curve più passionali d’Italia, la massima serie. L’olimpo del calcio italiano.

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Si torna a giocare con le grandi, come ha cantato mister Pippo Inzaghi, insieme ai calciatori, sul pullman di ritorno in Toscana: “Tanto già lo so che l’anno prossimo gioco all’Olimipico”. Una grande festa per una piazza che vive di cultura, turismo e calcio. E stavolta sono loro a osservare dall’alto verso il basso i rivali del Livorno, prossimi a tornare tra i professionisti in Lega Pro.

Il sogno si è avverato grazie alla programmazione molto attenta e lungimirante del presidente Giuseppe Corrado, azionista al 25 per cento del Pisa Sporting Club dal 2016 e capace di raddrizzare una barca da tempo incapace di navigare nel calcio, affiancato dal magnate Russo - Americano Alexander Knaster che, nel 2021, aveva rilevato il 75 per cento delle quote societarie. Percorso virtuoso che è stato un viaggio ricco di passione ed entusiasmo per una città intera che segue i colori nerazzurri della squadra come principio di vita. Come qualcosa di più grande di una semplice competizione sportiva.

Un goccia era stata assaporata già nel 2022 quando il Pisa era caduto nella doppia sfida di playoff contro il Monza. Niente tragedie. Maniche arrotolate in segno di sfida e tanto lavoro. Fino all’arrivo di Super Pippo Inzaghi, specialista in promozioni in serie A, che è riuscito a completare l’impresa. Roba che sui lungarni chiamano addirittura miracolo. Dove la gente passeggia all’ombra della statua di Galileo Galilei che spiegò al mondo che la terra era rotonda. “E pur si muove” dicono oggi i pisani in festa, pensando a un pallone che rotola dalla parte giusta. Perché qui c’è ancora lo spirito combattivo della Repubblica Marinara, il senso di sfida del Pisa calcio che, negli anni ’80, si batteva contro il Milan di Berlusconi, la Juve di Platini e il Napoli di Maradona.

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Pippo Inzaghi, Pisa Calcio.

All’epoca il patron era il “Presidentissimo” Romeo Ancontani, personaggio folcloristico dell’epoca e geniale talent scout. Se infatti andiamo a leggere la formazione nerazzurra 1990/91 ci accorgiamo di un concentrato di qualità immenso: a centrocampo giocava il giovanissimo Cholo Simeone insieme a Henrik Larsen, poi capitano della Danimarca campione d’Europa, in c’era attacco Michele Padovano, quindi Alessandro Calori, José Chamot per citarne alcuni. L’allenatore era il 45enne Mircea Lucescu, alla sua prima esperienza fuori dalla Romania. E queste erano state solo alcune delle intuizioni di quel Pisa che tra le sue fila aveva avuto anche Carlos Dunga, scoperto dal Vasco da Gama, Kieft (Scarpa d’oro 1982), Bergreen e molti altri. Uno degli eroi era un toscano, curiosamente fiorentino, Lamberto Piovanelli, chiamato da tutti “il Piova”. Bomber di razza che di Pisa si è innamorato a tal punto da diventarne cittadino e commerciante. Oggi, insieme alla moglie Michela, gestiscono il negozio di alimentari in piena città: Pane & Vino dal Piova.

Gol sul gol, tanti ricordi che allestiscono il negozio e la divisa nerazzurra incorniciata accanto al bancone: “Quando è stato ufficiale il ritorno in serie A del Pisa ho provato una grande emozione - ci racconta Piovanelli -. I miei ricordi sono tornati al 21 giugno 1987, quando segnai la rete contro la Cremonese che ci fece salire nel massimo campionato. Probabilmente il gol più importante della mia carriera. Fu un’esplosione di gioia come oggi. Questa città merita la serie A, lo aspettavamo da 34 anni. Lo meritano anche i tifosi più giovani che non hanno vissuto la nostra generazione”.

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Lamberto Piovanelli (a sinistra) e Diego 'El Cholo' Simeone.

“Dobbiamo ringraziare la società, la famiglia Corrado e Knaster, che hanno saputo programmare e mister Pippo Inzaghi, grande persona e allenatore di elevato valore. Il Pisa calcio, in città, è una religione - prosegue l’ex attaccante nerazzurro - viviamo la squadra nel quotidiano, sosteniamo i ragazzi e sognavamo da un po’ di tempo questo giorno. Inzaghi è stato eccezionale, ha saputo valorizzare al massimo ragazzi di talento e cogliere l’obiettivo. Ora ci approcciamo alla serie A con fiducia, perché sappiamo di avere una società solida”.

Knaster e Corrado, infatti, oltre alla crescita sportiva, hanno pianificato in questi anni anche una ristrutturazione del club, partendo dalle infrastrutture: a febbraio sono iniziati i lavori del Pisa Sporting Center, mega area di oltre 120 mila metri quadrati, dedicata agli impianti sportivi: campi da calcio, quartier generale della società, foresteria, Pisa store e molto altro.

Entusiasmo che emerge anche dalla voce pisana più famosa di internet, quella del comico Filippo Ignacchitti, meglio noto come Pippetto sui social network. Un vortice di passione e simpatia su Tik Tok e Instagram che gli ha fatto conquistare quasi 300 mila follower: “Ero allo stadio a Bari con i miei fratelli di sciarpa nerazzurri, eravamo in 1500. Abbiamo vissuto sensazioni incredibili, non ci aspettavamo un risultato così, era impensabile a inizio stagione. Vado allo stadio da 12 anni, un legame così tra tifoseria e squadra non l’avevo mai visto. Sono cresciuto con il Pisa in serie C, andavo a vedere i playoff. E’ stato amore a prima vista, mi sono abbonato e non ho più mollato i colori nerazzurri”.

Non solo tifoso, oggi Pippetto è la voce dei tifosi del Pisa su internet: “Ho iniziato a fare i video su tik Tok in chiave ironica e ho riscosso subito un bel successo. Mi segue mezza squadra. Davvero un grande sogno, tutto. Ancora faccio fatica a pensare al Pisa in serie A. Ci sarà da divertirsi”.

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