Per protestare contro il caro biglietti, le multe contro gli ultras che salgono in transenna e la presunta lotta all’aggregazione nelle curve la Nord ha deciso di stare in silenzio i primi venti minuti di ogni partita. Nell’ultimo periodo, però, ci sono state alcune eccezioni, dovute all’importanza del momento che sta vivendo la squadra sul campo. Un passaggio decisivo nell’annata nerazzurra, che coincide con una condizione fisica e mentale calante. Nella semifinale di ritorno contro il Barcellona in Champions a livello tecnico i catalani sono in vantaggio, mentre l’Inter ha dalla sua il fatto di giocare in casa. Ma senza cori il fattore campo non avrebbe la stessa rilevanza. Infatti, contro l’Hellas Verona gli ultras hanno annunciato la fine dei venti minuti di sciopero. Nella gara con i blaugrana, quindi, sentiremo San Siro al suo massimo. Si va verso il sold out di biglietti e il record di incassi. Il risultato dell’andata non conta niente, dato che la regola dei gol in trasferta non esiste più. Chi vince, va a giocarsi la finale all’Allianz Arena di Monaco.


Dal 4 settembre, il giorno in cui Andrea Beretta ha ucciso Antonio Bellocco fuori dalla palestra Testudo di Cernusco sul Naviglio, intorno alla curva Nord è successo di tutto. Gli arresti dei vecchi capi ultrà, la scoperta delle trame di Beretta contro Vittorio Boiocchi, i movimenti tra la Calabria e Milano di Marco Ferdico, l’ipotesi di aggravante mafiosa per la tifoseria nerazzurra. Infine l’arresto di Daniel D’Alessandro, detto Bellebuono. In tutto questo, però, c’è il campo. L’Inter ha ancora delle chance, per quanto minime, di giocarsi il campionato, anche se la palla è in mano al Napoli di Antonio Conte. La grande opportunità, lo sanno i tifosi e lo sanno i giocatori, è la Champions League. A San Siro la Nord cambia le partite. Sugli spalti ci sarà, con ogni probabilità, il sold out. E al di là dei giudizi sulla protesta dei tifosi, non vedere lo stadio che canta dall’inizio sarebbe stato un peccato.
