Marc Marquez ha le spalle larghe, ma per tenere in piedi la casa motociclistica più grande al mondo potrebbe non bastare: Honda non vince un GP dal 2021 e, soprattutto, non vince con un altro pilota dal 2017, quando ad arrivare davanti a tutti fu uno straordinario Dani Pedrosa a Valencia. Cinque anni di dipendenza da un pilota, in MotoGP, sono moltissimi e rischiano di complicare ulteriormente le cose, perché l’accordo funziona soltanto finché ci sono i risultati. Lo dimostra il fatto che Repsol, storico sponsor di HRC, ha rinnovato gli accordi senza la solita tranquillità, lasciando anche intendere la possibilità di rinunciare al motomondiale.
Dal canto suo, Marc Marquez si è fatto operare per la quarta volta in due anni, è tornato in pista ed è salito sul podio in Australia con una moto che gli altri piloti Honda continuavano a non capire. Non solo, già dall’Austria ha cambiato approccio presentandosi regolarmente nei box e portando avanti un fitto dialogo con gli ingegneri giapponesi. Il succo: fare una moto nuova è necessario, ma non basta. Bisogna cambiare mentalità. L'anteriore della Honda non comunica le perdite di aderenza e si finisce in terra spesso e senza avvisi, come succedeva nell’anno (il 2016) del ritorno di Michelin in MotoGP. E poi manca potenza, mancano idee, manca - in sintesi - quella leadership tecnica che la Honda storicamente ha sempre impresso al campionato. Così, mentre Valentino Rossi suggerisce ai giapponesi un modo più europeo di intendere le corse e maggiori investimenti sulla falsariga di Ducati, Marc Marquez parte per Jarama con l’obiettivo di testare un carburante ecologico per Repsol. Dal 2024 la MotoGP richiederà l’impiego di biocarburanti per il 40%, mentre nel 2027 bisognerà raggiungere il 100%. Così Marc Marquez è salito sulla sua Honda RC213 V-S (gommata da bagnato perché la pista era sporca), ha fatto qualche giro e uno shooting fotografico, concludendo con una breve conferenza stampa sulla (poca) differenza di prestazioni rispetto alla benzina a cui è abituato.
Al netto di eventi più o meno promozionali e delle interviste in cui si parla di “lavorare durante l’inverno”, il matrimonio Marquez-Honda sembra decisamente in crisi: Marc ha quasi 30 anni, i piloti giovani sono ormai campioni e la Ducati resta tre passi avanti a tutti, specialmente (chi l’avrebbe detto) ai giapponesi. Se la moto per i test invernali non dovesse convincerlo, è più che lecito pensare che Marc comincerà a sedersi ai tavoli di Borgo Panigale nella prima metà del 2023. In Ducati hanno due piloti velocissimi e Paolo Ciabatti ha dichiarato che il futuro è già tracciato, ma un fuoriclasse come Marc va sempre ascoltato. E fa sempre gola. Honda è avvisata.