La notizia circolava da tempo, tanto che non ha stupito nessuno. Ma leggendola a freddo, dalla distanza, non può che farci riflettere sulla bellezza del motociclismo. Nadia e i figli di Fausto Gresini hanno scelto Ducati. La strada più difficile, la meno battuta. Alla guida di un’azienda gigantesca in un mondo in cui tutto è veloce, fallimenti inclusi. Potevano ritirarsi, ma al funerale di Fausto Nadia era stata chiarissima: “Restiamo in pista e dimostreremo al mondo chi è la Gresini Racing”. Hanno avuto le palle, niente di meno.
Il motorsport è un vorticare di soldi, di decisioni che si prendono coi soldi e di gare che si vincono coi soldi. Alcuni piloti corrono per incassare l’assegno, altri solo perché ne staccano uno. Gresini Racing ha lasciato stare. Ha lasciato stare l’Aprilia che pure era in crescita e voleva un team satellite - Aprilia con cui Fausto aveva lavorato a lungo - per una questione di principio. Siamo qui per dimostrare chi era Fausto, vivere il suo sogno per lui. Per averlo vicino facendo quello che avrebbe voluto. E non è retorica, loro rischiano davvero. Fanno quello che, prima dell’arrivo di Aramco, la VR46 aveva visto come una sfida impossibile: “La MotoGP non è come Moto2 e Moto3, servono tante cose, soprattutto tanti soldi” era il mantra ripetuto durante l'inverno da Uccio, Albi e Valentino.
Era più facile chiudere la Gresini Racing e godersi quanto di buono fatto da Fausto senza preoccupazioni. Invece hanno preso due Desmosedici e ci hanno messo sopra due piloti in cui Fausto credeva e a cui voleva bene. Fabio Di Giannantonio ed Enea Bastianini.
“Il Team Gresini tornerà così a gestire in maniera totalmente autonoma la propria partecipazione nella classe regina - si legge nel comunicato - e lo farà con una line up tutta italiana formata da Fabio Di Giannantonio ed Enea Bastianini: due piloti giovanissimi, ma già storicamente legati a Fausto e alla Gresini Racing”. Nadia da loro vuole che tengano alto il nome di Fausto, magari dal podio, per farsi vedere dall'alto.
Ci lamentiamo continuamente - giornalisti, appassionati, piloti - che il motorsport gira attorno al denaro e non ai circuiti. Che la passione viene solo dopo i soldi. Ecco, oggi non è così. Oggi la Gresini Racing ci ha messo un pezzo di cuore. Rosso, pulsante e più che mai vivo.