Valentino Rossi è un'icona della MotoGP, ma nello stesso tempo ha sempre dimostrato grande ammirazione per altri fenomeni sportivi. A Speedweekend.com ha così parlato di quanto lo ha ispirato Kevin Schwantz, cosa pensa di avere in comune con Michael Jordan e perché Maradona lo entusiasmava. Su Kevin Schwantz: “È stato un pilota molto importante per me perché sono sempre stato un fan di Kevin da quando ero giovane. È sempre stato il mio pilota preferito perché mi ha sempre ispirato per il suo stile di guida, per il modo in cui sedeva sulla moto. E anche perché era molto coraggioso e un pilota davvero pazzo. Alcune sue manovre sono indimenticabili. La lotta contro Wayne Rainey, e poi il design della Pepsi-Suzuki... Ma ovviamente anche la Lucky Strike-Suzuki. Indossava un casco che è stato disegnato da Aldo Drudi e conosco tutto di lui".
Su Michael Jordan: “Lo conosco anche perché è diventato molto famoso grazie alle scarpe e al suo marchio. Però apprezzo tanto l'NBA e la seguo sempre. Penso che sia l'atleta che ha più fatto la differenza nella sua carriera, dall'inizio alla fine. Grazie al suo approccio, ha sempre voluto vincere. E il suo talento, ovviamente, lo ha aiutato. Benché non abbia guidato una moto è una grande ispirazione per tutti".
E come Jordan quando provò il baseball, dopo la carriera in MotoGP anche Valentino proverà a continuare passando alle auto: “L'ho sempre detto: se smetto di correre in moto vorrei continuare a correre in auto. È stata una delle mie grandi passioni fin dall'inizio. Ho iniziato con i go-kart prima delle minimoto. Quindi spero di avere la possibilità di continuare a correre e credo nella GT3 perché è la mia grande passione, non allo stesso livello della MotoGP ma ci sono molte gare importanti come Spa e Le Mans. E altrettanti grandi piloti. Quindi spero di continuare ad andare in macchina, perché voglio rimanere un pilota da corsa".
Su Diego Armando Maradona: “Io amo il calcio. Per me Maradona è a livello di Michael Jordan. Aveva questo tocco magico, un genio del pallone. Ero giovane quando Diego ha giocato a Napoli dal 1984 al 1991. Ha vinto il campionato, qualcosa che sembrava impossibile con quella squadra. Ma lui era su un altro livello. Ha vinto anche il Mondiale con una squadra non di prim'ordine. Inoltre, ho avuto modo di conoscerlo meglio perché era a Misano nel 2008. È venuto da me e mi ha dato un bacio sul polso e, ammetto, è stato strano! Dopo di che siamo stati insieme a casa di Bagni (Salvatore, ex calciatore del Napoli, ndr), e io e Uccio abbiamo avuto la possibilità di passare un martedì sera con Diego. Ci ha raccontato un sacco di vecchie storie, quello è stato un momento indimenticabile".