Il GP di Francia a Le Mans ha fatto registrare un record di presenze per il motomondiale che non veniva ritoccato dai tempi di Brno 2015. Nello specifico, Dorna ha comunicato un totale di 278.805 presenze durante il weekend, cosa ampiamente testimoniata dalle orde di appassionati che hanno invaso l’enorme impianto francese durante la settimana di gara. Con la fine della stagione - e i numeri relativi a tutti gli appuntamenti sul calendario - possiamo fare qualche ragionamento più ampio, dalle differenze rispetto allo scorso anno (sì, le Sprint hanno funzionato) a una classifica che mette in fila i paesi in base al pubblico presente.
Una gara contro la crisi
Il nuovo formato introdotto da Dorna, con la gara del sabato, ha funzionato alla grande: il venerdì il secondo turno di prove diventa fondamentale per la qualifica (perché si stabilisce chi entrerà direttamente a giocarsi la parte alta dello schieramento) e il sabato si vedono Q1, Q2 e Sprint, prima di arrivare alla domenica con la gara vera e propria. I problemi sono principalmente due: il primo è per i piloti che ora rischiano di più, al punto che a causa degli infortuni non si è visto un GP con tutti i titolari presenti, oltre ad essere più stressati per tutto il weekend. Il secondo è che per i media la qualifica non è particolarmente interessante in quanto nel giro di un paio d’ore è la classifica della Sprint a tenere banco fino alle 14:00 di domenica. Il grande vantaggio invece è per l’organizzatore che così vende più biglietti e incentiva gli appassionati a muoversi per tutto il weekend: una trasferta dispendiosa la ammortizzi meglio su due giorni di spettacolo. I numeri ci dicono poi che, rispetto al 2022, c’è stato un aumento di mezzo milione di presenze in circuito: 2,35 milioni lo scorso anno contro i 2,86 milioni del 2023.
La classifica per paese: Francia davanti a tutti, in Qatar c’è davvero il deserto
Partiamo da una premessa: confrontare l’affluenza di pubblico in un weekend di gara della MotoGP non è semplicissimo, soprattutto considerando che in alcuni appuntamento ottenere biglietti scontati (se non addirittura gratuiti) è più semplice che altrove. C’è poi l’incognita del meteo, quella di altri eventi in concomitanza e, chiaramente, la disponibilità economica di chi il circuito se lo trova relativamente vicino: in India, ad esempio, la una capacità di spesa è decisamente diversa rispetto all’Italia e i prezzi dei biglietti non hanno le enormi fluttuazioni che ci si aspetterebbe di vedere. In Indonesia un posto sulle tribune ha un prezzo medio di 70€, all’incirca come a Misano o a Barcellona. Questo ci dice che la MotoGP non è ancora (fortunatamente) come la Formula 1, dove l'evento mediatico supera di gran lunga quello sportivo e un biglietto per il GP di Las Vegas, Miami o Monaco costa come mezza tribuna in Olanda. Ammesso e non concesso che i numeri proposti da Dorna siano attendibili - a occhio non sempre è così - la classifica di fine anno parla chiaro.
A stupire, in questa classifica, sono soprattutto il circuito di Termas de Rio Hondo in Argentina (che a occhio sembrava deserto) e Motegi, in Giappone, che si trova al 17° posto: la crisi dei costruttori giapponesi ha avuto delle grosse ripercussioni anche sul pubblico presente. Più normale invece vedere Phillip Island tra le ultime posizioni. Di gente in Australia non ce ne è mai stata troppa e, soprattutto, quest’anno si è corso di sabato a causa di una tempesta che ha persuaso gli organizzatori ad annullare l’ultima giornata. In Italia Misano ha superato il Mugello, che però si è corso in concomitanza con la Formula 1 a Monaco ed è tradizionalmente più complicato da raggiungere. Entrambi i GP però hanno qualcosa da imparare da chi occupa le prime posizioni in classifica: la Francia offre un intrattenimento spettacolare, tanto che ci si potrebbe andare anche senza vedere le corse, mentre il GP del Sachsenring è l’evento con maggior partecipazione durante l’anno in Germania perché ben organizzato e decisamente a misura d’uomo. Lì, a mezz’ora da Chemnitz, sembra di tornare agli anni novanta, con meno controlli e grosse comodità. Ottimi anche gli impianti spagnoli, in cui oltre a una grossa campagna mediatica c’è grande partecipazione. E poi, signori, i parcheggi: c’è chi lavora bene per offrire un posto comodo, vicino e magari gratuito e chi invece no, il che rende tutto più complicato. Fortunatamente l’Italia ha piloti vincenti e due case impegnate in MotoGP, il che aiuta sicuramente: anche in questo caso ci salviamo coi contenuti, mentre altri lavorano meglio sull’immagine e l’esperienza.