Alex Rins ha passato una stagione terribile (nonostante una vittoria messa nel sacco) e adesso sta per salire sulla moto che sembra più indietro di tutte le altre. Eppure sorride. Sorride sempre e nelle dichiarazioni sembra anche carico a mille. Perché la Yamaha provata nel test di Valencia gli è piaciuta nonostante qualche criticità e perché è convinto che adesso che ha rimesso i piedi in una quadra ufficiale potrà tornare a competere con quelli che si giocano il titolo mondiale. “E’ presto per dire se potrò vincere il mondiale ma possiamo lottare davanti”. Troppo ottimismo? No: semplicemente consapevolezza del proprio talento e certezza che la Yamaha è quanto di più simile possa esistere adesso rispetto alla Suzuki con cui Rins ha già fatto più che bene nel mondiale.
Anche dopo Valencia, infatti, lo spagnolo ha più volte ribadito che la potenza e la velocità di punta non sono tutto nelle corse e che persino il quattro in linea, tutto sommato, non è qualcosa di così improponibile nella MotoGP moderna. Tanto che il pilota spagnolo ha ammesso pure che è la Yamaha ciò che ha sempre voluto dopo aver saputo che Suzuki sarebbe uscita di scena e che la scelta di passare in Honda, su sponda LCR, era stata dettata dalla volontà, da parte della stessa Yamaha, di rispettare il contratto in essere con Franco Morbidelli. Così, mentre Rins entrava e usciva dalle sale operatorie, la trattativa con Lin Jarvis e Maio Meregalli è ripresa nel 2023 quasi in maniera naturale. Anzi, è stato proprio un ospedale a fare da scenario alla sottoscrizione dell’accordo.
“E’ stato molto curioso il luogo in cui abbiamo firmato il contratto –ha raccontato lo spagnolo - Eravamo in un ospedale, a Madrid, e io poco dopo mi sarei sottoposto a un intervento chirurgico. Sia io che il mio manager siamo rimasti in contatto con Yamaha da quando la Suzuki ha deciso di uscire dalla MotoGP. Ma avevano un contratto con i loro due piloti. Siamo comunque stati in contatto per tutta la scorsa stagione e all'inizio di questa è arrivata l’offerta. Alla fine, quando sei in una squadra satellite e arriva un'offerta da una squadra ufficiale, è difficile rifiutarla". Nessun problema particolare con Honda, quindi, e meno che mai con Lucio Cecchinello, con cui Rins si è trovato benissimo nell’unica stagione passata insieme, ma l’opportunità di vestire i colori ufficiali ha vinto su ogni altra motivazione. Anche perché quei colori ufficiali sono, appunto, quelli della Yamaha. “E’ una moto nuova, sta migliorando, ma sicuramente quello che ho potuto provare mi è piaciuto” – ha ribadito lo spagnolo. Insieme ai “comportamenti di un quattro in linea”, Alex Rins ritroverà in Yamaha anche uno dei tecnici con cui ha lavorato in Suzuki: “Ho recuperato un telemetrista che avevo alla Suzuki, l'ho portato alla Yamaha. Questo aiuterà: sa come lavoro e, quando si tratta di mettere a punto una moto, è un vantaggio”.
Un passaggio, questo, che suona quasi di frecciatina a Honda, visto che HRC aveva impedito a Rins di portare anche uno solo degli uomini con cui aveva condiviso l’esperienza in Suzuki. Quanto alla nuova moto, invece, lo spagnolo non ha voluto sbilanciarsi: “La differenza più notevole è stata la posizione in sella rispetto alla Honda, perchè ho sentito meno dolore. Però è normale, quando sali su una moto nuova, che la prima grande differenza che noti sia proprio quella della posizione. Sul motore e il resto potrò dire meglio dopo i prossimi test, ma io sono contento di quello che ho potuto provare”. Chi, invece, sembra meno contento, ma comunque molto ottimista rispetto ai progressi che Yamaha ha promesso di fare, è il suo compagno di squadra, Fabio Quartararo: “Fabio è un pilota di grande talento, è molto veloce e conosce molto bene la moto – ha concluso Rins - Da quando è arrivato in MotoGP è con la Yamaha e quindi la conosce perfettamente. Penso che potremo essere una coppia molto forte anche sul fronte dello sviluppo della moto e anche il fatto che io ho lavorato con altri marchi potrà aiutare”.