Io di moto non so niente: mi fanno paura. E nemmeno di corse: mi mettono ansia. Però collaboro con MOW e mi capita di leggere di motociclette e di confrontarmi con colleghi che hanno sempre e solo i motori in testa: qualche tema, ogni tanto, mi colpisce. Finisco sempre per appassionarmi, però, alla parte umana, alle storie del singolo, alle vicende dell’individuo oltre il pilota e quindi ho maturato una certezza: tifo Andrea Iannone. E poi oh, uno che fa il triplete Belen-De Lellis-Buccino è da statua in ogni piazza italiana. Quindi tifo Andrea Iannone anche se non so niente di moto, anche se mi mettono ansia le corse e anche se non l’ho mai visto correre, perché adesso che anche io comincio ad avere contatti con le moto e il racing lui, Andrea Iannone, è squalificato per una vicenda assurda. Brutta faccenda, inquietante.
Una storia che, se ho capito bene, basterebbe da sola a reggere la sceneggiatura di un film/denuncia sulla cretineria di certe norme e la cieca rigidità di chi le applica e che invece è sintetizzata coi toni di una barzelletta: Andrea Iannone entra in un ristorante e mangia una bistecca: squalificato! Perché la bistecca era contaminata. E’ così che è andata e lo dicono anche le carte di un processo sportivo, eppure la storia di Iannone è raccontata come la puntata “inciampo “ di una telenovela. Tutta la vita di Andrea Iannone è raccontata come una telenovela e se invece uno va a guardare i suoi social sembra tutt’altro: un ragazzo che fa la sua vita, una gran bella vita, ma che si allena, non rompe il cacchio a nessuno e si gode il bene che ha nonostante sta vivendo un vero e proprio dramma professionale che ha a tutti gli effetti il sapore dell’ingiustizia.
Qualcuno mi ha fatto notare che Andrea Iannone ci mette del suo per non risultare simpatico. A quel qualcuno ho risposto con una educata domanda: sono cacchi tuoi o suoi? Si sarà pure fatto qualche ritocchino, sosterà col suo suv sui marciapiedi, ma a chi rompe le scatole? A nessuno se non alla sua immagine. Eppure ogni volta c’è quella morbosità lì, quell’andare a vivisezionare la vita di Iannone rendendo ogni cosa la puntata di una telenovela: Iannoniful. Definitivo: Iannoniful. Fossi in lui ci penserei a fare “Iannoniful”, magari ha più fortuna e magari di suv da parcheggiare sui marciapiedi poi ne compra dieci. Prima tutta la faccenda Belen, che lo lascia per tornare col suo ex. Poi la comparsa Giulia De Lellis, che lo lascia per tornare con suo ex. Poi, da qui, tutti a chiedersi se Iannone non fosse il viatico migliore per ricomporre le relazioni finite con gli ex, tipo: ti lasci ma lo ami ancora, allora ti metti con Iannone e l’amato torna sicuro. Adesso anche la love story con la Buccino, che a detta sua non era mai cominciata, tra una paparazzata e una gossippata sembra finita, ma probabilmente non è stato mai vero niente.
In tutto questo i commenti degli influencer, delle Instagrammer, degli youtuber e delle barbaradursiste. Come se la vita privata di Andrea Iannone fosse affare di tutti, più ancora di quanto lo sia la sua vita sportiva e la storiaccia che sta vivendo. Fino al colpo di scena di questi giorni: Andrea Iannone al Grande Fratello Vip. Poi vai a leggere e scopri che Andrea Iannone avrebbe fatto un provino per partecipare al Grande Fratello Vip. Ora, già un provino non è garanzia di partecipazione, il condizionale di un provino è il nulla totale. E magari non è neanche vero che c’è andato o che ha minimamente intenzione di scontare la sua assurda squalifica a tiro di telecamere, chiuso in una casa televisiva. Eppure è la notizia del giorno, sia sui siti di motori che su quelli di gossip. Ma poi, se anche fosse, dove sta il problema? Magari è pure una questione di immagine: quando sei squalificato per 18 mesi e non sei più un ragazzino, devi cominciare a pianificare una vita diversa da quella sportiva, che rischia di essere compromessa. Se fosse ha fatto bene: non guardo la Tv, men che meno il Grande Fratello Vip, ma se dovesse esserci Andrea Iannone non perderò una puntata. E farò, anche lì, il tifo per lui.