Se c’è una cosa a cui non vogliamo rinunciare tra tutte le novità introdotte da Dorna negli ultimi tempi quella è la telecamera dedicata ai ragazzi del podio subito dopo la gara. Per il GP di Thailandia per esempio, il dialogo tra Pecco Bagnaia e Jorge Martin su di una golf kart verso il retropodio spiega tante cose. Loro sanno di essere filmati, eppure l’adrenalina del podio rende tutto più spontaneo e finisci per vederli un po’ più genuini, un po’ già veri: “Mi aspettavo un ritmo un po’ più veloce ma…”, dice Bagnaia a Martín, che gli è seduto a fianco. “Ma non arrivavi alla fine”, gli risponde Jorge. “Io stavo controllando un po’, ma alla fine ho provato a spingere e… non c’era un ca**o di gomma. Se avessi spinto all’inizio però sarebbe stato peggio”.
Questo in effetti è stato il grande tema della gara. L’usura degli pneumatici ha convinto i piloti (fatta esclusione per Alex Márquez, caduto mentre era in lotta per il podio) a scegliere una gomma hard per il posteriore e una media all’anteriore. Ne è venuta fuori una gara in cui risparmiare la mescola in uscita di curva è stato più importante di cercare il tempo sul giro, che poi è uno dei motivi per cui abbiamo visto così tanti sorpassi. A questo proposito Bagnaia racconta che avendo dato tutto nelle prime fasi della gara si è ritrovato con qualcosa in meno rispetto agli altri due a fine gara: “Io ho spinto dall’inizio, ho fatto un sacco di lotte e recuperavo tantissimo in frenata e nel settore 3. Voi eravate fortissimi alla 1, in uscita”.
Anche qui, Jorge gli risponde con una scrollata di spalle: “Perché tu hai usato più gomma. Io non ho aperto gas mai tìo, sai?”. Bagnaia, che evidentemente ha ritrovato la confidenza in frenata che era venuta a mancare nelle ultime gare, ci scherza su: “Tìo potevi correre con la soft… la media!”. Si fanno una risata, eppure dopo Phillip Island le possibilità che lo spagnolo scelga una gomma diversa rispetto al campione del mondo in carica sono pressoché nulle.
Per chiudere, tra golf kart e retropodio spiegano la manovra di Bagnaia all’esterno a due giri dalla fine, in quell’ultima curva che immette nel rettilineo del traguardo. Pecco spiega che a frenare prima sono stati gli altri due e che è stata una fortuna trovarsi all’esterno perché altrimenti li avrebbe presi in pieno. Jorge, dal canto suo, è stato bravo a reagire in tempo: “Quando ti ho visto all’esterno mi sono vergognato, ho detto ‘no, questo è troppo’”. In quel momento Martín molla i freni per un istante, allargando la traiettoria per impedire a Bagnaia di passare. Così in tre minuti in presa diretta i piloti ti restituiscono gran parte delle informazioni che dal divano di casa non puoi vedere.
È stata una gara memorabile, degna di un finale di stagione da antologia. E, comunque vada, stiamo assistendo ad una stagione senza precedenti: la Ducati che vince due mondiali di fila - a prescindere - e due eventi rarissimi al netto del pilota che riuscirà ad imporsi. Se vince Bagnaia è il primo pilota a confermare il numero uno da quando esiste la MotoGP, se vince Jorge Martín è la prima volta dal 2001 di Valentino Rossi che un pilota privato si porta a casa il mondiale. Comunque vada, è la miglior risposta possibile a chi ha parlato di un motomondiale in crisi d'identità.