Il GP di Thailandia a Buriram ci ha regalato uno spettacolo totalizzante, meglio di Phillip Island e quindi meglio di tutte le altre gare della stagione. La corsa è stata impressionante princialmente per due motivi: il primo è che con questi piloti neanche aerodinamica, elettronica e abbassatori fermano lo spettacolo, pensandoci un attimo di gare con più sorpassi effettuati che giri percorsi non se ne vedevano troppe neanche senza tutta la tecnologia di queste moto. La cosa probabilmente è dovuta anche agli pneumatici forniti da Michelin in Thailandia, che hanno richiesto ai piloti di “gestire” e quindi mantenere un passo accessibile a tutti i piloti più a posto. L’altro tema fondamentale con cui lasciamo la Thailandia è il calendario. Ora restano tre GP soltanto e tra Pecco Bagnaia e Jorge Martin le cose possono solo precipitare, sono in cima a uno scivolo senza barriere e tutto diventerà più veloce e rischioso a ogni giorno che passa.
Jorge a Buriram ha scritto un capolavoro su asfalto, portandosi a casa il bottino pieno e togliendo 14 punti a Bagnaia, che ora si trova con un vantaggio di appena 13 lunghezze quando mancano 3 GP alla fine. Le differenze tra i due sono piuttosto marcate, anche se - ironicamente - i numeri dicono il contrario. Se a vederli oggi sembra di avere a che fare con un Martín esplosivo ed un Bagnaia più attento, le statistiche ci parlano di 6 pole position per il torinese (che sabato in Thailandia ha già vinto il BMW M Award) contro le 4 dello spagnolo. Sei a quattro è anche il risultato a favore di Bagnaia nelle vittorie la domenica, mentre Martín ha vinto 7 sprint il sabato contro le quattro dell’italiano.
Il punto di svolta della stagione è stato l’incidente di Pecco Bagnaia a Barcellona, dove non solo il campione del mondo in carica ha perso punti, ha anche cambiato approccio nei primi giri della corsa che ora approccia in maniera più conservativa, cosa che ha confermato anche Gigi Dall’Igna ai microfoni di Sky dopo la domenica di Buriram.
Tra due settimane si correrà in Malesia, poi subito in Qatar e infine a Valencia, il tutto senza soste. La sensazione è che le prime due piste potrebbero aiutare l’italiano, l’ultima lo spagnolo. Con il GP della Thailandia però, qualcosa negli equilibri tra i due è cambiato: Jorge Martin ha infatti ricevuto il suo primo warning da Dorna per aver corso con pressioni irregolari degli pneumatici. Dall’introduzione della regola a Silverstone sono state dieci le occasioni in cui un pilota è stato pizzicato a correre con pressioni non consentite: a inaugurare gli avvisi da parte della direzione gara sono stati Maverick Viñales a Barcellona e Dani Pedrosa a Misano, mentre a Mandalika è toccato a Franco Morbidelli, Raul Fernandez, Aleix Espargarò e Marco Bezzecchi. Ora, in Thailandia, si sono aggiunti alla lista Pol Espargarò, Marc Marquez e Jorge Martin, oltre a un secondo avviso per Aleix Espargarò che si è tramutato in fretta in tre secondi di penalità.
Qualche considerazione: tre secondi, se ti stai giocando un mondiale, possono essere moltissimi, basti considerare cos’è successo in Australia all’ultimo giro e cosa sarebbe successo in Thailandia se ad essere penalizzato fosse stato Martín, che invece di una vittoria si sarebbe trovato tra le mani un deludente quarto posto. Essersi già giocato questa sorta di cartellino giallo sarà cruciale per gli ultimi tre appuntamenti, specialmente in Malesia dove le alte temperature di pista e asfalto toglieranno il sonno ai tecnici che dovranno indovinare (perché di questo si tratta) le giuste pressioni da impostare in griglia di partenza, un po' come chiedere a un cieco di tagliare il filo rosso legato a una bomba. Considerando che il maggior numero di avvisi è arrivato tra l’Indonesia e la Thailandia, piste calde, è lecito aspettarsi che anche a Sepang diventi un tema centrale della corsa.
Mentre Pecco Bagnaia può ancora permettersi di sgarrare quindi, Jorge Martin dovrà correre con una soluzione più conservativa, il che potrebbe essere irrilevante ma, allo stesso tempo, rischia di minare quella confidenza spaventosa con l’avantreno che lo spagnolo ha imbastito in questo finale di stagione. Può sembrare poco, ma in questa MotoGP fatta di millesimi è praticamente tutto.