Il suo nome è sulla bocca di tutti. Lo sussurrano in sala stampa, creando supposizioni, schemi, immaginando futuri senza certezze. Lo chiamano nel paddock, facendo a tutti domande su di lui: dove andrà, cosa farà, come sta andando, quali sono i tempi dei suoi test appena conclusi, che cosa si sa sul suo prossimo contratto. Nessuno ha risposte, nessuno smette di fare domande. Perché è un diciassette italiano il pilota al centro del mercato dell’anno, il ragazzo di cui tutti sussurrano il nome: Andrea Kimi Antonelli. L’erede, il talento su cui puntare, il bambino prodigio. Definizioni senza forma, pesanti come incudini sulla testa di un pilota che - dopo il salto dal FRECA alla Formula 2 - in questa stagione sta combattendo per un posto in Formula 1 per il prossimo anno. Tutti parlano di lui, lui non parla con nessuno. Mercedes ha chiuso le interviste, la squadra gli si è stretta intorno, lo stesso Toto Wolff - che all’inizio della stagione non faceva che parlare di lui - ha ammesso di aver sbagliato: “L’ho caricato di inutile pressione” ha detto, promettendo di abbassare le aspettative di tutti, forse anche le sue. Perché Kimi ha bisogno di crescere, di capire e capirsi, di uno spazio dove poter sbagliare e poi vincere, ritrovandosi dentro a un talento che tutti vedono, chiarissimo, in lui. Ma il tempo in una Formula 1 che viaggia sempre più veloce non c’è e un sedile importante, uno di quelli più voluti e ricercati della massima serie, potrebbe avere il suo nome scritto sopra già dal prossimo anno. Mercedes è casa sua, la squadra che lo ha accolto bambino e che lo ha cresciuto, protetto, voluto. La squadra che su di lui sta investendo tra test privati e preparazione in tempo record, e che potrebbe accoglierlo lì, nella massima seria al fianco di Russell, a soli diciotto anni.
È la scommessa di Toto Wolff, nella convinzione di non volersi lasciar scappare un altro Verstappen per le remore legate all’età, agli errori, alla mancanza di preparazione ed esperienza. I giovani sbagliano, si sa. Ma i giovani con un talento fuori dal normale si vedono subito, da lontano, e si fanno notare quando le condizioni lo permettono. E allora mentre il suo nome è sulla bocca di tutti, tra rumors di piloti interessati al sedile in Mercedes e tentennamenti a favore di telecamera da parte di Wolff, Kimi si ritrova lì, dov’è sempre stato, dentro al suo talento. In una stagione complessa da rookie in Formula 2 iniziata tra i mille problemi per la sua Prema, il ragazzo italiano a Silverstone sfrutta l’occasione della partenza dalla pole nella Sprint Race per chiudere una gara straordinaria sotto la pioggia con la sua prima vittoria in F2. Un sabato sofferto, fatto di interruzioni ed errori altrui, di ripartenze e di tensione: ogni cosa poteva andare male, ma Kimi ha tenuto, dimostrando il talento alla guida sotto la pioggia già visto in passato, e togliendosi dalle spalle un peso importante. “Questa vittoria ci voleva” ha detto sorridendo al termine del suo sabato, perché "la pressione in questo periodo è stata tanta e non sono sempre riuscito a gestirla nel migliore dei modi". Ammette la fatica, nel giorno in cui quel peso è stato tolto dalle sue spalle, e non ha bisogno di nascondersi: è il ragazzo di cui tutti parlano, e di cui tutti ancora a lungo parleranno. La vittoria sotto la pioggia e il sorriso sincero di Toto Wolff, corso ad abbracciarlo sotto al podio, parlano per lui più di tutto il resto. Perché sbaglierà tanto, al suo ingresso in Formula 1 da giovanissimo rookie così come forse anche dopo, negli anni, come tutti i piloti. Avrà bisogno di sostegno e di protezione, di un muro intorno. E il resto arriverà. Perché quando c'è un talento così, il resto arriva sempre.