Marco Bezzecchi arriva in sala stampa con i segni della ghiaia sul naso, un bel po’ di tagli. Se corri in moto ti può capitare di ritrovarti a scavare tra le pietre con la faccia e non poterci fare niente. Lui, comunque, chiacchiera di gusto come non lo si vedeva da un po’ decimo al traguardo dopo una Sprint che ha il significato di un nuovo inizio. “Di essere contento per un decimo posto non me lo sarei aspettato mai nella vita, ma oggi dobbiamo essere felici perché abbiamo fatto dei passi in avanti”, ci ha raccontato subito. “La cosa di cui sono più contento in generale sono i miei ultimi giri, ho fatto diverse volte 21 e sette verso la fine. Ci ho messo un po’ troppo a liberarmi di Miller, perché comunque le KTM staccano molto forte e quando lo passavo finivo sempre un po’ lungo e mi incrociava, lo stesso è successo con Acosta. Però dai, abbiamo fatto dei passettini in avanti e mi sento soddisfatto”.
Poi torna sulla strategia, la stessa di cui aveva parlato Alessio ‘Uccio’ Salucci in una breve intervista a Sky durante l’ultimo turno di libere: “Abbiamo fatto una piccola modifica per la parte di inserimento in curva, perché sentivo la moto molto rigida, stabile ma poco agile. Abbiamo migliorato quello. Il discorso del trail braking invece (quanto freno porti dentro la curva, ndr) non è cambiato per un caz*o, però mi ha semplificato un po’ l’inserimento e dopo alla fine abbiamo deciso di lasciare il mondo come stava per guidare sopra ai problemi. Anche perché cambiare troppo spesso la moto non ci ha portato ad avere quello che volevamo e così abbiamo messo la moto di Jerez e così sono andato bene. Per fortuna funziona decentemente anche qui, per il resto è stato un mio adattamento”.
A questo punto ci fa capire molto bene perché neanche la vita di uno che corre in MotoGP è perfetta. Perché arrivano i momenti no, arrivano sempre per tutti anche se sei il golden boy di Valentino Rossi, anche se nonostante tutto hai un bel contratto per il futuro. Se le cose non vanno stai male, punto. Anche se sei forte nell’approccio: “Io sono sempre molto positivo, però ho affrontato delle brutte giornate. Soprattutto delle brutte serate, quando mi ritrovo da solo spesso mi viene un po’ di tristezza. O almeno è stato così fino a ieri. E questo risultato per quanto possa valere poco - non mi porta neanche un punto - mi fa stare un po’ meglio, perché la prestazione non è stata così male. Ovviamente non è quello che voglio, è innegabile. Da qualche parte però bisogna ripartire e noi cerchiamo di fare un bel lavoro. Mi aspetteranno altre giornate difficili, però anche altre giornate belle”.
Nel momento duro di Bezzecchi c’è anche qualcosa di buono. Come, per esempio, la gente che lo segue: sui suoi profili social è un’orda che spinge, lo supporta, lo consola. Quando gli chiediamo che effetto fa questa cosa lui sorride ancora: “È una cosa di cui sono molto contento, ho cercato di coltivarla negli anni per dare più tempo possibile a tutti i miei tifosi. Ovviamente è una cosa che mi fa molto piacere, perché quando sei un po’ giù ho tante persone che mi vogliono bene qui vicino alle gare però è innegabile, è bello ricevere anche un po’ di forza dalla gente a casa. Per questo bisogna ringraziare anche un sacco i ragazzi del mio fan club, perché organizzano sempre un sacco di cose belle e c’è sempre tanta gente”.
Magari è facile fare retorica su questa roba, Marco ha ragione quando dice che lo aspettano anche giornate belle. Eppure vederlo contento un decimo posto dopo un anno passato a giocarsi il mondiale con una moto più vecchia è un segnale forte, fortissimo: ripartire, con tutta l’umiltà del mondo, la fermezza di sempre, è l’unica cosa che conta. Il talento non ti abbandona.