È stato un classico sabato in ufficio quello di Pecco Bagnaia al Sachsenring: senza infamia e senza lode. Quarto in qualifica, dove un paio di bandiere gialle nei minuti finali gli hanno tolto la possibilità di conquistare una prima fila sicuramente alla portata. Terzo nella Sprint, dopo una partenza che aveva fatto venire l’acquolina in bocca agli uomini Ducati e agli italiani seduti sul divano: Pecco allo stacco della frizione è brillante, si porta tutto all’esterno per impostare la prima curva e poi – appena nota il varco interno lasciato sguarnito dalle staccate abbondanti di Jorge Martín e Raul Fernandez – si getta alla corda come un gatto e guadagna la testa della corsa. Bagnaia si rimprovera per la condotta di gara nei chilometri successivi quando, preoccupato per il calo della soft al posteriore, tiene il gruppo dietro di sé compatto invece di fare selezione. Così, al terzo giro, Martín lo infilza in curva otto e Oliveira alla tredici è lesto ad approfittare di un Pecco più concentrato a contrattaccare il rivale per il Mondiale che a guardarsi le spalle.
Arrivato in sala stampa al cospetto dei giornalisti, il campione del mondo in carica si siede alla scrivania del media scrum e – con estrema onestà intellettuale – racconta così la sua giornata: “Non sono stato molto furbo a capire la situazione, Jorge è stato più intelligente. Io gestivo troppo la gomma dietro, Jorge l’ha sfruttata di più all’inizio e ne ha approfittato. Lì ho sbagliato perché dopo un po’ di giri la gomma calava a tutti, indipendentemente dalla gestione. Poi, mentre cercavo di prepararmi bene per l’accelerazione del rettilineo dei box, mi ha passato anche Miguel. Dopodiché è stato molto difficile, perché ogni volta che mi avvicinavo la pressione della gomma davanti andava alle stelle e non riuscivo nemmeno a provare un sorpasso. Alla fine l’importante era finire più avanti possibile e più di così era difficile fare. Considerando tutto quello che è successo oggi, tra bandiere gialle e problemi alla moto in qualifica, il podio è positivo. Un aspetto positivo della Sprint è che negli ultimi giri ero più veloce di quelli davanti a me, per domani dobbiamo ancora migliorare e sarà importante replicare una partenza come quella di oggi, mettersi davanti e gestire il tutto”.
Successivamente Pecco, sorridendo, lo ammette: “La strategia di oggi potrebbe essere perfetta per la gara lunga di domani”. Domani – quindi domenica ore 14 – quando i giri saranno trenta e non più quindici, essere attendisti e conservare lo pneumatico posteriore nelle primissime fasi potrebbe rivelarsi la scelta vincente. Occhio però alle variabili: si correrà con la media al posteriore (che dovrebbe mettere meno in crisi il davanti) e si dice che dieci gradi in meno nell’aria cambieranno tutte le carte in tavola. In ogni caso Bagnaia dovrebbe guardare ad un mese fa – quando la maledizione della Sprint Race lo tormentava – e provare soddisfazione per il terzo sabato consecutivo sul podio (terzo gradino dopo le vittorie nelle Sprint di Mugello e Assen). Anche perché questa giornata, al Sachsenring, aveva subito mostrato segnali sinistri: “La strategia in Q2? Sì non è stata delle migliori, abbiamo avuto anche un paio di problemi meccanici che non ci hanno aiutato” – racconta Pecco, che poi ineccepibilmente incalza: “Ma sono al 100% sicuro che se avessi atteso al box tutti mi avrebbero aspettato per la scia. Io non capisco come mai alcuni ragazzi della MotoGP aspettino la scia, perché siamo al top del nostro sport, se sei in MotoGP vuol dire che sei capace di fare un giro veloce da solo. Non mi piace, non lo capisco. Se ne parlerò in Safety Commission dopo la pausa estiva? Non credo perché non cambierebbe nulla, ne abbiamo già ampiamente parlato in passato ed è rimasto tutto uguale. Non mi piace che la MotoGP assomigli alla Moto3. Le bandiere gialle che ho preso poi in Q2, comunque, sono tutto un altro discorso che non ha niente a che vedere con chi aspetta altri piloti per usufruire di una scia”.
In un mondo in cui si lavora di fino sulle mappature elettroniche per gestire il consumo gomme dopo venticinque giri, è impressionante ascoltare Pecco quando gli chiediamo la quantità di lavoro ai box impiegata per pianificare la partenza, una fase infinitesimale rispetto alla lunghezza dell’intero weekend di gara, ma incredibilmente importante e redditizia “È un qualcosa su cui durante il fine settimana mi concentro tantissimo. Siamo quelli che hanno fatto progredire di più la Ducati in partenza, riusciamo ad essere sempre molto incisivi, ed è importantissimo al giorno d’oggi perché col discorso delle pressioni partire bene fa una grande differenza”. Chissà se domani, in Germania, si deciderà tutto lì. Allo spegnimento dei semafori.