Non è partito benissimo, poi, però, gli ci sono volute poche curve per liquidare prima la pratica Miguel Oliveira e poi la pratica Pecco Bagnaia e imporre il suo ritmo, senza storie per nessuno. Jorge Martin ha confermato quanto visto nei turni di prove, dimostrandosi l'uomo senza rivali al Sachsenring nella Sprint del sabato. "E' stata una gra particolare, ho dvuto fare tanta gestione, ma mi sono sentito sempre molto sicuro - ha detto Martin al parco chiuso - Sono molto contento, ma conto di poter fare ancora meglio nella gara lunga di domani perchè qui voglio fare tripletta". Nessuna sorpresa, quindi, nemmeno per il vincitore di giornata, che evidentemente si aspettava questo risultato.
La sorpresa, semmai, è stata alle sue spalle, con Miguel Oliveira che ha portato sul secondo gradino del podio l'Aprilia del neonato Team Trackhouse. Il pilota portoghese è sembrato letteralmente rinato rispetto alle prime gare di questa stagione, mostrandosi velocissimo sin dal venerdì e probabilmente anche determinato a dimostrare a Davide Brivio e gli altri di Aprilia che lasciarlo andare verso Pramac potrebbe essere un errore. Oliveira ha centrato da subito un'ottima partenza, mettendosi alle spalle di pecco nelle prime curve e lasciandosi alle spalle lo stesso Martin, che però gli ha rimesso le ruote davanti dopo una breve bagarre. Ha avuto più fortuna, invece, con Pecco Bagnaia, approfittando dei problemi all'anteriore del campione del mondo e riuscendo a tenerlo dietro per l'intera durata della Sprint, soprattutto nella parte più guidata della pista.
"E' stato motlo difficile oggi - ha raccontato Pecco, tutto sommato soddisfatto per il terzo gradino del podio - Ho avuto difficoltà sul davanti e sicuramente Jorge e Miguel hanno fatto un lavoro migliore del mio. Vedremo domani di sistemare un po' le cose per provare a fare meglio". Non è arrabbiato, non è deluso, ma è consapevole che al Sachsenring serve un risultato importante dopo i tre successi consecutivi di Barcellona, Mugello e Assen, anche per assestare un colpo al morale di un Jorge Martin che sul tracciato tedesco si sente imbattibile. Imbattibile quasi quanto lo è nelle rimonte Enea Bastianini. L'altro pilota del team ufficiale Ducati, infatti, era scattato dalla nona casella e è riuscito - ormai non fa più neanche notizia - a risalire fino alla quarta piazza.
Primi quattro di un altro pianeta, quindi, con la guerra vera che invece s'è vista subito dietro. Protagonista assoluto è stato Marc Marquez, partito dalla tredicesima casella e pure con l'incognita delle noie fisiche che hanno condizionato i turni di qualifica dopo il brutto volo di venerdì. Il futuro pilota ufficiale Ducati, oltre all'ormai solita partenza a cannone, ha rischiato nuovamente grosso nel bel mezzo della gara, salvando la sua Desmosedici dall'ennesima grattugiata d'asfalto con la forza di ginocchio e gomito e rilanciandosi poi all'inseguimento di Maverick Vinales e Franco Morbidelli che lo precedevano. Anche l'italobrasiliano e lo spagnolo dell'Aprilia sono stati protagonisti di una gran bagarre, con cambi di posizione continui fino all'errore fatale di Vinales che ha permesso a Morbidelli di prendere il largo e mettere al sicuro la quinta piazza. Con Vinales che, suo malgrado, è rimasto lì a vedersela con Marc Marquez che nel frattempo è tornato su, fino a azzardare l'attacco impossibile, rischiando il contatto e poi provando la manovra da matto vero all'ultima curva, questa volta con successo e con tanto di ricorso al fotofinish per accertarsene. Sesta piazza, quindi, per l'otto volte campione del mondo che - oggi si può dire - s'è caricato sulle spalle tutta la parte delle emozioni da regalare in questa Sprint meno folle del solito.
Il settimo posto di Maverick Vinales segna, comunque, un buon risultato per Aprilia, soprattutto se si considera che lo spagnolo non era perfettamente a posto fisicamente dopo un brutto volo in qualifica. Sette moto italiane, quindi, nelle prime sette posizioni, con la prima delle KTM che ha il numero 33 di Brad Binder sul cupolino (ottavo), mentre a chiudere la top ten ci hanno pensato Alex Marquez e Marco Bezzecchi. (quindi nove moto italiane nelle prime dieci posizioni). Ad aprire la seconda metà della classifica è l'altra KTM di Jack Miller, seguita dalla Ducati di Fabio Di Giannantonio (alle prese con problemi fisici), dalla Yamaha di Fabio Quartararo e dall'altra Aprilia in pista di Raul Fernandez. Da segnalare la quindicesima posizione di Luca Marini, oggi migliore dei piloti Honda, che hanno chiuso rispettivamente 17esimo (Zarco), 18esimo (Nakagami), 19esimo (Bradl) e 21esimo (Mir). Si toglie la soddisfazione di non chiudere ultimissimo, invece, Remy Gardner, chiamato all'ultimo sulla Yamaha dell'infortunato Alex Rins, che s'è lasciato alle spalle Joan Mir e un Pedro Acosta mai in giornata e anche protagonista di un lungo che gli è costato tutte le posizioni in classifica mentre era decimo.